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Sanremo 2023

Il teatrino dell'assurdo del centrodestra alle prese con il Festival di Sanremo

Salvatore Merlo

I partiti di governo vorrebbero sostituire l’amministratore delegato della Rai, Carlo Fuortes, dopo quanto accaduto sul palco dell'Ariston. E il sottosegretario Gianmarco Mazzi assicura: “Esprimeremo dei nuovi dirigenti”. Il fatto strano è che il censore è anche autore della kermesse dal 2004

Peggio della sinistra che ha scambiato lo stupidario di Sanremo per il Congresso di Livorno, c’è forse soltanto la destra che ci ha creduto. E che dunque adesso vorrebbe sostituire l’amministratore delegato della Rai, Carlo Fuortes. Ma non perché la Rai è un immobile disastro, attenzione. E nemmeno perché l’azienda è piena di debiti o ha un piano industriale zoppo o non ha un’idea di sé. Ma chissenefrega di queste bazzecole prosaiche. I vertici della Rai vanno assolutamente cambiati per un buonissimo motivo: Fedez ha fatto la pecorella con Rosa Chemical. E poi ha strappato la foto di uno vestito da nazista. Ecco.

 

Come ben si capisce, è la dea dell’assurdo in persona che sparge queste perle fra di noi, la stessa che regna nobilmente sul vasto enigma dell’universo, sugli insondabili abissi delle mente umana, nonché a questo punto anche sulla politica del nostro paese. Pardon, della nostra Nazione.

 

Prendete per esempio uno come Gianmarco Mazzi, sottosegretario alla cultura del governo Meloni e deputato di Fratelli d’Italia. Egli è l’alfiere della  guerra ai vertici Rai. “Rappresento una parte politica che ha sfiorato il 30 per cento”, ha detto sabato dopo aver visto Sanremo. “Siamo i difensori dei valori tradizionali”, ha aggiunto. “Esprimeremo dei nuovi dirigenti”, ha annunciato. Ebbene, noi credevamo, lo confessiamo sinceramente, che il sottosegretario Mazzi non esistesse. Ritenevamo che fosse uno pseudonimo del ministro della Cultura Sangiuliano, il quale, quando è triste, si dà un nome immaginario per provare nostalgia di sé. E invece sabato abbiamo scoperto che Mazzi esiste davvero. Altroché. E non solo perché parla. Abbiamo scoperto infatti che il censore di Sanremo, che di mestiere fa l’autore tv, è stato tra gli ideatori all’incirca di ogni Festival di Sanremo dal 2004 al 2022. Non solo. Mazzi è anche da diversi anni un buon amico e collaboratore di Lucio Presta e di Amadeus. L’anno scorso, per dire, proprio quando faceva Sanremo con i suoi amici, il Nostro paragonò l’esibizione di Drussila Foer, ovvero l’ attore che si traveste da donna, all’immortale Paolo Poli. Bum! Oggi parla invece di “narrazione unidirezionale”. E però sul suo curriculum al ministero c’è scritto che ha lavorato persino per questa edizione del Festival. Quella “unidirezionale”. Insomma il personaggio è agile. E ha un’intelligenza della quale potrebbe affermare come certuni, sanissimi, possono dire del loro fegato: che non sanno neppure di avercelo. Se lo scoprono nel Pd, lo arruolano subito.  

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  • Salvatore Merlo
  • Milano 1982, vicedirettore del Foglio. Cresciuto a Catania, liceo classico “Galileo” a Firenze, tre lauree a Siena e una parentesi universitaria in Inghilterra. Ho vinto alcuni dei principali premi giornalistici italiani, tra cui il Premiolino (2023) e il premio Biagio Agnes (2024) per la carta stampata. Giornalista parlamentare, responsabile del servizio politico e del sito web, lavoro al Foglio dal 2007. Ho scritto per Mondadori "Fummo giovani soltanto allora", la vita spericolata del giovane Indro Montanelli.