La lotta ai tifosi violenti può attendere

Paolo Emilio Russo e Gianluca De Filio

Stralciate dal disegno di legge sull'ordinamento sportivo le norme, volute di Salvini, per contrastare la violenza negli stadi

Tutto è iniziato il 26 dicembre quando, prima di Inter-Napoli, i tifosi delle due squadre si affrontarono in strada e, durante gli scontri, morì l'ultrà nerazzurro Daniele Belardinelli. Per settimane non si parlò d'altro. Prima il cordoglio, poi l'indignazione, quindi la richiesta, che sempre accompagna fatti come questi, di un intervento delle istituzioni per evitare che il dramma si ripeta.

 

Il passaggio dal campo di calcio a quello della politica ha portato con sé le inevitabili polemiche. Nel mirino il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, accusato di flirtare più con i tifosi che con l'ordine pubblico. Fatto sta che, alla fine, il governo gialloverde ha approvato un disegno di legge, il numero 1603, recante “Deleghe al Governo e altre disposizioni in materia di ordinamento sportivo, di professioni sportive, nonché misure di contrasto della violenza in occasione delle manifestazioni sportive e di semplificazione”. 

Il provvedimento è stato dichiarato “collegato alla manovra di finanza pubblica” come previsto dalla nota di aggiornamento al Def presentata dal precedente governo. A pagina 20 era infatti elencato tra i collegati un “disegno di legge recante disposizioni in materia di ordinamento sportivo e professioni sportive”.  

  

Gli articoli compresi tra il 6 e l’11 sono proprio quelli scritti e annunciati da Matteo Salvini, che riguardano il contrasto alla violenza nel corso di manifestazioni sportive.

Sono quelli che prevedono un notevole ampliamento del cosiddetto Daspo, che potrà essere comminato anche a seguito di reati commessi in una sede diversa dalle manifestazioni sportive, la trasformazione in norma permanente dell’arresto differito, l’estensione del fermo di polizia a reati per il quale oggi non è previsto se commessi all’interno dello stadio, sul modello della legislazione adottata in Inghilterra.

 

Al Viminale (e forse anche a Palazzo Chigi) hanno però dimenticato una regola aurea: i collegati alla manovra di finanza pubblica hanno un iter preferenziale, ma devono contenere soltanto norme “attinenti” alla materia che è stata dichiarata “collegata”. Quelle che riguardano la “lotta alla violenza negli stadi in occasione delle manifestazioni sportive” evidentemente non lo sono. Ecco perché martedì 12 marzo la commissione Bilancio della Camera guidata dal leghista Claudio Borghi, che ha il compito di esaminare in via preliminare il contenuto dei disegni di legge collegati per garantirne l’omogeneità a quanto previsto nella nota di aggiornamento al Def, ha stralciato dal provvedimento tutti gli articoli voluti da Salvini.

 

“Il contenuto del disegno di legge C. 1603 - si legge nel parere della commissione - è riconducibile alle materie indicate dalla Nota di aggiornamento del DEF 2018 e non reca disposizioni estranee al suo oggetto, così come definito dalla legislazione vigente in materia di bilancio e di contabilità dello Stato, ad eccezione delle disposizioni di cui al capo III (articoli da 6 a 11)”. Ergo, niente iter preferenziale.

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