Il Foglio sportivo

Mercedes contro Red Bull, è Formula veleno

Umberto Zapelloni

Lewis Hamilton e Max Verstappen si prendono a spallate, Wolff e Horner sono quasi arrivati alle mani. Una sfida senza limiti e con poche regole che piace tanto alla F1. Perché questo Mondiale dei veleni alza l’audience

Toto e Chris, che poi sarebbero Wolff e Horner, sono già arrivati quasi alle mani. “A Silverstone se non si fossero messi di mezzo i commissari finiva male”, ci racconta un testimone. Il mondiale di Formula 1 2021, il più divertente e combattuto degli ultimi dieci anni, rischia di trasformarsi in un incontro di wrestling. Con la differenza che qui le botte se le danno sul serio. Il bello è che Lewis Hamilton e Max Verstappen, dopo essere arrivati al corpo a corpo violento a Imola, Silverstone e Monza, hanno imparato a sfidarsi senza buttarsi fuori pista come hanno dimostrato domenica scorsa a San Paolo, mentre i loro datori di lavoro stanno alzando in modo pericoloso il livello della battaglia. Ormai è come se salissero su un ring  tutte le volte che si incontrano. “Abbiamo cominciato come due pugili dilettati, poi siamo diventati professionisti, oggi combattiamo a mani nude come nella Mma”, ha ammesso Toto.

 

Neppure Ron Dennis e Cesare Fiorio erano mai arrivati a tanto negli anni della grande sfida tra McLaren e Ferrari. Al massimo Dennis lasciava intendere, buttava lì delle frasi, ma non ci sono negli archivi e nella memoria degli episodi come quello di qualche mese fa a Silverstone, dopo che Hamilton aveva mandato all’ospedale Max Verstappen con una manovra che, vista e rivista, assomiglia sempre di più a un errore di valutazione che a un affondo volontario.


“Sono anni che la Mercedes non ha avversari e forse non regge la pressione… se non sopporti il calore, stai lontano dal fuoco”, ha buttato lì Chris Horner via Netflix. Toto Wolff gli ha risposto via Daily Mail mettendola sul personale: “Perdere il padre e sentirsi solo a 14 anni e senza un soldo, quella è pressione. Lottare per un titolo mondiale non lo metto neanche sulla bilancia”. Una risposta dura, attraverso un giornale inglese per colpire nel segno. Ma Toto non si è accontentato: “Qualcuno di noi davanti a un microfono o una telecamera crede di trovarsi a Hollywood e diventa un piccolo attore – aggiunto – e va benissimo per la F1, in qualità di azionista ne sono felice. Christian ha capito benissimo che è parte di un grande cast che è la F1 e perciò sfrutta questa situazione. Anche in passato Bernie Ecclestone cercava in tutti i modi di alimentare tutto ciò che poteva essere soap opera, soprattutto quando lo spettacolo in pista non era così esaltante”. Parole che non sono leggerissime. 


Horner una deriva hollywoodiana ce l’ha per davvero, visto che è sposato con Geri Halliwell, una delle Spice Girl. Anche Toto è sposato con una donna di mondo, Susie Stoddart, che però è una pilota e non una cantante e adesso è anche una manager visto che fa il lavoro del marito, ma per la Virgin in Formula E. Toto e Chris hanno due figli di quattro anni (Jack Wolff e George Edward Horner), ma è difficile che abbiano cambiato i pannolini  come raccontavano una volta Michael Schumacher e Mika Hakkinen. È più facile che insegnino ai figli ad andare in auto e a tirare con la cerbottana. Toto e Chris hanno un passato da piloti. Neppure malvagio. Ma poi hanno capito che la loro strada era diversa. Toto si è comprato prima un pezzo della Williams (e ha messo la moglie a fare la collaudatrice), poi è saltato sulla Mercedes diventando socio e team manager, uno, se non il migliore, dirigente sportivo degli ultimi anni. Horner, dopo esser stato team manager della sua squadra nelle formule minori, è stato ingaggiato da mister Red Bull e non si è più fermato. Toto ha già vinto 14 mondiali, Chris 8. Ma hanno ancora una fame pazzesca.


“Adoro vedere lo spirito combattivo di Toto, mi piace – ha detto Hamilton – Ho visto una foto durante la gara di Interlagos… mi ha fatto ridere molto! Se Toto fosse rilassato non avrebbe quel fuoco e quella passione che fanno parte della nostra squadra, vederlo così teso conferma che è da lui che parte il nostro spirito, è il leader e lo vogliamo come capo, qualcuno che spinge per guadagnare ogni millesimo”. Il fuoco di Toto lo ha portato a incendiare il paddock quando ha chiesto alla Fia di riesaminare alla moviola la difesa di Verstappen nel primo tentativo di sorpasso di Lewis in Brasile. Una mossa che ha fatto ribadire a Max: “Rifarei tutto come a San Paolo” e a Lewis “Ora che l’ho rivisto meglio, ho un’idea diversa, ovviamente”. 


I commissari hanno preso tempo per decidere. Fin troppo. Ma alla fine hanno deciso di non intervenire. Giusto così anche se Toto ha detto: “Ci devono dire se sarà possibile superare all’esterno in futuro. Ci vuole chiarezza, non vogliamo finire il Mondiale in tribunale”. Intanto la Fia ha messo Wolff e Horner uno accanto all’altro nella conferenza del venerdì. Gettando nitroglicerina sul fuoco. Non si sono guardati fino a che Horner non ha detto: “Non credo che io e Toto passeremo mai il Natale insieme. Siamo due persone molto diverse, abbiamo un modo di lavorare molto diverso. A Toto piace gridare in tv, a mo no...”. A quel punto Toto lo ha guardato. La pensa così anche lui. “Non avrebbe senso andare a cena con chi è un tuo nemico”, aveva detto poco prima. Avversari. Nemici. Si sfideranno ancora tra reclami e contro reclami. Horner lo ha detto chiaramente: “Hanno un motore che spinge 27 km/h più degli altri e un’ala che flette. La Fia deve garantire che tutto sia regolare”. “Solo uno stupido andrebbe in pista con qualcosa di irregolare”, ha risposto Toto. Abbiamo ancora tre weekend sul ring. In fin dei conti questa sfida senza limiti e con poche regole piace tanto alla F1. Questo Mondiale dei veleni alza l’audience. Basta che, ammaliata da Netflix, la Formula 1 non trasformi “Drive to survive” in “Squid game”.

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