Foto EPA/ANDREJ CUKIC, via Ansa

2022, fuga da Twitter? Cos'è Mastodon e perché piace a chi non piace Musk

Andrea Trapani

Tra coloro che temono una svolta del social di microblogging verso lidi indesiderati, da lunedì scorso si sta promuovendo il passaggio a un social network che assomiglia tanto, tantissimo, a Twitter. Tutti i dettagli

Alla fine ci siamo, l’offerta di Elon Musk per Twitter è uno di quegli eventi che cambia la storia dei social non solo dal lato economico. Gli effetti su come si evolverà Twitter è un argomento caldo tra gli iscritti della piattaforma. Talmente caldo che, tra ipotesi e timori sulle prossime scelte del miliardario, ci sono infinite discussioni su un possibile abbandono della piattaforma da parte di tanti utenti. In realtà, ad oggi, sono solo ipotesi. I più, compreso il sottoscritto, al massimo hanno attivato un account su un altro social molto simile.

   

I timori per il futuro di Twitter, un’occasione per i concorrenti

Partiamo dal contesto. Come ben sappiamo, quando uno spazio rimane vuoto, arrivano altri a riempirlo. La battaglia di Elon Musk per la “libertà di parola” o per avere account “umani” (ossia verificati in modalità che fanno storcere il naso, da anni, agli esperti) produce già conseguenze prima che i prossimi aggiornamenti della piattaforma siano solo programmati. I temi sono caldi e, per alcuni, assolutamente essenziali per la partecipazione.

In questo caso, tra coloro che temono una svolta di Twitter verso lidi indesiderati, da lunedì scorso si sta promuovendo il passaggio a Mastodon. Un social network che assomiglia tanto, tantissimo, a Twitter. Per il grande pubblico è un illustre sconosciuto, eppure è online dal 2016.

  

Mastodon, un illustre sconosciuto

"Mastodon è un grande social network libero, open-source e decentralizzato di proprietà della comunità, privo di algoritmi e pubblicità, il cui obiettivo è rimettere il social nelle mani degli utenti”. Così si autodefinisce la piattaforma italiana riprendendo le funzionalità dal proprio sito ufficiale.

La domanda sorge spontanea, come è nato un simile progetto? Di origine tedesca, da sei anni in rete, solo questa settimana ha scalato, per ironia della sorte, la classifica dei temi di tendenza su Twitter. Il padre è il giovane Eugen Rochko che aveva l’ambizione di superare il concetto alla base delle reti sociali più affermate per proporre, al contrario, “una rete social di microblogging decentralizzato”.

Una logica che cambia proprio il paradigma che guida l’approccio di Facebook&Co. in cui, parafrasando proprio Musk, è la società che detiene il controllo della “gabbia”, ovvero delle regole da seguire. Attenzione però a non fraintendere: sebbene Mastodon non si fondi sull’operatività di un server centrale, bensì su più nodi di collegamento che, alla registrazione, presentano comunque delle regole di uso e delle tematiche vietata (ad esempio, nell’istanza italiana, è vietata l’apologia nazifascista). Il fondamento della piattaforma sono le congiunzioni geografiche o linguistiche, ma un utente può scegliere di collegarsi a un server diverso e più adatto alle proprie esigenze a prescindere dalla propria origine.

Proviamo a spiegarci: ciascun utente è collegato a un proprio server, chiamato istanza. Non tutte le stanze sono uguali, ciascuna rispetta regole proprie. Non si tratta di regole tecniche ma sono regole di tipo comportamentale che puntano a tenere viva la coesistenza all’interno del social nel rispetto dei valori della collettività e della democrazia. Cioé, quel che promette(va?) Twitter, almeno in parte.

La vera differenza dai concorrenti rimane l’impegno a non profilare gli utenti per indirizzare messaggi pubblicitari o contenuti mirati nonché di correggere ciò che si pubblica. Basterà per avere successo?

I numeri attualmente parlano di un’importante realtà, ma ancora piccola. Si registrano, ad oggi, circa 4,4 milioni di utenti sommando i vari nodi, contro i 217 milioni attivi di Twitter. Il passaparola è continuo, ma anche Twitter di per sé una nicchia. Senza poi dimenticare il fattore psicologico, non è la prima volta che vengono promosse piattaforme alternative dove, alla fine, l’utente appena arrivato rimane spaesato per l'assenza di contatti o riferimenti già conosciuti altrove. Era successo, per esempio, con i ripetuti allarmi legati alla privacy di Whatsapp, Signal e Telegram fecero registrare download da record ma la quasi totalità degli utenti è rimasta attiva su WA.

 

Come interagire su Mastodon

Il pregio più grande di Mastodon è l’essere, in tutto e per tutto, simile a Twitter tra account da seguire, timeline e stelle di apprezzamento ai post.

In più, trattandosi di un software libero basato sul web, la sua evoluzione dipenderà anche dall’apporto dei partecipanti. Per esempio, aggiungendo nuovi nodi all’infrastruttura che, come abbiamo visto, idealmente somiglia molto a una specie di federazione di microsocial collegati fra loro. Non a caso, perfino Donald Trump aveva fatto sviluppare il proprio social network (Truth social) sfruttando la base di Mastodon. Questa però è un’altra storia che riguarda, ancora una volta, Twitter dove il rientro dell’ex presidente statunitense sembra essere la prima azione politica che prenderà la nuova proprietà. Assieme alla prossima ondata di polemiche.

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