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Tifare contro

Oggi Bergamo. Domani?

Giovanni Francesio

La questura di Firenze ha fornito troppe risposte, tutte confuse, per giustificare il pestaggio dei tifosi dell'Atalanta di ritorno dalla trasferta per la semifinale d'andata di Coppa Italia

Pubblichiamo in anteprima la rubrica di Giovanni Francesio "Tifare contro" che trovate all'interno del Foglio sportivo di sabato 9 marzo (che potete leggere qui dalle ore 23 di venerdì 8 marzo)

 


 

Ci eravamo lasciati con qualche domanda, su quanto fosse successo la notte di mercoledì 26 febbraio a Firenze tra forze dell’ordine e tifosi dell’Atalanta che rientravano dalla trasferta per la semifinale di Coppa Italia. A una settimana di distanza, ci sono diverse risposte.

  

La questura di Firenze, in particolare, ha spiccato per zelo, e di risposte ne ha date parecchie: i poliziotti hanno caricato il primo autobus dell’autocolonna perché andava troppo piano e i tifosi volevano scendere a picchiarsi (non è chiaro con chi, visto che la tangenziale era deserta), poi è stato detto che l’autobus andava troppo forte, e voleva “eludere” la scorta; poi si è parlato di tifosi incappucciati e armati, di poliziotti sequestrati sul pullman (ma se andava troppo forte come hanno fatto a salirci?), poi di lancio di oggetti dai finestrini (forse per questo i poliziotti li hanno rotti), e infine del fatto che si sia trattato di un intervento per prevenire scontri con tifosi della Fiorentina asserragliati in un vicino McDonald’s. Tutto incredibilmente preso per buono da quasi tutti gli organi di informazione, senza domande, senza un’inchiesta seria, anche da quella stessa stampa che attacca Salvini tutti i giorni per qualsiasi cosa. Ma per le botte agli ultras no, per le botte agli ultras Salvini va bene. Inutile dire, o forse no, purtroppo è utile, che tutte le versioni fornite sono state smentite dai video girati, dai testimoni neutrali (al McDonald’s c’erano tre persone…) e dagli autisti dei pullman, che confermano quello che tutti hanno sospettato da subito: i poliziotti sono saliti sul primo pullman e hanno corcato tutti di botte. Perché? Non lo sappiamo. Ce lo dicesse il questore, perché. Ce lo dicesse il ministro dell’Interno, perché.

 

Ma bisogna capirli, non hanno tempo, sono tutti troppo impegnati a disporre affinché striscioni dai toni eversivi non entrino negli stadi, o se per caso ci entrano vengano subito rimossi: per fortuna dunque nei nostri stadi non si sono lette scritte infami come “Vogliamo la verità”, “Vicini alla BG Ultras”, “Oltre la rivalità. Verità per la BG ultras”… Domenica, in tutta Italia, le nostre forze dell’ordine sono andate a caccia di scritte di questo genere. E sembra non fregare niente a nessuno. Speriamo che non abbia ragione uno dei pochi striscioni che sono entrati, quello dei tifosi dell’Atalanta (e ci mancava solo non entrasse…): “Oggi Bergamo, domani chissà”.

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