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Abbattere il digital divide si può

Così il dl Semplificazioni può accelerare i lavori per una banda larga e ultra larga nazionale

Il governo con il dl Semplificazioni si è dato un obiettivo ambizioso: porre le condizioni per affrontare e superare, in una congiuntura economica molto difficile, i ritardi e le carenze che hanno contrassegnato il paese negli ultimi decenni. Sciogliendo i lacci della burocrazia, sbloccando le procedure e puntando sulla ripartenza dei cantieri. Forse non era necessario averne una prova ulteriore, ma il lockdown è servito anche a rendere evidente come il cosiddetto divario digitale impedisca un’omogeneità di connessione a livello territoriale. Ecco perché questa è un’occasione unica per dare seguito al piano per la banda larga e ultra larga nazionale partito nel 2015.

  

Nelle bozze del testo su cui sta lavorando l’esecutivo una serie di norme riguarderanno anche la possibilità di facilitare il completamento dell’infrastruttura nazionale in fibra ottica.  Per l’apertura dei cantieri potrebbe bastare presentare istanza all’Anas o ai Comuni, che darebbero l’autorizzazione entro pochi giorni. I cantieri per la posa della fibra potrebbero utilizzare scavi più piccoli rispetto agli standard precedenti: vuol dire non dover sottostare ai vincoli di impatto archeologico che molto spesso bloccano i lavori ritardando i progetti. Anche nel caso in cui una commissione fosse chiamata a valutare l’impatto archeologico, le procedure si snelliscono e i tempi si accorciano.

  

Lo stesso dovrebbe valere per la posa dei cavi sui palazzi. Fino a ora ci si doveva sottoporre a una valutazione di impatto paesaggistico, ma secondo le disposizioni il governo sarebbe intenzionato a mantenere la procedura soltanto per gli edifici sottoposti a vincolo culturale. 

  

Nel mercato italiano l’avanzamento dell’infrastruttura è fondamentale per chi voglia offrire connessioni super veloci. Vodafone, ad esempio, con la sua GigaNetwork 5G raggiunge già milioni di italiani a cui offre una connessione che può arrivare fino a una velocità di 1 Giga al secondo, attraverso l’attivazione di reti FTTH. Ma oggi vengono offerte soluzioni come quella delle reti FTTC, che permettono alla fibra di collegarsi con una cabina comune, e da lì confluire nelle utenze private.

  

Lo sblocco dei cantieri darebbe un’accelerata consistente al piano nazionale che nel 2015 prevedeva di connettere entro il 2020 con banda ultralarga l’85 per cento degli italiani, serviti da una connessione veloce almeno 100 Megabit per secondo, secondo gli obiettivi emanati dell’Agenzia Digitale Europea. Per i restanti l’orizzonte era quello di avere un’infrastruttura a banda larga che almeno garantisse una velocità di 30 Megabit per secondo. 

  

Se durante il lockdown l’Italia poteva essere rappresentata da una cartina colorata in maniera diversa in base alla velocità di connessione, la ripartenza dei cantieri può essere il modo per farla avanzare compatta verso il superamento del digital divide.