L'anello di congiunzione tra capitalismo della sorveglianza e Marx passa anche dalle vacche cinesi

Ugo Bertone

In Cina l’Intelligenza artificiale può realizzare la distopia della società pianificata comunista. Huawei monitora le mandrie. Dalla razza vaccina a quella umana il passo è breve

Milano. Wang Yufeng, responsabile degli “X Lab” di Huawei ha un sogno: azzerare il più in fretta possibile quel 10 per cento che ci separa da un mondo interamente controllato dall’Intelligenza artificiale e dall’Internet delle cose connesse tra di loro

“Negli ultimi venti anni – spiega ai giornalisti ammessi nel laboratorio inaugurato un anno fa nel cuore dell’impianto di Shenzhen che occupa 90 mila ricercatori – i progressi della tecnologia ci hanno permesso di connettere gli esseri umani. Ora ci prepariamo al passo successivo: vogliamo che sia l’intelligenza artificiale a prendere il controllo del mondo fisico. Droni e robot devono essere connessi e autonomi. La parola d’ordine è connettività per tutti”. 

 

E tanto per dimostrare che non scherza, lo scienziato mostra un prototipo di un drone autonomo, indipendente da qualsiasi comando umano. O un casco che, grazie alla realtà virtuale, è in grado di far attraversare a strada a un cieco.  Non si tratta di una semplice esibizione scientifica. Dietro gli investimenti di Huawei, il colosso cresciuto dal nulla in soli 31 anni nonostante sia stato fin da subito escluso dal mercato americano perché fondato da un ex militare, Ren Zhengfei, in ottimi rapporti con l’esercito di Pechino, c’è l’ambizione di Xi Jingping di superare gli Stati Uniti nel campo della ricerca e delle applicazioni dell’Intelligenza Artificiale. Un obiettivo che Washington prende sul serio, visto che tra le condizioni poste dalla delegazione americana in visita a Pechino per ridurre il deficit commerciale, figura anche la richiesta di eliminare i contributi al settore previsti dal programma “China 2025” visti come un indebito incentivo alla concorrenza sleale. Difficile che una richiesta del genere possa esser anche solo presa in esame dalla Cina, a giudicare dall’impegno di Wang Yufeng e degli altri ricercatori in competizione con i laboratori americani (con cui però non mancano i momenti di collaborazione). 

 

Proprio in questi giorni in California si tiene la conferenza annuale Google In/out, il festival delle nuove idee e delle nuove applicazioni del gruppo, all’insegna, come l’anno scorso, proprio dell’Intelligenza artificiale. Per tutta risposta a Shenzhen viene testata in collaborazione con Peugeot una piattaforma informatica che consentirà la gestione anti code del traffico, la maledizione delle megalopoli. Non meno impegnativa la scommessa di Wang Yufeng: connettere, entro il 2025, un miliardo di vacche. Un’impresa faraonica ma inquietante: dalle vacche agli uomini il passo può essere breve. 

 

Pechino, per giunta, ha un atout formidabile: una montagna di dati, a partire dal riconoscimento facciale garantito dalle foto di 1,3 miliardi di cittadini) su cui costruire modelli di interpretazione della realtà sociale e politica plasmati sull’eredità di Carlo Marx. Come ha spiegato al Financial Times Wang Binbin, professore di economia politica all’università dello Sichuan, ”i principi di Adam Smith funzionano nelle fasi di sviluppo dell’economia ma si sono rivelati incapaci di gestire le crisi della società industriale. Da questi limiti ha preso il via il pensiero di Marx”. Lo stesso Xi ha di recente spiegato che l’obiettivo è di “risolvere i problemi pratici della società cinese con i principi del marxismo”. Ma rivisitato e corretto, come spiega Sebastian Heilman dell’istituto Mercator, centro di studi internazionali sul celeste Impero. “Sta nascendo – dice – un nuovo sistema mediato dalle nuove tecnologie, un fenomeno per ora sottovalutato” che rappresenta una prima applicazione estensiva dell’Intelligenza artificiale a partire da una regione turbolenta come lo Xinjang. Le finanziarie possono disporre in tempo reale delle informazioni chiave per la concessione di un prestito. 

 

La censura può ricostruire l’andamento di dibattiti all’apparenza innocui e la polizia seguire i flussi migratori in tempo reale. Per non parlare dell’andamento dei consumi o di altre variabili economiche. Jack Ma, il creatore di Alibaba, il formidabile motore dei consumi e delle tendenze di buona parte dei cinesi, può così dire che l’Intelligenza artificiale può fornire al Marxismo 2.0 quelle informazioni necessarie per il buon governo, o meglio pianificato, della società di cui non disponeva il povero Marx. Il presidente Xi, alla testa di uno dei paesi dove è più marcata la disuguaglianza sociale, è pronto a raccogliere il testimone del socialismo dei robot. Nel frattempo, per dimostrare la sua riconoscenza, ha appena regalato a Treviri, il borgo natio di Marx, per il bicentenario della nascita, una ciclopica statua da esporre in piazza

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