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Il pub senza alcol è come il calcio senza inglesi

Jack O'Malley

I giornali sportivi non sanno più cosa inventare. Meglio aspettare le coppe con una birra in mano

Ammettiamolo, questo è il momento peggiore dell’anno, quando la stagione volge al termine, si trascina aspettando l’inizio del calciomercato ed è costellata di molte inutili partite e pochissimi match davvero decisivi. Non avendo voi nessuna squadra in finale di coppa, né una Nazionale alle finali di Nations League, le uniche emozioni vengono dall’attesa di Inter-Empoli. Presto, per disperazione, vi riciclerete tutti esperti di calcio femminile, parlerete del Mondiale in Francia fingendo di essere fan di Sara Gama da anni, diventando esperti della valorizzazione del minimo particolare per nascondere le delusioni dei risultati (tanto siete allenati, lo fate da un decennio con il rugby).

 

Ma questo è il momento peggiore dell’anno soprattutto perché siti e giornali sportivi ci costringono a leggere una quantità di balle oltre il consentito. Qualunque rumor diventa notizia: se in un bar di Madrid qualcuno dice che secondo lui Sergio Ramos andrà al Frosinone diventa un autorevole “dalla Spagna dicono che…”. Nell’ultima settimana chiunque è diventato allenatore della Juve in pectore, Conte non è ancora stato annunciato ma già ovunque si legge di come sarà la sua Inter, De Laurentiis passa indifferentemente da accusare i poteri forti di avere falsato la serie A lo scorso anno a dire durante la cena del suo compleanno che gli piacerebbe Castagne (con lo stesso effetto). Si cercano indizi sul futuro di Mauro Icardi guardando la sezione sport del sito di Suning, e a Tuttosport danno lezioni di giornalismo d’inchiesta online con pezzi sui “sorrisi durante l’allenamento” della Juventus e l’elenco delle auto di lusso di Cristiano Ronaldo. Si tentano biechi clicbait titolando “Lippi torna sulla panchina della Nazionale” scrivendo “Cina” piccolo in alto, o si apre il sito con una gallery fotografica sulle somiglianze tra i calciatori famosi e i personaggi di “Game of Thrones”. Qualcuno chiami la Croce Rossa, il Telefono Azzurro, gli alcolisti anonimi: andate a salvare i giornalisti sportivi italiani dalla mestizia in cui l’assenza di notizie decenti li ha gettati. O almeno portateli al pub. Non al Virgin Mary di Dublino, però: piuttosto fate loro scrivere venti pezzi sul ritorno di Balotelli che finalmente ha messo la testa a posto, ma non portateli al Virgin Mary. Segno inequivocabile del declino dell’occidente, questo bar che ha aperto da poco in Irlanda è soltanto l’ultimo di una lunga serie di locali in cui non si servono bevande alcoliche e che piacciono molto. Leggo sul sito The drink business che il Virgin Mary si propone come “un’alternativa sobria alla solita pinta”. Dopo le seghe, Macron, l’hamburger di tofu e il mascara per gli uomini dovevo aspettarmelo. Non vedrò certo lì le due finali europee che si giocheranno la prossima settimana, quelle dell’orgia british a Madrid e Baku, quando andremo a ricordare a tutto il mondo che il calcio lo abbiamo inventato noi, e che quando lo giochiamo noi è tutta un’altra cosa. Non farò il tifo per nessuna delle quattro – il mio cuore in Inghilterra è solo per lo Sheffield United – mi godrò lo spettacolo brindando ai colleghi italiani che intanto staranno estraendo a sorte da un cilindro la prossima notizia di calciomercato pronta a essere smentita.

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