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Serie A

La Fiorentina ha trovato la sua strada

Andrea Trapani

Era dal 2003 che la Viola non vinceva sette partite di fila (tra campionato e coppe). Allora però giocava in C2. Le ragioni del gran momento della squadra di Vincenzo Italiano

Negli ultimi due anni è apparsa nel calcio italiano una squadra su cui ogni commentatore sportivo ha scritto tutto e il contrario di tutto: parliamo della Fiorentina di Vincenzo Italiano. Dopo la scorsa stagione che ha risollevato il morale di una piazza esigente come quella di Firenze, l’inizio del 2023 sembrava aver lasciato solo i ricordi del bel gioco di pochi mesi prima. Il Franchi, dopo la sconfitta con il Bologna, era arrivato a salutare la squadra con un sarcastico, quanto doloroso, “fate ridere”.

Non sappiamo quanto la psicologia riesca a incidere nei risultati, ma qualcosa è cambiato nello spogliatoio. Serve gran calma nelle analisi, come ripete da inizio campionato Enrico Veronese nella sua rubrica sulla Serie A, lo sappiamo bene, ma quel che è successo nelle ultime settimane arricchisce ancor di più il remake dello strano caso del dottor Jekill e mister Hyde che sta andando in scena a Firenze.

   

Sette vittorie di fila, non accadeva da venti anni

La Fiorentina arriva alla sosta di campionato con sette vittorie consecutive tra le varie competizioni, una striscia che non realizzava dal 2003 (anno in cui giocavano nella più abbordabile Serie C2). Non solo, tra il 16 febbraio e ieri, i viola hanno giocato nove partite con otto risultati pieni e un solo pareggio, in rimonta, contro l’Empoli. In Serie A hanno totalizzato tredici punti nelle ultime cinque partite, un primato condiviso con la Lazio di Sarri, con appena due reti subite. Qualcosa è successo.

Il tecnico ha detto che la vittoria sul Verona ha dato nuova consapevolezza alla squadra che oggi si trova a giocare da protagonista su tre palcoscenici: nella massima serie la zona europea è tornata a essere vicina, in Conference League ci sono i quarti di finale contro il Lech Poznan e in semifinale di Coppa Italia è attesa dal doppio impegno contro la Cremonese. Insomma, sta per arrivare un mese di fuoco che potrebbe regalare traguardi impensabili solo qualche settimana fa.

   

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L’esplosione di Dodô, la rinascita di Saponara

Cos’è cambiato? La Fiorentina ha visto crescere piante già coltivate. Il valore di giocatori come Dodô non era sconosciuto al calcio europeo, ma si è dovuto attendere molto affinché si affermasse. Terzino versatile e di grande talento ha iniziato a dare solidità alla difesa e alla costruzione del gioco offensivo. Mica poco per una squadra che sembrava essere rimasta senza gol. Quelli sono tornati con Cabral, ma il tecnico ha sempre avuto fiducia nei suoi difensori, e grazie all'alternanza tra gli interpreti, ha potuto rilanciare altri giocatori come Milenkovic, Igor e Quarta. Le rotazioni sembrano aver risolto, almeno in parte, i problemi emersi nella prima fase della stagione. Si sono affermate alcune certezze, come Mandragora, a cui si è aggiunta la (tarda) rinascita di Saponara che, già con la maglia dello Spezia, aveva creato un’alchimia speciale con Vincenzo Italiano.

    

Un aprile complicato

Una chimica che la pausa forzata per le nazionali potrebbe interrompere, ma non sarebbe nemmeno corretto pretendere che la squadra viola vinca ogni partita. Aver ritrovato la propria natura vale più dei tre punti, saper vincere di corto muso è la scelta più efficace quando sullo sfondo compaiono le prime possibili finali da raggiungere. Il calcio è sì romantico ma non così tanto: a fine anno si ricordano i risultati, non gli applausi per un dribbling.

Per questo il tour de force di aprile, con ben nove partite in un mese solare, richiede più testa che gambe. Nelle prossime settimane Italiano dovrà entrare nella testa di un ciclista per comprendere che essere il più forte tra le pietre non basta. Non è un paragone azzardato: se Bruges è la Venezia del Nord, le Fiandre sono l’omologo più settentrionale della Toscana. Per stare davanti a tutti tra i muri è fondamentale non sprecare energie inutili e attaccare al momento giusto: impeto agonistico e autocontrollo, la formula magica tra le due ruote e il pallone.

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