Secondo New York Times e Ard, 23 nuotatori della Cina sono risultati positivi allo stesso farmaco proibito a sette mesi dalle Olimpiadi di Tokyo. Nessuno di loro è stato sospeso né squalificato: accusata anche l'agenzia antidoping mondiale
Mentre il nuoto cinese sta vivendo la sua settimana più importante prima delle Olimpiadi di Parigi, con i campionati nazionali a Shenzhen da cui uscirà la squadra per i Giochi, un’inchiesta del New York Times e della tv pubblica tedesca ARD rivela che nei primi giorni del 2021, a sette mesi dalle Olimpiadi di Tokyo, 23 nuotatori della Cina sono risultati positivi allo stesso farmaco proibito – la trimetazidina, uno stimolante cardiaco – durante una gara nazionale disputata a Shijiazhuang, senza però essere sospesi né squalificati. Un’indagine interna della Chinada, l’agenzia nazionale antidoping cinese, ha stabilito che gli atleti avessero ingerito la sostanza vietata involontariamente e in piccole quantità, mentre la Wada, l’agenzia antidoping mondiale, ha esaminato l’episodio e ha accettato questa teoria, permettendo alla Cina di mantenere segreti i risultati fino a oggi.
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