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l'impero di elon

I conti di Starlink non vanno troppo bene. Nemmeno i rapporti col governo di Biden

Pietro Minto

Tensioni con la Nasa e le agenzie federali, la concorrenza di Bezos, i problemi di Tesla con l’Autopilot ma anche il peso dell’enorme prestito per comprare Twitter. Tutti i problemi dell'economia di Musk

Quando Elon Musk è arrivato in Italia per partecipare al raduno di Fratelli d’Italia ad Atreju, lo scorso fine settimana, il capo di X e Tesla ha parlato col governo italiano anche delle cosiddette “aree bianche”. Si tratta di zone – rurali e montuose – in cui la copertura internet risulta pressoché assente e dove le compagnie del settore di solito non investono. Ma Musk è anche il capo di SpaceX, azienda del settore aerospaziale che al più fantascientifico obiettivo di colonizzare Marte affianca un servizio chiamato Starlink, che opera una costellazione di satelliti in grado di collegare via internet anche i luoghi più remoti.

Di Starlink e del suo padrone si è parlato molto in occasione delle guerre in Ucraina e a Gaza, dove Musk ha saputo far pesare il controllo di questi satelliti per permettere le telecomunicazioni all’esercito ucraino. Eppure Starlink è nato soprattutto come prodotto di consumo, un modo innovativo per avere connessioni veloci, grazie ai satelliti di SpaceX, che così può anche dimostrare le proprie capacità di lancio in orbita. 

Secondo il Wall Street Journal, l’aspetto economico starebbe però funzionando solo a metà: anche se le entrate legate agli abbonamenti al servizio nel 2022 sono aumentate da 222 milioni di dollari a 1,4 miliardi, la stessa SpaceX aveva predetto numeri ben più alti. In una presentazione interna risalente al 2015 e usata per ottenere denaro dagli investitori, l’azienda promise che Starlink sarebbe arrivata a generare 12 miliardi di dollari nel 2022. La crescita c’è, quindi, ma è deludente rispetto alle aspettative dell’azienda stessa: alla fine dello scorso anno, ad esempio, Starlink dichiarò di avere “più di un milione di utenti attivi”, contro i venti milioni prospettati nella presentazione di sette anni prima. E’ un problema perché Starlink dovrebbe fare soldi – tanti soldi – per alimentare i sogni marziani di SpaceX, facendo leva su un mercato diverso e molto più “terrestre”, visto che, come ha scritto il Wall Street Journal lo scorso settembre, “la spesa globale nell’internet ad alta velocità è in ordine di grandezza più grande di quella per i lanci spaziali”. 

La visita di Musk in Italia, oltre al suo peso politico, va anche inquadrata tenendo conto dell’imminente offerta pubblica iniziale (Ipo) con la quale SpaceX si quoterà nella borsa statunitense, probabilmente a inizio 2024, con un valore da record che potrebbe superare i 150 miliardi di dollari. I rapporti col governo statunitense si stanno però raffreddando, forse complice la virata a destra di Musk, e questa settimana la Commissione federale per le comunicazioni statunitense (Fcc) ha confermato che non darà gli 886 milioni di dollari promessi nel 2020 dall’allora presidente dell’agenzia, il trumpiano Ajit Pai. Quasi un miliardo di dollari che SpaceX avrebbe dovuto usare proprio per portare internet nelle aree bianche d’America, e che non sarà più versato. Un rappresentante dell’azienda si è detto “profondamente deluso e perplesso” dalla decisione, che pare confermare la natura divisiva di Musk. 

Il clima si è fatto freddo anche con la Nasa, il principale cliente di SpaceX, che si è lamentata dei ritardi accumulati dal fornitore in un progetto legato alla prossima missione lunare dell’agenzia spaziale, un affare da più di quattro miliardi di dollari. Politica e ritardi a parte, l’azienda dovrà presto affrontare un nemico per lei del tutto nuovo, la concorrenza. Il successo di SpaceX ha ispirato molte aziende a puntare sul settore aerospaziale: tra tutte, la più minacciosa sembra essere Blue Origin, fondata da Jeff Bezos, che in una recente intervista ha lodato Musk ma anche confermato la serietà del suo impegno nell’azienda: “E’ uno dei motivi per cui ho lasciato il mio ruolo ad Amazon. Blue Origin ha bisogno di me ora”. Tra le novità a cui lavora la società, anche un servizio simil-Starlink.

Tensioni con la Nasa e le agenzie federali, la concorrenza di Bezos, i problemi di Tesla con l’Autopilot ma anche il peso dell’enorme prestito con cui Musk è riuscito a comprare Twitter per 44 miliardi di dollari. Insomma, forse possiamo capire perché l’imprenditore abbia deciso di accelerare i tempi della quotazione in borsa di SpaceX: è giunto il momento di incassare, con o senza le aree bianche italiane.

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