Eugenio Scalfari (foto LaPresse)

Scalfari presenta Scalfari

Andrea Marcenaro

E' molto anziano. Eppure è giovane. E' uno stronzo. Eppure non lo è. Studia, da giornalista di quell’età, filosofia. Ed è a suo modo generoso

“Grand Hotel Scalfari” è il titolo. Ieri l’altro, a Roma, Eugenio Scalfari ha presenziato alla presentazione del libro su se stesso. Lo hanno scritto Antonio Gnoli e Francesco Merlo che lo amano molto, più probabilmente lo adorano, meglio ancora lo stimano e gli sono infinitamente riconoscenti. Scalfari era commosso: “Questo libro - ha detto - mi ha fatto capire cose che erano dentro di me, loro le hanno rese esplicite e io mi sono riconosciuto, nel bene e nel male”. In latitanza del codice penale, alcuni come me avrebbero strangolato Scalfari esattamente a causa di ciò che lui stesso considera bene e non male. Per Craxi, per esempio, o ancor più per Moro. Scalfari è un maledetto gigante, un insopportabile narciso, un provinciale come non ne esistono ed è spietato come solo lui, tra quanti poterono davvero permetterselo, seppe essere. Scalfari è molto anziano. Eppure è giovane. Scalfari è uno stronzo. Eppure non lo è. Studia, da giornalista di quell’età, filosofia. Ed è a suo modo generoso. Alla presentazione del libro su se stesso ha riservato infatti un posto d’onore a Paolo Mieli, preclaro giornalista che quando Scalfari, col suo quotidiano, comandava l’Italia, aveva messo al proprio una minigonna. Che di Eugenio sembrerebbe più giovane, invece è dalla nascita più anziano. E che un domani, dovessero mai onorarlo con un libro, lo scriverebbe al massimo Gian Antonio Stella.

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  • Andrea Marcenaro
  • E' nato a Genova il 18 luglio 1947. E’ giornalista di Panorama, collabora con Il Foglio. Suo papà era di sinistra, sua mamma di sinistra, suo fratello è di sinistra, sua moglie è di sinistra, suo figlio è di sinistra, sua nuora è di sinistra, i suoi consuoceri sono di sinistra, i cognati tutti di sinistra, di sinistra anche la ex cognata. Qualcosa doveva pur fare. Punta sulla nipotina, per ora in casa gli ripetono di continuo che ha torto. Aggiungono, ogni tanto, che è pure prepotente. Il prepotente desiderava tanto un cane. Ha avuto due gatti.