Foto dal canale YouTube di Apple TV 

TERRAZZO - QUARTA PARETE

“The Morning Show” torna in ufficio

Gaia Montanaro

L’ultima stagione della serie su Apple Tv+ ci riporta tra le quattro mura del network fittizio Uba. Spazi ampi e vetrate, gradazioni di marroni e beige alternati al nero, pochi libri e molta domotica, nessun pc fisso e un tripudio di orchidee. L’estetica degli uffici è quasi un topos narrativo delle scenografie

"The Morning Show” per la terza volta cambia pelle. E anche set design. L’ultimo capitolo di una delle serie di maggior successo di Apple Tv+, abbandonate le beghe degli scandali sessuali e delle epurazioni televisive, torna tra le quattro mura del network fittizio Uba in cui le due protagoniste – Reese Witherspoon e Jennifer Aniston – devono riuscire a sopravvivere. Stagione questa infarcita di problemi legati ad acquisizioni societarie, questioni razziali e salariali, censura e linee editoriali da rispettare ad ogni costo. Compare anche un tycoon della Silicon Valley, miliardario con un piede nei media e uno nei viaggi aerospaziali (non ricorda forse qualcuno?). “The Morning Show” diventa quindi molto una serie di intrighi, di dinamiche relazionali e meno di ambienti. Nel senso che questi sono più ricorsivi ma non meno curati. Abbandonate le ville (farlocche) sul lago di Como, qui ci si deve “accontentare” del sempre notevole appartamento di Alex Levy, un enorme loft su un unico piano vista Empire con lampadari a goccia, pavimenti in marmo, mobili in legno scuro, fiori freschi ai quattro angoli della casa e come centrotavola per ogni pasto (rigorosamente senza tovaglia).

Stessa casa per Alex mentre Bradley si è domesticamente emancipata e, dopo aver trascorso praticamente una stagione in una stanza d’albergo, ora ha comprato un duplex con enormi finestre, soppalco e pareti altissime. Stile urban ma non troppo. Peccato possa godersi poco i fasti domestici poiché sempre tumulata – come la sua ormai amica/complice Alex – negli studi televisivi. E’ proprio questo l’ambiente che viene maggiormente caratterizzato in questa stagione. Ampie evoluzioni ci sono state dagli anni precedenti: lo studio in cui le giornaliste conducevano lo show del mattino si fa più ampio, a mo’ di salotto, con poltrone in velluto e colori caldi. Il vero scarto si ha però negli uffici di Bradley, Alex e soprattutto Cory – il padrone della baracca (di cui si può ammirare anche la notevole villa negli Hamptons, ferro e vetro, ampie terrazze, parquet di legno scuro, asettico quanto basta).

Spazi ampi con vetrate a tutta altezza, gradazioni di marroni e beige alternati al nero, pochi libri e molta domotica, nessun pc fisso e un tripudio di orchidee. L’estetica degli uffici, si sa, è quasi un topos narrativo delle scenografie. Basti pensare a quanta drammaturgia c’era negli uffici degli insuperati pubblicitari di Madison Avenue (memorabili le camicie bianche inamidate nel cassetto della scrivania di Don Draper) o nelle postazioni asettiche del più recente “Severance”. Anche “Succession” ha insegnato qualcosa in questo senso: chi gestisce davvero tanto potere se ne infischia di abbellire scrivanie e appendere quadri alle pareti. Infatti della stessa opinione paiono essere anche i personaggi di “Billions”. “The Morning Show” rimane invece – pur nella sua assoluta qualità – una serie più larga. In cui ogni tanto ci si permette di abbandonare i grattacieli di Manhattan e si va a fare un giro sulla ruota panoramica a Coney Island, che ha pur sempre un bel punto di rosso...

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