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Il Foglio sportivo

Julio Velasco e le donne

Eleonora Cozzari

Cinque motivi per cui credere nel nuovo commissario tecnico della Nazionale di volley femminile

La pallavolo fa quello che può, con quello che ha, nel posto in cui è. E pure Theodore Roosevelt approverebbe. Julio Velasco è ufficialmente il nuovo ct della Nazionale femminile e se per sentirlo parlare bisognerà attendere il 21 novembre, quando verrà presentato in una conferenza stampa, meglio capire prima perché le donne puntano su un allenatore 71enne che è un modello per tutti, non solo nella pallavolo, ma vinceva quando loro non erano neanche nate.

Uno: perché non lo hanno scelto le giocatrici. Il che non è una notizia. Però Julio Velasco è lontanissimo dal loro mondo. Molto vicino invece, anche anagraficamente parlando, a quelli che comandano la Federazione.  E Velasco è uno scudo da usare anche per glissare sulle responsabilità (passate o future) della Federazione. Che nel 2025 si sa, ci sono le elezioni.

Due: loro (le giocatrici) avrebbero forse preferito uno come Daniele Santarelli, il nuovo re Mida della pallavolo. Il tecnico classe 1981, da quando è diventato il primo allenatore di Conegliano ha vinto cinque scudetti. Ovvero tutti quelli che ha giocato. La scorsa estate, appena si è seduto sulla panchina della Serbia, è tornato dal Mondiale con la medaglia d’oro. Di più: è pure il marito di Monica De Gennaro, il libero inspiegabilmente messo da parte da Mazzanti. L’uomo perfetto ha però un problema insormontabile: non è più su piazza. Lo era un anno fa ma la Federazione ha dato fiducia a Davide Mazzanti. Velasco invece arriva da quattro anni passati in Fipav come direttore tecnico del settore giovanile azzurro. È vero, a settembre aveva deciso di intraprendere una nuova sfida: allenare un club femminile, Busto Arsizio, ma nel contratto una clausola lo lasciava libero per la chiamata azzurra. È la sua ultima occasione. Se la giocherà al meglio.

Tre: Julio conosce le donne. E Dio solo sa quanto ne hanno bisogno. Memorabili sono le sue lezioni sulla differenza di approccio nell’allenare una squadra maschile o una femminile. “Noi maschi tendiamo a fregarcene dell’errore. Se chiedi a un ragazzino di 15 anni di farti vedere come schiaccia lui proverà a fare un super colpo. Nel frattempo tirerà otto palle in rete e due fuori. Ma quando ci riesce si pavoneggerà. Una ragazzina, alla stessa richiesta, se tira la palla in rete una volta, quel colpo non lo riprova per una settimana. Ma non perché ha paura, perché le donne odiano sbagliare. Lo stesso vale per i time out motivazionali. Con gli uomini va bene il metodo dell’orgoglio: “Vi si legge in faccia che avete paura” dico. Loro si arrabbiano, tornano in campo e se la prendono con l’avversario. Le donne se  dici una cosa del genere se lo chiedono davvero e c’è il rischio di convincerle che sul serio hanno paura. Perché le donne funzionano in un altro modo, la sfida per loro deve avere una forte connotazione affettiva”.

Quattro: portare la prima medaglia olimpica anche alla pallavolo femminile è la sfida che gli solletica l’ego e gli risveglia la competitività da primo della classe (vero).  Ventisei anni fa Velasco guidò la Nazionale femminile per un anno. Arrivò un quinto posto agli Europei ma lasciò in eredità ben altro: la nascita del Club Italia. Una svolta. Se Egonu è quello che è lo deve (anche) al Club Italia che l’ha formata. E quindi pure all’intuizione del suo nuovo allenatore. 

Cinque: il patto di ferro. In nome di quello (per arrivare alla qualificazione olimpica prima e all’agognata medaglia forse) si appianeranno i dolori passati con gran parte dell’ossatura azzurra e soprattutto Paola Egonu tornerà a fare l’opposto titolare. Quando il nome di Velasco era già nell’aria, Egonu – che a Busto bazzica spesso, visto che ci gioca la sua migliore amica – ha avuto un “casuale” incontro con lui. Velasco aveva poi commentato: “Il consiglio che posso darle è di lasciare perdere tutto il resto e lavorare come mai ha lavorato, meglio di qualsiasi altro anno o di come abbia mai fatto in vita sua”. Aveva centrato gran parte del problema. Dal 1 gennaio 2024 (data di inizio del contratto di Velasco) si procederà a risolverlo.  

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