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Alfabeto Happy Days

Gino Cervi

Il 15 gennaio 1974 venne trasmessa negli Stati Uniti la prima puntata del telefilm sulle vicende della famiglia Cunningham. Furono 255 gli episodi prodotti: solo due personaggi furono sempre in scena in tutti gli episodi: Howard Cunningham e Arthur Fonzie Fonzarelli

A come ABC – Il 15 gennaio 1974, negli USA, il network TV ABC trasmette la prima puntata di Happy Days. Andrà in onda per undici stagioni consecutive, fino al 19 luglio del 1984. In Italia la sit com – ma allora si chiamava semplicemente telefilm – arriva tre anni dopo su RAI 1, l’8 dicembre 1977, e durerà fino al 1987

   

     

B come Bob Brunner – Bob Brunner, sceneggiatore e produttore TV, è l’ideatore del personaggio di Fonzie e dei suoi modi di dire e di fare diventati, come si direbbe oggi, virali.

 

C come Cunningham – Le storie di Happy Days girano intorno alle vicende della famiglia Cunningham. Il capofamiglia, Howard, è un pacioso signore di mezza età – compie 45 anni in un episodio della 3a serie – e incarna lo stereotipo del “buon padre di famiglia americano”: saggio, conservatore – probabilmente vota repubblicano – , un po’ sospettoso di fronte al nuovo, ma di animo buono e tollerante. È il titolare di un negozio di ferramenta. Howard è sposato con Marion, casalinga un po’ frustrata dalla routine del cucinare, lavare e badare ai figli: ma non abbastanza desperate housewife da mettere in crisi lo status quo. Hanno due figli: Richie frequenta la high school e poi l’università. Beneducato e un po’ timido con le ragazze, insieme ai suoi due amici d’infanzia coetanei, Potsi e Ralph, Richie è il fulcro del plot, perlomeno fino al successo di un personaggio inizialmente di contorno: l’amico più grande Arthur Fonzarelli, detto Fonzie. La piccola di casa Cunningham è Joanie, una teenager un po’ lamentosa, gelosissima del fratello. Ci sarebbe infine, ma molto defilato, anche un fratello maggiore, Chuck, che però esce di scena a partire dalla terza stagione: e nessuno quasi se ne accorge. I Cunningham vivono a Milwaukee, nel Wisconsin.

 

D come doppiatori italiani – Tra i doppiatori italiani alcuni nomi di culto: Roberto Sorrentino (Richie), Antonio Colonnello (Fonzie), Flavio Bucci (Potsie, ma solo nelle prime due stagioni), Lino Troisi (il primo Howard), Luigi Diberti (Ralph Malph).

 

E come episodi – Nelle undici stagioni, furono 255 gli episodi prodotti: solo due personaggi furono sempre in scena in tutti gli episodi: Howard Cunningham e Arthur Fonzie Fonzarelli.

 

F come Fonzie (e la sua Sindrome) – Arthur Fonzarelli, per tutti Fonzie, è una specie di James Dean domestico e televisivo. Ciuffo pettinatissimo, brillantina, t-shirt bianca sotto il mitico “chiodo” di pelle nera, è, nel rassicurante immaginario della provincia americana il ribelle formato-famiglia. Inizialmente nasce come figura di contorno, ma fin dalla seconda stagione il successo dello bullo latin-lover, sciupafemmine ma dal cuore d’oro, si fa largo fino a diventare il vero protagonista della serie. Più che le sue battute, rimangono famosi alcuni sue espressioni mimate: il molleggiatissimo “Ehi!”, a richiamare consenso dopo ogni sua impresa, parlata o agita; il tormentone “Sit on it!”, per zittire gli interlocutori; lo schiocco di dita con cui attirava l’attenzione delle ragazze; il colpetto con cui faceva partire il juke-box; o la sua incapacità di dire la parola “scusa”. Il successo inatteso del suo personaggio ha dato il nome alla “Sindrome di Fonzie”, riferito a un fenomeno mediatico che, sfuggendo a ogni pianificazione, fa diventare una figura di secondo piano il soggetto più amato e imitato di una produzione televisiva.

 

G come Guest Star – In un episodio della stagione 1978 compare un extraterrestre: si chiama Mork e arriva dal pianeta Ork. L’attore che lo interpreta in quel modo così singolare ottiene successo e, grazie a quell’episodio, nascerà, come spin off, la serie tv Mork e Mindy. E da lì inizierà la grande carriera di attore di Robin Williams. In un episodio della decima stagione, il 9 novembre 1982, un giovane e non ancora famoso Tom Hanks si presenta vestito da judoka e mette KO Fonzie. Non erano all’epoca vere e proprie Guest Star ma anche grazie a Happy Days sarebbero diventate future Star.

 

I come Interpreti principali – Howard Cunningham è Tom Bosley (1927-2010), volto famoso anche di altre successive serie TV, come La signora in giallo, dove fa lo sceriffo Tupper, e Le inchieste di padre Dowling. Marion è Marion Ross (1928) che recita già nella serie Perry Mason (1959) e in seguito anche in Love Boat (1978-87). Fonzie è Henry Winkler (1945), poi produttore e anche regista e infine anche scrittore di successo di libri per ragazzi, dove in una fortunata serie racconta le avventure di Hank, un ragazzino dislessico, proprio come Winkler.

