Una fogliata di libri

Canzoniere scritto solo per amore

Daniele Bravi

La recensione del libro di Daniele Piccini edito da InternoPoesia, 129 pp., 15 euro

Questo nuovo Canzoniere scritto solo per amore di Daniele Piccini è una pregevole ristampa del libro omonimo uscito nel 2005 per Jaca Book, con l’aggiunta di alcune poesie inedite e di due scritti composti da una autorevole voce alla quale ne succede un’altra che si sta affacciando nel panorama della critica letteraria italiana: Giancarlo Pontiggia e Niccolò Brunelli. Come nelle altre raccolte, anche in questa riecheggiano motivi e un linguaggio che molto si apparenta a quello della poesia volgare, ravvisabile nelle scelte metriche e dall’esergo posto in apertura al libro, i cui due versi sono direttamente espunti dalla Commedia dantesca: “Non so, rispuos’io lui, quant’io mi viva; ma già non fia il tornar mio tantosto, ch’io non sia col voler prima a la riva”. Non è indirizzandosi alla donna amata (come è la volta del canzoniere più famoso, quello petrarchesco), bensì ad un “tu” spesso indefinito anche se a tratti riconducibile alla figura del padre del poeta, che questo nuovo Canzoniere si rivolge, attraverso lo snodarsi di paesaggi appenninici (“le province assolute distratte”) nei quali la memoria verso i morti risulta più vivida, al contrario delle “grandi, enormi città / [dove] ci si rintana in centri commerciali / vasti come paesi” in cui sembra affievolirsi nella percezione degli uomini che le popolano il passaggio del tempo. Quella di Daniele Piccini è infatti una poesia che è lungi dall’essere narcisistica e, quindi, ripiegata su se stessa. Trattasi invece di un’ars poetica che accoglie l’Altro, dandogli spazio e consistenza, come avviene per certe voci novecentesche che riecheggiano altresì nelle liriche del poeta umbro, ad esempio quella montaliana (“La testa funebre del cavallo”…) o quella del Caproni di Se t’incontro è di certo, quest’ultimo citato da Pontiggia nella sua acuta prefazione. Dunque è nella forma della relazione e della diade presenza/assenza attorno alla quale il tempo scorre, che i versi si formano, all’interno di una specie di “frontiera personale” in cui i ricordi vengono tenuti accesi dalla parola, parola irrorata di fuoco e canto: “Il sentimento della tua presenza / è una dolce promessa senza luce / per la mente che cerca. / A tratti crepitando / la tua fiamma / vorrebbe dirle: guardami, / sono io, ma la vita / si sorregge sul buio / di una dolce ignoranza. / Qualche volta si rompe e ha il tuo volto / l’apparire del pozzo / a cui si attinge il tempo”. 

   

Daniele Piccini
Canzoniere scritto solo per amore
InternoPoesia, 129 pp., 15 euro

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