Serena Williams (foto LaPresse)

Serena Williams, cuore di mamma

Giorgia Mecca

A dieci mesi dal parto e dopo aver rischiato di morire, la tennista americana perde la finale di Wimbledon. Ma ruba la scena alla vincitrice Angelique Kerber 

Con le lacrime agli occhi, subito dopo aver perso la finale di Wimbledon contro Angelique Kerber, Serena Williams si è rivolta a tutte le mamme del mondo dicendo: “Voglio che sappiate che ci ho provato”. Non è bastato. La tennista tedesca, testa di serie numero undici, ha vinto 6 3 6 3 in poco più di un’ora conquistando il suo primo titolo a Wimbledon e il terzo Slam in carriera dopo gli Australian Open e gli Us Open del 2016.

 

Serena Williams perde e ruba la scena. Sugli spalti del campo centrale fanno tutti il tifo per lei: Anna Wintour, Tiger Woods, Kate Middleton e Meghan Markle. Gli occhi sono tutti puntati sulla tennista americana, attuale numero 181 al mondo. E’ lei che urla e si dispera e si inginocchia a rete dopo una volee sbagliata. Occupa tutto il campo, lo fa ogni volta, lo fa da una vita intera. Angelique Kerber ha tenuto lo sguardo basso e la bocca chiusa per tutta la partita. Ha vinto senza particolari problemi e senza bisogno di paura. La storia in questo caso la fa chi perde.

 

Serena Williams è ritornata a giocare a tennis il 7 marzo scorso, durante il torneo di Indian Wells, dopo essere diventata mamma di una bambina, Alexis Ohanian, il primo settembre 2017. Per lei in questi dieci mesi non c’è stata soltanto una gravidanza, ma anche un parto d’emergenza, un’emorragia addominale e il rischio di una trombosi. Subito dopo aver partorito ha dovuto subire quattro interventi in pochi giorni, rischiando di morire ogni volta.

 

Nel torneo di Wimbledon, dopo aver vinto in semifinale contro Julia Gorges ha dichiarato: “Non era inevitabile trovarmi di nuovo qui”. Non lo era per niente. Lo pensavano tutti, lo sapeva anche lei. Bastava osservare il suo respiro sempre in affanno, la difficoltà negli spostamenti, le gambe pesanti, le palline che scivolavano via lasciandola immobile, scoordinata e fuori tempo. Serena, che compirà trentasette anni il 26 settembre è inciampata più volte sopra l’erba in questo torneo ma prima della finale ha perso soltanto un set, nei quarti di finale contro l’italiana Camila Giorgi. Non era inevitabile, no.

 

Qualcuno, guardandola giocare al Roland Garros ha addirittura pensato che sarebbe stato impossibile ritrovare la forma di un tempo. Troppi anni, troppi muscoli, troppa fatica e troppo tempo passato dentro al campo. A Parigi, vestita e coperta dalle spalle fino alle caviglie con una tuta attillata, si è ritirata prima degli ottavi di finale contro Maria Sharapova per un problema addominale.

 

A Londra, invece, si è presentata all’All England Club con un vestito bianco e corto, con le pieghe svolazzanti che non nascondevano niente, anzi, mettevano il suo corpo in evidenza. Di cosa deve vergognarsi una donna che porta addosso i segni e i chili della gravidanza? Serena quei chili in campo li ha trasformati in potenza, in rabbia e in violenza ogni volta che ha colpito il rovescio, ogni volta che ha tirato il servizio. Contro Kerber non è bastato. Non è bastato suo cuore, i pugni chiusi, gli ace, la voglia di tornare in campo, gli inutili scatti in avanti e gli schiaffi vincenti al volo. Non sono bastate le sue spalle sempre più larghe contro la tennista tedesca, che oggi è stata più solida, più compatta e meno fallosa di lei. La legge del più forte ha avuto ragione anche oggi. Kerber è stata la migliore in campo. Dopo aver vinto si è gettata sull’erba ed è scoppiata a piangere. Si è meritata questa vittoria e si merita di tornare tra le prime dieci giocatrici al mondo. Anche Serena Williams si è meritata di giocare questa partita, la ventinovesima finale in un torneo del Grande Slam, la decima a Wimbledon.

 

Pochi giorni fa, proprio a Londra, a dieci mesi appena compiuti, la piccola Alexis ha imparato a camminare. Lei non ha potuto vederla, era troppo impegnata con gli allenamenti. Sua figlia cominciava a stare in equilibrio sulle proprie gambe e lei non non era lì, appena glielo hanno riferito è scoppiata a piangere e nessuno è stato in grado di consolarla. Si sentiva in colpa. Non avrebbe dovuto perdersi un momento così importante. Però è successo. Serena dopo un po’ ha smesso di piangere, è tornata in campo per cercare di conquistare il suo ottavo titolo a Wimbledon, il ventiquattresimo torneo dello Slam, il primo da mamma. Ci ha provato e non ci è riuscita. Ci riproverà ancora, ha assicurato. Sua figlia la perdonerà.

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