dietrofront

Musk compra Twitter, anzi no costa troppo

Filippo Passeri

L'uomo più ricco del mondo aveva "sospeso temporaneamente" l'acquisto del social. Ora ha chiarito che potrebbe comprarla a un prezzo più basso. La motivazione sarebbe l'eccessiva presenza di profili falsi sulla piattaforma, ma per alcuni analisti è un pretesto

È capitato a tutti di negoziare il prezzo di un bel paio di scarpe, chiedere uno sconto, spesso nemmeno per un mero problema di pecunia, ma semplicemente per poter dire di aver fatto un affare. “Ho comprato questo mocassino a 80 euro, ne costava 100!”. Fatta questa premessa non c’è da rimanere sorpresi se anche l’uomo più ricco del mondo provi a ottenere un ribasso: Elon Musk ha dichiarato ieri, all’All-In Summit di Miami, che l’acquisto di Twitter a un prezzo più basso “non è fuori discussione”.

 

Dopo aver messo in pausa l’offerta per l'acquisizione del social network, che aveva anunciato a metà aprile, il fondatore di Tesla ci sta rimuginando su. La ragione ufficiale sarebbe l’eccessiva presenza di bot su Twitter. Il 2 maggio la piattaforma aveva pubblicato un rapporto in cui diceva che nel primo trimestre fiscale del 2022 gli account falsi o riconducibili a bot erano meno del 5 per cento degli utenti attivi giornalieri totali. Musk parla di una percentuale che oscilla tra il 20 e il 90. “Come se tu dicessi, ok, voglio comprare casa tua. Ti è riferito che l’abitazione ha meno del 5 per cento di termiti. È un numero accettabile. Ma se si scopre che la percentuale reale è il 90 chiaramente non va bene”, ha chiosato ieri il miliardario.

 

Il timing del suo intervento, però, ha sollevato diverse preoccupazioni a Wall Street. Negli investitori si è instillato il dubbio che il ceo di Tesla voglia riaprire le negoziazioni, pur avendo già presentato un’offerta da 44 miliardi.

  
Alle accuse di Musk aveva risposto sempre nella giornata di ieri, in un lungo thread, l’amministratore delegato di Twitter, Parag Agrawal, nel quale affermava che il social sospende più di mezzo milione di bot ogni giorno e la stima di questi ultimi si basa su revisioni ripetute trimestralmente, che non possono essere fatte da terzi senza l'accesso a dati quali indirizzi IP, geolocalizzazione e numeri di telefono. Questa spiegazione non ha convinto l'uomo più ricco del mondo, anzi, la presenza massiccia di bot, se dimostrata, potrebbe essere il cavillo che permetterebbe a Musk di uscire dall’accordo senza dover pagare la cauzione di 1 miliardo prevista dal contratto. Oppure la trovata che gli permetterebbe di ottenere un ricco sconto sul prezzo d’acquisto.

    
Ora resta da dimostrare se su Twitter il numero di "termiti" sia davvero così alto. Diversi analisti sono scettici e vedono nella mossa di Musk un pretesto per tirarsi indietro – le azioni di Tesla sono crollate da quando il milardario ha presentato l’opa per il social -  o per ottenere uno sconto perché, dopo tutto, anche ai miliardari piace risparmiare.

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