L'uomo con lo scandaglio

Roberto Carvelli

Patrik Svensson, Iperborea, 224 pp., 18 euro

Scopriamo qualcosa, lo conquistiamo e lo distruggiamo. Funziona sempre così? E’ così che l’essere umano è destinato a comportarsi con il mondo, con il noto e l’ignoto? Dobbiamo per forza rovinare tutto quello che tocchiamo? Nella storia del genere umano e del mare sembra proprio che sia così”.


A Patrik Svensson con L’uomo con lo scandaglio (la traduzione è di Monica Corbetta) il grato compito di inaugurare la nuova collana di saggistica “narrata” di Iperborea. 
E per gratitudine non si poteva che iniziare con il mare la vera traccia di un continuum che tiene insieme la letteratura scandinava a cui da sempre è vocata per via di coste oltre che di paesi la casa editrice milanese.
Scopriamo qualcosa e proviamo a umanizzarlo. Il mare diventa così il laboratorio aperto del nostro tentativo di conquista e se si tratta di cetacei finisce per far rima con estinzione. 
Il capodoglio, ad esempio, per l’autore “il cetaceo per eccellenza”, e in quanto tale raccontato in diverse pagine da Moby Dick in qua partendo, sembra ovvio, dall’etimologia a matrice dell’utilitaristico sterminio di massa.


Spesso le pagine di Svensson più dolorose nascondono crudeltà e brama che è, in definitiva, solo umana. Il tradimento di Magellano ad opera del fantomatico voltafaccia dello “sfruttato” Enrique e il Trattato di Tordesillas, che nel 1494 aveva spartito il globo tra Spagna e Portogallo.


Ma il libro ha una sua parte construens e lo dichiara il sottotitolo, “Storie di mare, di abissi e meraviglie”, e allora ecco l’uomo che si cala nelle profondità alla ricerca di un ignoto non diverso da quello lunare. L’uomo negli abissi alla ricerca della loro misurabilità è, in fondo, un uomo di scienza ma va ricordato che “la scienza è un approccio alla verità, non la verità stessa”. Ma altrettanto positivo evoluzionisticamente parlando è il racconto delle mappe da quelle greche antiche a quelle disegnate con sistematicità a partire dal XIV secolo. 


Un po’ romanzo d’avventura, un po’ memoir e insieme compiuta indagine scientifica, L’uomo con lo scandaglio è il racconto delle grandi domande della natura marina. In questa epoca di miscredenza, una neoreligione del mare potrebbe coprire diverse falle considerando che “la maggior parte di ciò che per noi è un bene ha avuto origine in mare. E’ l’evoluzione a insegnarcelo. Ogni forma di vita viene dall’oceano”. Insomma, prima di gridare al vuoto del cielo sarà bene ricordarsi del pieno del mare.

   

L’uomo con lo scandaglio
Patrik Svensson 
Iperborea, 224 pp., 18 euro

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