Foto di Thibault Camus per AP Photo via LaPresse

verso le Olimpiadi

L'escherichia coli complica i piani per il nuoto di fondo a Parigi 2024

Giovanni Battistuzzi

I livelli di batteri fecali nella Senna superano i limiti massimi secondo le rilevazioni della ong Surfrider Foundation. Gli organizzatori non hanno un piano B. E sperano che la concentrazione diminuisca per non assistere a scene tipo quelle dei vogatori di Oxford e Cambridge sul Tamigi

Disse Marcel Duchamp che lui “dalla Senna ci stava parecchio lontano”, un po’ perché i fiumi non è che gli piacessero troppo, soprattutto perché “già non ho un buon rapporto con i cessi pubblici, figurarsi con il più grande cesso pubblico di Parigi”. Senz’alto non è venuto in mente l’artista francese agli organizzatori dei Giochi olimpici 2024 quando decisero, anni fa, di far disputare le prove di nuoto di fondo e la parte natatoria del triathlon sulla Senna con arrivo sotto il Pont Alexandre III. 

Serve quasi mai dar retta agli artisti, soprattutto se le cose dette da loro risalgono ottant’anni prima. In ottant’anni le condizioni del fiume di Parigi sono migliorate, le fogne sono più efficienti, i liquami industriali delle aziende a monte della capitale francese sono tutti convogliati in impianti di depurazione e il monitoraggio della qualità delle acque è (più o meno) costante. Nonostante tutto questo però tredici delle quattordici misurazioni della qualità delle acque della Senna effettuate tra il settembre 2023 e il marzo 2024 sotto i ponti Alexandre III e Alma dalla ong “Surfrider Foundation” hanno evidenziato livelli “superiori” o addirittura “molto al di sopra”, di concentrazione di escherichia coli ed enterococchi, due microbioti intestinali presenti nell’uomo e in altri animali a sangue caldo. 

Insomma la qualità delle acque non consentirebbe di nuotare. E la situazione, dopo l’ondata di piena del fiume in questi giorni, dovrebbe peggiorare. 

Dopo le rilevazioni effettuati dalla Surfrider Foundation l’assessore allo Sport e ai Giochi olimpici del comune di Parigi (nonché ex rugbista e bandiera dello Stade de France), Pierre Rabadan, ha detto all’Équipe che “verranno effettuate otto misurazione tra il primo giugno e il primo luglio e se dovessero esserci delle concentrazioni di batteri fuori norma non daremo l’ok alla balneabilità”. L’assessore ha detto che questo procedimento viene fatto ogni anno prima di dare l’ok alla possibilità ai parigini di fare il bagno nel fiume nelle zone aperte alla balneazione. La possibilità di fare il bagno nella Senna, spiega, “non viene data dalla prefettura dell'Île-de-France e dalla città di Parigi tirando in aria una moneta, è il risultato di un preciso processo scientifico”. 

Mancano un centinaio di giorni alle prove olimpiche (le gare di triathlon verranno disputate il 30 e il 31 luglio e il 5 agosto, mentre quelle di nuoto di fondo tra l’8 e il 9 agosto) e da quanto è stato riferito al Foglio da un membro del comitato organizzatore “non esiste al momento un piano B. E non esiste un piano B perché le rilevazioni effettuate dal comune di Parigi avevano sempre evidenziato livelli di eschirichia coli inferiori ai limiti di legge per consentire la balneabilità”. 

La speranza è che tutto venga fatto per bene. L’ultimo precedente infatti dovrebbe preoccupare gli organizzatori più di un cambio all’ultimo dei programmi olimpici. Il primo aprile la tradizionale sfida di canottaggio sul Tamigi tra le università di Oxford e Cambridge è finita con la vittoria di Cambridge e con diversi attacchi di vomito e collassi da parte dei vogatori di entrambi gli equipaggi a causa della concentrazione di eschirichia coli nelle acque del fiume. Secondo le rilevazioni fatte dagli organizzatori erano esattamente al limite di legge (limite comunque leggermente più alto rispetto a quello dell’Unione europea). Il capitano dell’equipaggio di Oxford, Leonard Jenkins, ha commentato così la gara: “Sarebbe stato tutto molto più bello se non ci fosse stata così tanta merda nell’acqua”. 

Un commento del genere al termine di una gara olimpica potrebbe fare storia. Una storia che forse non farebbe piacere agli organizzatori. 

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