 

L come Laverne e Shirley – Laverne e Shirley, che compaiono in alcuni episodi come fidanzate di Richie e Fonzie, danno vita a una serie indipendente che prende il loro nome: durerà otto stagioni, dal 1976 al 1983, e sarà lo spin-off di maggior successo di Happy Days, dopo Mork e Mindy.

 

M come Marshall, Garry – Al secolo, Garry Kent Masciarelli, figlio di immigrati abruzzesi, è il produttore della serie, e di altri spin-off. Come regista, a partire dagli anni Novanta, ebbe grandissimo successo di pubblico grazie ad alcune commedie, prima fra tutte Pretty woman (1990), con Richard Gere e Julia Roberts, diretti anche in Se scappi di sposo (1999).

 

N come Nomi e soprannomi – Arnold’s è il nome del drive-in dove si ritrovano gli amici è Arnold è il proprietario, benché sia giapponese e di nome faccia Matsuo Takahashi, l’attore Pat Morita, diventato assai più famoso qualche anno dopo come Maestro Miyagi in Karate Kid; il locale viene quindi rilevato da Al Delvecchio, italo-americano (l’attore Al Molinaro). Joanie Cunningham è ribattezzata da Fonzie shortcake, letteralmente “crostatina”, che però nella versione italiana diventa “sottiletta”. Il cugino di Fonzie, Ray Fonzarelli, è per tutti spike, in italiano “spadino”.

 

O come Origini – Happy Days nasce da un episodio, rifiutato e mai andato in onda, della serie tv Love, American Style, andata in onda tra il 1969 e il 1974: l’episodio si intitolava Love and Happy Days e aveva già come protagonisti Ron Howard e Anson Williams nel ruolo di Richie e Potsie e Marion Ross, come Marion Cunningham.

 

P come Potsie Weber e Ralph Malph – Potsie e Ralph, intepretati rispettivamente da Anson Williams (1949, poi anche in attore in serie come Beverly Hills 90210 e Melrose Place) e Don Most, sono i due inseparabili amici di Richie Cunningham: Potsie millanta di saperci fare con le ragazze, anche grazie alle sue capacità canore, ma in realtà è tutta una messa in scena; Ralph è il pagliaccio della compagnia, burlone ma pavido. Si è meritato un’imperitura citazione “ad honorem” nella canzone degli 883 Gli anni, dove Max Pezzali lo mette in rima niente meno che con Real (inteso come Madrid): «Gli anni d’oro del grande Real / gli anni di Happy Days e di Ralph Malph».

 

Q come Quatro, Suzy – Suzy Quatro (1950, nata Quattrocchi: il nonno era un altro immigrato abruzzese), bassista e cantante rock, recita in sette episodi della serie, intepretando la cantante Leather Tuscadero.

 

R come Richie Cunningham, o Ron Howard – Richie, che condivide con Fonzie il ruolo di coprotagonista della serie, è interpretato da Ron Howard (1954) che, dopo aver recitato non ancora ventenne in un film di culto come American Graffiti di George Lucas, diventa popolarissimo come attore con Happy Days ma che sarà consacrato ad apprezzatissimo regista e poi produttore cinematografico, firmando opere come Splash. Una sirena a Manhattan (1984), Cocoon. L’energia dell’universo (1985), Apollo 13 (1995), A Beatiful Mind (2001), la trilogia de Il Codice da Vinci (2006), Frost-Nixon. Il duello (2008).

 

S come Soundtrack – La colonna sonora della serie è punteggiata di successi degli anni ‘50-’60: da Elvis Presley a Nat King Cole, dai The Platters a Fats Domino e Paul Anka. La sigla iniziale nelle prime due stagioni è la celeberrima Rock Around the Clock di Bill Haley & The Comets; ma grande successo ebbe anche la sigla finale, la canzone originale Happy Days, firmata da Charles Fox (lo stesso della sigla di Love Boat) e da Norman Gimbel.

 

T come Teatro e risate – Nella versione originale americana le prime due stagioni avevano risate registrate come sottofondo; a partire dalla terza, le risate erano autentiche, perché le puntate venivano registrate con pubblico presente in studio. Nell’edizione italiana, le risate non ci sono.

 

U come Ukulele – Al, il secondo proprietario del drive in Arnold’s, suona, stonatissimo, un ukulele.

 

W come Way of Life (American) – La famiglia Cunningham è campione sociale idealizzato della classe media della provincia americana, tra gli anni ’50 e ’60, dalla fine della guerra di Corea e l’inizio del Vietnam. Le storie raccontate nell’arco di un decennio fanno quindi riferimento a un passato recente della vita americana e idealizzano quella Way of Life che, dal Nando Mericoni di Alberto Sordi in Un giorno in pretura (1953) fino al commerciale e plastificato Drive-In di Italia 1 nella seconda metà degli anni Ottanta ha provato a colonizzare, più o meno riuscendoci, il nostro immaginario desideroso di facili miti d’oltreoceano.

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