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Vista la Serie A, fate davvero bene a darvi al tennis

Jack O'Malley

Il raccattapalle del Newcastle che ha stoppato la pagliacciata di Kudus merita un brindisi

Fatemi scendere in cantina per portare su la botte della birra migliore che ho per brindare al raccattapalle del Newcastle United che ha elegantemente detto a Kudus del West Ham di attaccarsi altrove per la sua esultanza da pagliaccio. L’attaccante ghanese forse pensa che la PlayStation sia lo stile di vita di qualunque minorenne sia oggi appassionato di calcio, e ha creduto normale chiedere a un ragazzino dei Magpies seduto a bordocampo di alzarsi dalla sua seggiola per appoggiarci il suo culone e fare l’esultanza buona per le condivisioni social. “Non capisco”, gli ha fatto segno l’eroico raccattapalle smentendo in un secondo la narrazione che piace tanto a quelli che la sanno lunga sulla Generazione Z che guarda solo gli highlights e tifa per i giocatori e non per i colori della propria città. Eroe.

   

https://www.ilfoglio.it/sport/2024/04/02/news/quello-che-non-dovremo-dimenticarci-quando-sinner-fara-il-primo-passo-falso-6393718/
     

Soprattutto considerando il fatto che il festeggiamento buffonesco di Kudus (che certe cose di fanno in casa, non in trasferta, andrebbe insegnato alla scuola calcio) era per il momentaneo 2-1 del West Ham sul Newcastle: la partita è finita 4-3 per i padroni di casa con il gol decisivo arrivato al 90esimo. Ma cosa ve lo dico a fare. 

Qualche giorno fa ho letto la notizia di quella mia connazionale inglese che è arrivata trafelata dal veterinario chiedendogli di salvare la vita a un riccio che aveva trovato in fin di vita per strada, salvo poi scoprire che non era un riccio, ma un pon pon, e quindi da rianimare c’era ben poco. Chissà perché ho pensato subito a voi italiani che vi ostinate a scambiare la Serie A per un campionato di alto livello, quando è una serie pon pon impossibile da rianimare. Giustamente vi siete buttati sul tennis come io mi sono buttato sulla mia bionda ieri, e lo avete fatto come sempre pisciando fuori dal vaso: nei vostri resoconti tennistici ormai Jannik Sinner è passato da peccatore a santo subito. Non importano quasi più le vittorie, ciò che conta è Sinner che gioca a calcio con i bambini e – udite udite – li fa generosamente vincere, Sinner che gioca a tennis sulla sedia a rotelle con “la leggenda del tennis in carrozzina” (ma perché “leggenda”? Per i sensi di colpa dei titolisti?) e alla fine dell’allenamento dice “alzati e cammina”, Sinner che quando vince a Miami fa i complimenti all’avversario e tutti si bagnano le mutande, Sinner che tiene l’ombrello alla raccattapalle e la invita a vedere la collezione di ace a casa sua, Sinner che vince ma pensa alla famiglia e non alla figa, Sinner che dice “l’importante è la salute”, Sinner che guarisce dall’impotenza il suo collaboratore tirandogli una pallina là dove non batte il sole, Sinner che ha pochi punti da difendere sulla terra rossa e quindi sarà numero 1 del mondo dopodomani, ma soprattutto Sinner che ha miracolosamente trasformato un popolo che aveva appena finito di dirsi esperto di rugby in un popolo esperto di servizio in kick.

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