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Il free speech e i progressisti

Zuckerberg ha annunciato il suo impegno a formare una “commissione di supervisione” indipendente da Facebook che avrà l’ultima parola sui contenuti della piattaforma. Cresce il divario tra il ceo e i suoi amici liberal

“Mark Zuckerberg nelle scorse settimane ha difeso strenuamente la libertà di parola”, scrive il Wall Street Journal. “All’università di Georgetown, il ceo di Facebook ha impegnato la sua compagnia a promuovere un’ampia definizione di libertà d’espressione. Se Facebook onorasse il suo impegno, questa sarebbe una buona notizia da cui deriverebbero importanti implicazioni su come le informazioni vengono distribuite nel XXI secolo”.

 

Quando nei primi anni Duemila Facebook e gli altri social network iniziarono a diffondersi in tutto il mondo, i progressisti elogiavano le nuove piattaforme che permettevano una facile e repentina diffusione di informazioni accessibili a tutti. Ma durante le elezioni del 2016, i liberal hanno accusato Facebook di aver favorito l’ascesa di Trump, dimenticandosi che proprio i social network avevano portato Obama alla vittoria nelle precedenti elezioni. I progressisti negli anni sono diventati i più grandi critici dei social media. Un portavoce di Joe Biden ha accusato il ceo di Facebook di “utilizzare la Costituzione come uno scudo per proteggere i risultati finanziari dell’azienda”, mentre i detrattori di Twitter si sono infuriati quando il social network si è rifiutato di censurare le pubblicità sponsorizzate da Donald Trump.

 

In realtà, i conservatori ritengono di essere censurati più dei liberal sui social media, mentre i membri repubblicani del congresso considerano le censure dei social network una questione di primo piano. In un contesto teso come questo, Zuckerberg ha dichiarato di non volere che la definizione di discorso inammissibile, e quindi da censurare, si espanda oltre “ciò che è assolutamente necessario”. Zuckerberg vuole implementare delle policy che siano il più neutre possibile. “Il ceo di Facebook ha detto che lui non vuole limitare la propaganda politica dei candidati, dal momento che ciò significherebbe provare ad arbitrare i dibattiti elettorali americani. Meglio lasciare i candidati e i media litigare, come hanno sempre fatto su televisione e carta stampata. Facebook ha un manuale pubblico per gli ‘standard della comunità’, e Zuckerberg ha annunciato il suo impegno a formare una ‘commissione di supervisione’ indipendente da Facebook che avrà l’ultima parola sui contenuti della piattaforma. Il consiglio sarà formato da quaranta membri, eletti ogni tre anni. La società annuncerà i primi eletti entro la fine dell’anno”, scrive il Wall Street Journal. E’ incredibile che i liberal non siano d’accordo con una proclamazione convenzionale di valori di libertà che avrebbero abbracciato un decennio fa.

 

Quello di Facebook sembra un tentativo in buona fede, che allo stesso tempo difende la libertà di parola e il modello di business del social network. “Ma se si pensa che addirittura la Suprema corte americana è sotto attacco da sinistra, creare una ‘Corte suprema di Facebook’ per la libertà di opinione non sarà un compito facile”.