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MotoGp

Tocca a Pecco Bagnaia dimostrare di essere un fuoriclasse e non solo un campione

Umberto Zapelloni

A tre gare (più tre sprint) dal termine della stagione della MotoGp, il campione del mondo ha 13 punti di vantaggio sullo spagnolo Jorge Martin

Un anno fa, quando alla fine riuscì a recuperare 91 punti e a laurearsi campione del mondo, sembrava fin tutto più facile. Forse perché non aveva nulla da perdere e si sentiva leggero man mano che quel gap diminuiva per poi sparire del tutto. A tre gare (più tre sprint) dalla fine del Mondiale, Pecco Bagnaia ha 13 punti di vantaggio su Jorge Martin, ma chissà perché tutto sembra più complicato. Sarà perché Martin guida una Ducati come la sua. Sarà perché non sono in tanti ad aver vinto due Mondiali di fila (in MotoGp ci sono riusciti solo Valentino e Marquez). Ma sta di fatto che quando mancano ancora le gare di Malesia, Qatar e Valencia, nulla appare scontato. Il campionato è equilibrato, anche perché tutti e due i contendenti non sono esenti da errori. Lo zero di Bagnaia in India e quello di Martin in Indonesia pesano come macigni sulla classifica

“Non voglio pensare al campionato, attaccherò come al solito – assicura Pecco - spingerò e darò del mio meglio come sempre per incrementare il gap. Lottare per il campionato per il terzo anno consecutivo significa che stiamo facendo un ottimo lavoro. Non credo che sarà un fallimento nel caso in cui lo perdiamo. Sarebbe fantastico vincere perché non ricordo molti nomi che abbiano vinto il titolo per due anni di seguito. Sarebbe splendido per me, stiamo lavorando per questo e proveremo a fare il massimo”. Non sarà un fallimento è quasi un auto assoluzione. Magari non un fallimento, ma una brutta botta certamente. Perché in un anno in cui il suo grande avversario designato, Enea Bastianini, è andato ko alla prima uscita, la sua strada avrebbe dovuto essere spianata. E invece a tre gare dalla fine Pecco è ancora lì con un campionato apertissimo. Sotto pressione. Anche se non gli dispiace. Sembra quasi che in certe condizioni sbagli meno: “E' un piacere avere questo tipo di pressione. Siamo in lotta per il titolo, quindi se non ci fosse, vorrebbe dire che non ci interessa molto del risultato e di quello che stiamo facendo. Credo che la pressione sia normale ed è un grande carburante dal mio punto di vista. Dobbiamo usarla per migliorare e per sentire la fame di essere di nuovo campione”.

Sarebbe curioso ritrovarsi sazi dopo un solo mondiale e quando si è ancora in testa al campionato. Non è possibile pensare che oggi Martin abbia più fame solo perché non ha mai vinto il campionato. Ma probabilmente è proprio qui che passa la differenza tra un campione e un fuoriclasse. Il fuoriclasse, quello che è stato Valentino, ma in fin dei conti anche Marquez, è quello che non si accontenta mai. È cannibale sempre. Tocca a Pecco dimostrare di essere di quella pasta lì. Perché due Mondiali di fila ti cambiano la vita, ma modificano anche la percezione che la gente ha di te.

“L'anno scorso avevo avuto tanta pressione per tutto il weekend, però poi avevo vinto la gara – ricorda Pecco - Ogni persona, ogni pilota, ha delle sensazioni diverse in termini di pressione. Ma è sempre una motivazione. Non so per Jorge, ma per quanto mi riguarda penso che l'esperienza possa sicuramente aiutarmi in qualche situazione, ma è anche totalmente diverso rispetto all'anno scorso”.

Si corre su una pista che gli piace: “E' una delle mie piste preferite, adoro sempre venire qui, perché ho dei bellissimi ricordi in tutte le categorie. Ci vorrà anche un po’ di fortuna per le previsioni meteo, anche se credo che potremo essere competitivi in ogni situazione anche in qualifica” dove ultimamente si è un po’ perso: “La gomma da gara dovrebbe essere la media, che in realtà è la soft e quindi dovrebbe andar bene. L'ultima volta che siamo stati qui è stato per i test invernali e tutto era andato alla perfezione. Sarà interessante perché il livello su questa pista è sempre molto alto per ogni moto, non solo per la nostra. Ma spero di riuscire a partire più avanti per evitare battaglie come quelle che ho dovuto fare in Thailandia". Ma è difficile immaginare un finale senza battaglia quando il tuo avversario ha la tua stessa moto. Il rischio è di arrivare a giocarsi tutto all’ultima gara dell’anno a Valencia. È un po’ quello che sognano tutti per tenere alta l’attenzione su un campionato che ne ha davvero bisogno. 

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