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L'Europeo in vasca corta delle prime volte: l'Estonia, l'Irlanda, la Bosnia e Jasmine Nocentini

Francesco Caligaris

L'oro nei 100 rana femminili di Eneli Jefimova, l'allargamento dei confini del medagliere, i nuovi protagonisti azzurri. Sorprese e nuove realtà del nuoto a Otopeni

Poiché il nuoto, a differenza per esempio dell’atletica, è uno sport relativamente “giovane” (si corre da sempre; si nuota, perlomeno agonisticamente, da un secolo e mezzo circa), il fenomeno della globalizzazione è comparso soprattutto negli ultimi anni. La storica contrapposizione tra Stati Uniti d’America e Australia resiste, anzi, è più viva che mai, ma se un tempo assistevamo solamente a sparute intromissioni di singoli campioni da altri paesi, oggi si sono affermati solidi movimenti in intere nazioni (l’Italia, la Francia, la Gran Bretagna, la Cina, il Canada) e sempre più stati compaiono per la prima volta nei medaglieri delle grandi manifestazioni internazionali. Gli Europei in vasca corta di questa settimana, a Otopeni, in Romania, non fanno eccezione.

Mercoledì Eneli Jefimova ha vinto la prima medaglia d’oro per l’Estonia nella storia del nuoto senior. Nata il 27 dicembre 2006 (!), quindi 17 anni ancora da compiere, Jefimova ha rimontato con le ultime bracciate Benedetta Pilato nella finale dei 100 rana femminili. Prima di lei, l’Estonia era salita sul podio una sola volta agli Europei in vasca lunga (nel 2012 a Debrecen, in Ungheria, con Triin Aljand, argento nei 50 farfalla) e 13 volte agli Europei in vasca corta, con sette argenti e sei bronzi. Mai un oro. Mai una medaglia ai Mondiali. Figuriamoci alle Olimpiadi. Eneli Jefimova, talento generazionale che negli ultimi anni ha sbaragliato le gare giovanili e che dal 2025/2026 si allenerà negli Stati Uniti, alla North Carolina State University, aggiornerà presto le statistiche.

Anche l’Irlanda e la Bosnia hanno ottenuto due “prime volte” storiche agli Europei di Otopeni. Martedì Daniel Wiffen, nei 400 stile libero, è diventato il primo irlandese a conquistare una medaglia d’oro per il suo paese nella rassegna continentale in vasca corta, e ieri si è ripetuto nei 1500 stile libero con il terzo tempo più veloce di sempre, 14’09’’11. Il nuoto irlandese poteva comunque già contare su quattro medaglie olimpiche, tre ori e un bronzo, tutte ottenute ad Atlanta 1996 da Michelle Smith, su cui pesa però una vicenda di doping mai chiarita del tutto. Lana Pudar, un’altra classe 2006, sta scrivendo da sola la storia della Bosnia, e dopo la prima medaglia ai Mondiali in vasca corta (Abu Dhabi 2021, bronzo nei 200 farfalla) e il primo titolo agli Europei in vasca lunga (Roma 2022, oro nei 200 farfalla), ieri ha inserito il nome del suo Paese anche nel medagliere degli Europei in vasca corta, con il bronzo vinto sempre nei 200 farfalla, una delle specialità più faticose in assoluto.

È stato memorabile, nella giornata di ieri, anche il debutto di Jasmine Nocentini con la nazionale italiana. La veneta del 2002, nata a Padova, cresciuta a Panama e ora negli Stati Uniti per studiare e allenarsi, ha dovuto saltare i primi giorni di gare a causa di una sindrome influenzale, e chissà cosa avrebbe combinato nei 50 stile libero individuali visto il notevole 23’’16 lanciato (23’’60 nelle batterie del mattino) nuotato nell’ultima frazione della staffetta 4x50 mista femminile medaglia d’argento. Il record italiano individuale dei 50 stile libero, con partenza da ferma, è di Silvia Di Pietro, 23’’83.

Infine, nell’Europeo delle prime volte, mercoledì lo svizzero Noe Ponti (allenato dall’italiano Massimo Meloni) è diventato il primo nuotatore del suo paese a detenere un record europeo, 48’’47 nei 100 farfalla. Oggi Ponti sfiderà Alberto Razzetti nella finale dei 200.

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