Arturo Lupoli (foto LaPresse)

Lupoli, da meteora all'Arsenal ad amuleto alla Fermana

Leo Lombardi

Del talento scappato da Parma per diventare il pupillo di Wenger si erano ormai perse le tracce. Ma in Lega pro, ormai trentenne, è tornato a essere decisivo

Rino Gattuso era stato il primo. E forse l'unico a mantenere le promesse. A 19 anni, nel 1997, i Rangers gli offrono quello che il Perugia non può (o non vuole dargli). A fine contratto vola in Scozia, scappando da una finestra per sfuggire a Luciano Gaucci. Gli basta una stagione per crescere bene (obbligatorio per sopravvivere agli scherzi di Paul Gascoigne), trovare moglie a Glasgow e ritornare in Italia, prima alla Salernitana, quindi al Milan, dove avrebbe vinto tutto fino a diventare campione del mondo con l'Italia nel 2006. Ma per un Gattuso che ce l'ha fatta, tanti sono stati i giovanissimi italiani bruciati dalla tentazione estera. Scelte operate a causa della normativa sui contratti per minorenni - e comunque si sarebbe dovuto trovare dirigenti disposti a scommettere su un loro futuro da professionisti - oppure per le crisi economiche dei club. Un terreno di caccia fertile per le società straniere, soprattutto inglesi, che attiravano i ragazzi in fuga, accompagnati dall'italico grido di dolore: “Ci stanno strappando i migliori talenti”.

 

Oggi, a guardarsi indietro, forse tanto talenti non erano, tolte alcune eccezioni come Samuele Dalla Bona, passato dall'Atalanta al Chelsea con alcune stagioni discrete, oppure Vito Mannone, portiere di successo con Sunderland e Reading dopo aver salutato Zingonia in direzione Arsenal. Gli altri? Federico Macheda, scappato al Manchester United dalla Lazio e passato alla storia per i gol in Premier al Chelsea e all'Aston Villa, oggi sverna in Grecia, al Panathinaikos. Davide Petrucci, definito il nuovo Totti e passato anch'egli allo United dalla Roma, non ha mai giocato con i Red Devils e lo troviamo in Turchia, al Caykur Rizespor. Vincenzo Camilleri era finito al Chelsea dalla Reggina, con tanto di denuncia Uefa del presidente Lillo Foti e favoleggiata fuga dal Centro sportivo Sant'Agata verso Londra su un elicottero di Roman Abramovich. Dopo pochi mesi era tornato in Italia e quello che era considerato in prospettiva un ottimo difensore, si esibisce con la Vibonese.

 

Più rumore di tutti aveva fatto una coppia di attaccanti cresciuta nel Parma. Giuseppe Rossi e Arturo Lupoli lasciano l'Emilia nel 2004, hanno 17 anni e si congedano da un club che sta cominciando a cedere economicamente, dopo la bolla Tanzi-Parmalat. Il primo va da Alex Ferguson allo United, il secondo da Arsene Wenger all'Arsenal. Più talentuoso Rossi, giunto fino alla Nazionale e frenato da una serie impressionante di gravi infortuni. Più caratteriale Lupoli, che a Londra trova un manager che crede in lui. Debutta in Coppa di Lega contro il Manchester City, nella partita successiva segna una doppietta all'Everton. Seguono gli esordi in Premier e in FA Cup, nel 2006 il prestito al Derby County in Championship. Con 7 gol contribuisce alla promozione. E cominciano le scelte sbagliate, a cominciare dagli agenti che lo spingono a tornare in Italia nel febbraio 2008, attratti da un ricco contratto quinquennale con la Fiorentina. Soldi che non si traducono in partite, chiuso in attacco da Pazzini e Mutu. Da Firenze parte una lunga serie di prestiti e toccate e fuga, per una collezione di quindici club diversi e situazioni destinate all'anonimato.

 

Quando Lupoli si presenta alla Fermana in serie C, nel settembre 2017, è uno dei tanti trentenni passati nel calcio senza lasciare segni tangibili, tolta la prima promozione in A del Frosinone, vissuta comunque da seconda linea. Sembra giunto nelle Marche per svernare, invece trova le condizioni per essere utilizzato con continuità, fino a diventare il valore aggiunto in una squadra che deve salvarsi. Nella prima stagione colleziona 33 presenze, come non gli capitava da una vita, e sei gol. La scorsa estate c'erano state schermaglie sul rinnovo, con proposte giunte da realtà improbabili come Malta e Cipro, poi la decisione di restare, con un contratto fino al 2020. Di Lupoli si è tornati a parlare nell'ultimo turno, per la rete vincente contro il Rimini, quarto gol di stagione distribuito in altrettante partite. Un attaccante amuleto, visto che la Fermana trova sempre i tre punti quando lui segna. Dall'obiettivo salvezza i marchigiani ora sono entrati in un'ottica playoff. E Lupoli pare aver finalmente trovato pace, oltre a un luogo dove dare senso a una carriera ripresa per i capelli all'ultimo istante utile.

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