Una fogliata di libri

La casa rotta

Enrico Paventi

La recensione del libro di Horst Krüger edito da Rizzoli (249 pp., 18 euro)

Come recita il sottotitolo dell’edizione originale, “una gioventù in Germania”, questo memoir del giornalista, romanziere e saggista Horst Krüger (1919-1999) ne ripercorre il periodo dell’infanzia e della giovinezza costituendo così un viaggio nel suo passato in un’epoca durante la quale si sono prima create le premesse per l’affermazione della dittatura hitleriana e si è poi formato il consenso su cui essa ha potuto contare a lungo.

Dato alle stampe nel 1966, dunque oltre venti anni dopo la conclusione del conflitto mondiale questo testo, che si caratterizza per la prosa scorrevole e limpida, concisa e densa – resa compiutamente nella versione italiana dall’attento lavoro di Marina Pugliano e Valentina Tortelli –, consente al lettore odierno di comprendere come l’onesta, laboriosa e apolitica piccola borghesia tedesca si sia trovata, quasi inconsapevolmente, a guardare con viva simpatia al partito nazionalsocialista fino ad assorbirne gradualmente ogni messaggio propagandistico e a rimanerne avvelenata. Le pagine dedicate all’argomento, seppure cariche di dolore e venate di amara ironia, sono frutto di un’analisi tanto puntuale quanto impressionante.

Ma perché questo libro reca il titolo La casa rotta? Appare rilevante, al riguardo, citare le parole dell’autore dal momento che l’abitazione dei suoi genitori – situata nel quartiere berlinese di Eichkamp – sembra diventata un’acuta metafora del proprio paese. Scrive Krüger: “Non parlo di una casa che è stata rasa al suolo, fatta a pezzi, divisa: se si è rotta è perché era guasta all’interno, così come all’interno è avvenuto ‘il crollo’ della Germania, e non nel 1945 ma ancora prima, nel 1933”.

Occorre quindi osservare come l’autore proceda a una lucida disamina relativa al senso di colpa che, nei lunghi decenni del Dopoguerra, ha continuato ad attanagliare un’intera nazione inducendo un gran numero di tedeschi a fare i conti con il passato nazista.

Centrale, nell’ambito della narrazione, è infine il tema della famiglia: un nucleo destinato a dissolversi mentre tutto ciò che la circonda corre – in preda all’entusiasmo – verso il baratro, la rovina, l’annientamento.

Krüger descrive questo processo con impietosa asciuttezza, senza alcuna ipocrisia né indulgenza: peculiarità che contribuiscono a far sì che La casa rotta si imprima nella nostra memoria, giacché ci fornisce un’immagine della Germania nazista davvero nitida e stimolante.

    

Horst Krüger
La casa rotta
Rizzoli, 249 pp., 18 euro

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