Il difensore dell'Inter Matteo Darmian (foto LaPresse)

Olive #29

Matteo Darmian, uno nessuno e centomila

Giovanni Battistuzzi

Da centrale, a terzino a uno dei migliori interpreti della difesa a tre. Le tante puntate della storia calcistica del difensore dell'Inter, nuovo centro gravitazionale della retroguardia di Simone Inzaghi

Matteo Darmian è stato, nell'ordine: un promettente difensore centrale, un promettente terzino, un terzino in ascesa, uno dei migliori terzini in Italia, un terzino apprezzato in Premier League, un giocatore di cui si erano perse le tracce, un calciatore finito, un buon centrale difensivo, uno dei migliori centrali difensivi in Italia in una difesa a tre. In diciotto anni è stato uno, nessuno e centomila. 

Eppure tutti questi cambiamenti, di ruolo e aspettative, li ha affrontati senza mai cambiare di una virgola, senza cedere mai né all’autocompiacimento né allo sciocco eccesso di entusiasmo. È sempre rimasto il ragazzo che guidava la difesa nelle giovanili del Milan, quello che aveva lo “sguardo attento di chi cerca di imparare il più possibile e se questo è importante a prescindere, lo è ancora di più per un difensore”. Parola di Filippo Galli, il suo allenatore nella Primavera rossonera, soprattutto uno che in difesa è stato uno dei migliori in Italia e che se ha giocato meno di quello che avrebbe potuto è stato solo perché come compagni aveva Franco Baresi e Alessandro Costacurta. 

Matteo Darmian con la maglia rossonera ha giocato pochissimo, il meglio l’ha dato altrove: a Torino, nei primi mesi al Manchester United. Il meglio lo sta dando dall’altra parte del Duomo, con la maglia dell’Inter addosso. Era arrivato come rincalzo, si è scoperto perfetto per il gioco che aveva in testa Simone Inzaghi. Perfetto perché capace non soltanto di seguire le idee del tecnico, piuttosto perché capace di interpretarle nei fatti, essere anche lì uno nessuno e centomila, ossia modificare posizione e modo di intendere la partita a seconda dei cambiamenti degli avversari, delle circostanze in campo e, soprattutto, dei compagni di reparto. 

   

Simone Inzaghi e Matteo Darmian (foto LaPresse)
   

E questo è potuto accadere perché Matteo Darmian in questi anni ha mantenuto lo “sguardo attento di chi cerca di imparare il più possibile”, non ha mai smesso. Era per questo che Louis van Gaal ai tempi del Manchester United difficilmente faceva a meno di lui. Lo schierava a destra, a sinistra, centrale, nella linea difensiva o in quella di centrocampo, dall’inizio o a partita in corso, a seconda di quello che serviva. E serviva sempre. Non andò così con l’arrivo di José Mourinho, ancor peggio con Ole Gunnar Solskjær. 

Tornò in Italia da reietto, ripartì da Parma. Ci volle poco per ripartire da dove aveva interrotto. Al Tardini divenne necessario come l’ossigeno. 

L’Inter se ne accorse subito. Antonio Conte lo volle con sé, perché uno come Matteo Darmian era ciò che serviva ad uno come Antonio Conte. E anche ad uno come Simone Inzaghi

In silenzio, senza necessità di occupare il centro del proscenio, Matteo Darmian si è calato in una nuova parte, quella del centro gravitazionale della difesa. Gli altri si muovono, lui bilancia. E quando gli altri stanno fermi tocca a lui ricordare a tutti che c’è stato un tempo nel quale era considerato il miglior terzino italiano in circolazione. Lo sa fare ancora. Solo che adesso sa fare molte altre cose. O meglio, dimostra in continuazione di saper fare molte altre cose.

   


     

Anche quest'anno c'è Olive, la rubrica di Giovanni Battistuzzi sui (non per forza) protagonisti della Serie A. Piccoli ritratti, non denocciolati, da leggere all'aperitivo. Ecco i (non per forza) protagonisti di questa stagione: Jens Cajuste (Napoli); Luis Alberto (Lazio); Federico Chiesa (Juventus, raccontato da Ruggiero Montenegro); Andrea Colpani (Monza); Romelu Lukaku (Roma); Yacine Adli (Milan); Albert Gudmundsson (Genoa); Giacomo Bonaventura (Fiorentina); Zito Luvumbu (Cagliari); Matias Soulé (Frosinone); Riccardo Calafiori (Bologna); Etrit Berisha (Empoli); Jeremy Toljan (Sassuolo); Lorenzo Lucca (Udinese); Joshua Zirkzee (Bologna); Lautaro Martinez (Inter); Pasquale Mazzocchi (Salernitana); Matteo Ruggeri (Atalanta); Ivan Ilic (Torino); Sandi Lovric (Udinese); Mike Maignan (Milan); Tijjani Noslin (Hellas Verona); Mario Pasalic (Atalanta); Jonathan Ikoné (Fiorentina); Matteo Pessina (Monza); Hamza Rafia (Lecce); Loum Tchaouna (Salernitana); Michael Folorunsho (Hellas Verona). Trovate tutti gli articoli qui.

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