Mark Zuckerberg alla presentazione di Libra, la criptovaluta di Facebook (foto LaPresse)

Una moneta virtuale per domarli tutti

Redazione

La Banca centrale cinese sperimenta una criptovaluta, in Europa non dispiace

Per capire quanto i banchieri centrali prendano sul serio le minacce del fintech non serve elencare la letteratura che raccoglie le loro intemerate, divenuta ormai copiosa da quando Facebook ha annunciato la nascita di Libra. E’ sufficiente notare il loro talento nel trasformare queste minacce in un’opportunità: la sostituzione del contante con una moneta digitale emessa da una banca centrale. Anche la futura presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde, ha giudicato la possibilità “affascinante”. Una Libra, ma con dietro lo stato è anche nei desideri della Banca centrale cinese, una Central bank digital currency (Cbdc). Secondo quanto riferito dall’Ansa citando fonti di stampa locali, la moneta potrebbe essere inserita in portafogli elettronici (applicazioni su smartphone) per transazioni dirette, come riportato dal quotidiano China Daily. L’idea è allo studio di Mu Changchun, vicedirettore del dipartimento pagamenti della People’s Bank of China, e sarebbero già iniziati dei “test a circuito chiuso” per simulare dei pagamenti che coinvolgono istituzioni commerciali ma non statali. Le voci dicono pure che nel gruppo ristretto degli intermediari verso i quali verrà indirizzata la moneta digitale ci saranno anche Alibaba e Tencent, ossia i colossi dell’hi-tech cinese, che già sono i terminali di un fiorente sistema di pagamenti interno interamente basato sulle loro tecnologie. E questo chiude il cerchio: una specie di sistema Libra, ma in salsa cinese, ossia con la Banca centrale (cioè lo stato) dietro e i giganti tecnologici e le banche nel ruolo di gregari. Una moneta digitale della Banca centrale che sostituisca il contante, peraltro, è lo strumento ideale per esercitarsi in operazioni assai spericolate, come quella ipotizzata qualche tempo da alcuni economisti per sfuggire alla gigantesca trappola delle liquidità nella quale sembra si sia infilata l’economia internazionale: assegnare un tasso negativo anche ai depositi retail, al momento impossibile perché ci sarebbe una fuga dai depositi a vantaggio del cash. Con una moneta digitale non ci sarebbe modo di scappare.

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