(foto Ansa)

formula 1

Al Gp di Monza vince ancora Verstappen. Ma Sainz merita applausi

Fabio Tavelli

L'olandese conquista anche il Gran Premio d'Italia. Eppure per una volta la copertina la merita la Ferrari

Carlos Sainz si candida ufficialmente al Ministero della Difesa nel giorno del record assoluto di vittorie consecutive per un pilota di Formula 1. Max Verstappen ha solo il difetto, per i suoi sponsor, di venir inquadrato dalla televisione meno di quanto meriterebbe per uno capace di vincere dieci gare consecutive, dodici delle prime quattordici (eguaglia Schumacher 2004) e di fare tennisticamente il Grande Slam avendo visto per primo la bandiera a scacchi nei 4 Gp storici (Monaco-Silverstone-Spa-Monza). Doppietta Red Bull “a casa nostra” potrebbe essere un cattivo titolo, anche se veritiero, per sintetizzare il pomeriggio monzese. Perché per una volta la copertina la merita anche la Ferrari. Mai così veloce, mai così vicina alle Red Bull e superiore a tutto il resto del gruppo. I due Carli, Carlos e Charles, hanno inscenato un duello da saloon che ad un certo punto ha lasciato intendere che i due potessero anche suonarsele al punto di danneggiarsi. Non siamo ai livelli di Villeneuve-Pironi a Imola 1984 (con tutto quel che poi drammaticamente accadde dopo per entrambi i piloti) ma di sicuro al fioretto ad un certo punto si è sostituito lo spadone. E Carlos Sainz, difensore strenuo e valoroso, ne è uscito vincitore, potendo come premio salire sul podio accanto ai due tori. Tutti i piloti ricordano come il primo rivale sia sempre il compagno di squadra e quindi è legittimo che pur di stare davanti ognuno sia disposto a prendersi rischi superiori al normale. Sainz ha passato un pomeriggio in trincea. Ha lottato come un leone nei primi giri quando nel suo specchietto Verstappen appariva con il DRS aperto e le fauci spalancate.

 

L’olandese alla fine è passato, aiutato da un errorino dello spagnolo con un bloccaggio in frenata alla prima chicane. Poi gli è toccato tentare vanamente di tenere dietro il Checo Perez, che è passato perché alla fine Sainz non ne aveva davvero più. E infine gli è arrivato dietro anche Leclerc. Diciamo che se i primi due Sainz poteva “lasciarsi passare” perché di fronte all’ineluttabile superiorità delle Red Bull non ci si può difendere all’infinito per il 55 finire davanti al 16 era vitale. Leclerc ha provato in ogni pertugio ad infilarsi, respinto a volte con perdite (di gomma e di coronarie per chi guardava) e altre volte con brividi per chi temeva, legittimamente, che quei due alla fine facessero come lo stesso Leclerc e Vettel in Brasile nel 2019 quando finirono per buttarsi fuori. Non è successo, per fortuna, e il popolo rosso ha potuto invadere pacificamente il circuito per festeggiare il podio dello spagnolo. Manca sempre meno al terzo mondiale consecutivo per Verstappen, resta in piedi il vaticinio di Russell (le vinceranno tutte) e la Ferrari ha recuperato il terzo posto nel mondiale costruttori. La F1 saluta l’Europa e vira a est. Prossime due a Singapore e Suzuka.

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