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Calcio e geopolitica

La Curva Fiesole della Fiorentina contro il Maccabi: prima del calcio viene l'identità nazionale

Nicola Mirenzi

La protesta anti israeliana dei tifosi della squadra viola in occasione degli ottavi di Conference league. Ma la formazione di Haifa è tutt’altro che un reggimento della purezza etnica

Giovedì, la Fiorentina giocherà in casa il ritorno degli ottavi di finale contro la squadra di calcio israeliana del Maccabi Haifa, e i tifosi della curva Fiesole si stanno preparando ad accoglierla come la rappresentanza di uno stato canaglia. “In questa Conference League”, scrivono in un comunicato stampa di protesta, “la sorte ci ha messo davanti una squadra che viene da un paese che si dice ‘in guerra’, ma che in realtà sta massacrando una popolazione civile, inerme”.

Per ragioni di sicurezza, i sei settori dello stadio Franchi più prossimi al campo da gioco sono stati chiusi. Lo stadio sarà bonificato con cani antiesplosivo. Ed è stato disposto che i tifosi della Fiorentina entrino nello stadio entro le 18.15, mezz’ora prima dell’inizio della gara. Misura che ha orripilato la curva, che ha invitato alla disobbedienza, soprattutto perché serve a “garantire la visita di una tifoseria che a Budapest si è presentata coi vessilli inneggianti a un esercito che attacca i civili, colpevoli di attendere acqua, cibo e medicinali”.

Il dettaglio significativo è che il Maccabi Haifa è tutt’altro che un reggimento della purezza etnica: è una squadra in cui giocano calciatori di dieci diversi paesi, credenti di quattro religioni, con un allenatore, Messay Dego, di origini etiopi, e un calciatore simbolo, Anan Khalaili, che è un arabo israeliano di fede musulmana. La maglietta numero 4 è indossata da un nigeriano di 28 anni che di cognome fa Mohamed, come Maometto, e di nome Ali, come il cugino e quarto successore del Profeta, il più venerato dagli sciiti, pur essendo, Ali Mohamed, di religione cristiana. Scrivono, i tifosi della Fiorentina, ricordandolo “agli smemorati”, che “un paese come Israele, non è in Europa”. Sebbene nulla di più simile alla varietà sociale dell’Europa si trovi in medio oriente della storia del Maccabi Haifa e, più in generale, del calcio israeliano. Che, secondo il sociologo Oz Almog, è il più forte “contrasto all’immagine di Israele come società razzista”, dato che solo nel calcio “gli arabi tifano per gli ebrei e gli ebrei tifano per gli arabi”.

 

Racconta al Foglio Oded Baloush, ex calciatore del club, oggi presidente dei veterani dell’Haifa, di aver giocato con una delle più grandi leggende del calcio israeliano, Zahi Armeli, arabo e musulmano, ancora insuperato come miglior marcatore della storia del club, nonché stella della nazionale israeliana. Il primo calciatore arabo musulmano, Hassan Boustouni, giocava nell’Haifa negli anni Sessanta, sebbene non fosse un fenomeno. Poi ci sono stati dei calciatori più brillanti come Beram Kayal e Mohammad Abu Fani, fino all’anno scorso capitano del club. “Per me”, dice Baloush, “la più grande religione non è l’ebraismo, né il cristianesimo, né l’islam: è il calcio”. 

Per i tifosi della Fiorentina, invece, prima di tutto vengono le bandiere nazionali, fino al punto di sovrapporle a quelle di un club di calcio. Senza pensare a come si sentirebbero se la squadra che più odiano al mondo, la Juventus, venisse presa all’estero come simbolo dell’intera Italia, dunque anche di Firenze. La Curva Fiesole, però, si spinge anche nel campo internazionale, attaccando la Uefa per aver escluso i club della Federazione russa dopo l’invasione dell’Ucraina e non quelli di Israele per la guerra a Gaza (con il piccolo dettaglio che Israele è stata attaccata sul proprio suolo il 7 ottobre, mentre la Russia no).

E così, dopo l’assalto alla presentazione della biografia di Golda Meir scritta da Elisabetta  Fiorito, con in testa un drappello di femministe filo palestinesi alla moda, va in scena, sempre a Firenze, la contestazione di una squadra israeliana in quanto israeliana, con i calciatori e i tifosi trasformati in obiettivi sensibili e sottoposti a misure di sicurezza eccezionali. All’andata, la partita è finita 4 a 3 per la Fiorentina. Dovessero perdere il ritorno, giovedì sera, non è di buon augurio la teoria esposta dal grande tifoso viola e attore Massimo Ceccherini, che, domenica, ha detto in tv: “Tanto vincono sempre gli ebrei”.

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