Cina, esercitazioni militari a Guilin (foto LaPresse)

Il futuro potrebbe non essere della Cina

Errori da considerare quando si prevede una potenza dominante, secondo il Financial Times

Non fermatevi al recente passato – scrive Martin Wolf. La Cina ha avuto quattro decenni impressionanti. Dopo il loro trionfo nella Guerra fredda, sia l’occidente sia la causa della democrazia liberale hanno incespicato. Dovremmo concludere che una Cina autocratica diventerà sicuramente la potenza dominante nei prossimi decenni? La mia risposta è: no. E’ un futuro possibile, non un futuro certo.

   

La prospettiva a lungo coltivata negli anni Ottanta che il Giappone sarebbe stato il “numero uno” si è rivelata un errore. Nel 1956, Nikita Krusciov, allora primo segretario del Partito comunista dell’Unione sovietica, disse all’occidente “vi seppelliremo”. Anche quella fu una previsione sbagliata. Gli esempi di Giappone e Unione sovietica evidenziano tre errori frequenti: fermarsi a un passato recente; presumere che un periodo di rapida crescita possa essere sostenuto all’infinito; esagerare i benefici di una direzione centralizzata su quelli della concorrenza economica e della competizione politica.

 

Oggi, la più accanita competizione politica ed economica è tra Cina e Stati Uniti. Secondo un punto di vista abbastanza convenzionale nel 2040 l’economia cinese sarà più grande di quella americana, con quella indiana di poco inferiore. Ma potrebbe essere un punto di vista sbagliato? Capital Economics, una società di ricerca indipendente, risponde “sì”, argomentando che il periodo delle performance stellari cinesi potrebbe finire abbastanza presto. […] L’impiego della robotica e dell’intelligenza artificiale potrebbe riaccendere la crescita della produttività in occidente, e soprattutto negli Stati Uniti. […]

  

L’altra grande potenza economica interessante non è l’Europa, che sembra destinata a un lento per quanto relativo declino, ma l’India, e ciò è dovuto al fatto che nel prossimo futuro sarà il paese più popolato al mondo. Capital Economics stima per l’India una crescita annua del 5-7 per cento di qui al 2040. L’India ha bisogno di una politica di riforme, ma la sua politica è sempre più focalizzata sulle performance economiche. Non è una garanzia di successo, ma ci si avvicina molto.

   

I democratici liberali demoralizzati non devono disperare. L’euforia e la presunzione del “momento unipolare” degli anni Novanta e dei primi anni Duemila era un grave errore. Ma il trionfo del dispotismo è ancora lontano dall’essere inevitabile. Le autocrazie possono fallire, come le democrazie possono prosperare. La Cina affronta enormi sfide economiche. Nello stesso tempo, le democrazie devono imparare daiu loro errori e concentrarsi sul rinnovo delle loro politiche.

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