recensioni foglianti

Serotonina

Alessandro Litta Modignani

Michel Houellebecq
La nave di Teseo, 332 pp., 19 euro

Se la buona letteratura è quella che riesce a esprimere lo “spirito del tempo”, senza dubbio Michel Houellebecq deve essere considerato un grande scrittore. Come ha notato Pierluigi Battista, Houellebecq è particolarmente “fortunato” nel riuscire a pubblicare i suoi romanzi in concomitanza con eclatanti episodi di cronaca, sorprendentemente correlati ai fatti e personaggi narrati. Troppo fortunato, perché la coincidenza possa essere considerata casuale. Era già accaduto con Piattaforma (2001) e Sottomissione (2015) usciti in contemporanea con le stragi in una discoteca di Bali e nella redazione di Charlie Hebdo; si ripete ora con questo scioccante Serotonina, pubblicato mentre la Francia è sconvolta dalla protesta violenta dei gilet gialli.
Florent è un uomo maturo e depresso, schiacciato – prima ancora che dai fallimenti esistenziali e sentimentali – dal suo stesso, cupo cinismo. Il tono dell’io narrante è amaro e sarcastico, un distillato di solitudine e sofferenza che scorre ininterrotto e che non risparmia nulla e nessuno, spietato con il pensiero conformista ma soprattutto con se stesso. Il protagonista un poco alla volta si arrende all’angoscia e si lascia andare in una depressione senza scampo. Grande è l’inquietudine che Houellebecq riesce a trasmettere al lettore. Florent fuma sin dal primo mattino, beve troppo, è tormentato da un’insonnia che non dà scampo, si imbottisce di psicofarmaci che gli garantiscono una sopravvivenza effimera ma che lo condannano fisicamente.
“E’ del tutto inutile cercare di fare qualcosa per la vita delle persone, né l’amicizia né la compassione né la psicologia né la comprensione delle situazioni hanno la minima utilità, le persone costruiscono esse stesse il meccanismo della propria infelicità”.
Come sempre nei romanzi di Houellebecq, il sesso occupa un ruolo centrale. Il racconto del passato amoroso del protagonista, narrato in una prosa disturbante e pornografica, pesante e scurrile, costituisce forse la parte più debole del romanzo, in cui l’autore riesce meno efficace rispetto a opere precedenti. “Ci si ritrovava costantemente in una situazione di scelta aperta tra i tre buchi, di quante donne si può dire altrettanto? E al tempo stesso, come si fa a considerare donne, quelle donne di cui non si può dire altrettanto? Mi si potrebbe rimproverare di dare troppa importanza al sesso; non credo che sia così”. Momento culminante, come si è detto, è la protesta di allevatori e agricoltori, che sono “semplicemente spacciati” dal continuo abbassamento del prezzo del latte. Avere misure protezionistiche è “assolutamente impossibile, il freno ideologico è troppo forte. (…) Mi ero trovato di fronte a stranissime superstizioni di casta (…) gente pronta a morire per la libertà di commercio”. Dopo la rappresentazione di uno scontro sociale sanguinoso e assurdo, il romanzo scivola verso l’inevitabile epilogo, perché “Parigi, come tutte le città, era fatta per produrre solitudine” e noi “abbiamo forse ceduto a illusioni di libertà individuale”.

 

SEROTONINA
Michel Houellebecq
La nave di Teseo, 332 pp., 19 euro

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