L'arbitro Orsato espelle Vecino durante Inter-Juventus (foto LaPresse)

L'arbitro venduto e altri complottismi

Redazione

Il dopo Inter-Juve e la nostra incapacità di rispettare le figure di garanzia

Non si può chiedere a un tifoso di non arrabbiarsi per un errore arbitrale. Di non pensare che senza quella svista la partita sarebbe andata diversamente. Il tifo calcistico è per sua natura irrazionale. Ci spinge a dire e fare cose fuori dall’ordinario.

 

Il problema, semmai, è quando lo straordinario che dovrebbe esaurirsi nell’arco dei 90 minuti, al massimo trascinarsi per qualche ora nel dopo partita, diventa ordinario. Regola. Sabato sera, a San Siro, durante Inter-Juventus, l’arbitro Daniele Orsato ha fatto degli errori. E’ successo altre volte, continuerà a succedere. Anche con il supporto del Var che altro non è che un occhio umano messo davanti a uno schermo.

 

Il problema è che quegli errori (non tutti, solo quelli “favorevoli” ai bianconeri) si sono subito trasformati nell’occasione, l’ennesima, per gridare al complotto e aizzare la gogna. La Juve, si sa, “ruba”. Basta solo trovare un video con il labiale giusto del quarto uomo Paolo Tagliavento, qualche immagine con uno scambio di battute tra lui e Massimiliano Allegri, qualcuno che mette in giro la voce che la Figc sarebbe pronta a indagare (fake news) e il gioco è fatto. Poco importa che i video siano stati travisati, che la Juventus abbia segnato due gol in tre minuti dimostrando qualità e mentalità, che l’allenatore dell’Inter, Luciano Spalletti, abbia ammesso di aver sbagliato i cambi, che il Napoli che ieri, anche attraverso il suo illustre tifoso Luigi De Magistris si è scagliato contro il Palazzo, invece di vincere abbia incassato 3 gol dalla Fiorentina. La colpa è dell’arbitro che per definizione, quando si parla di Juve, è “venduto”.

 

Chi lo dice purtroppo non si rende conto che in questo modo non sta delegittimando solo Orsato (che è un ottimo arbitro e per questo andrà ai Mondiali), ma la figura di garanzia che rappresenta. Dopotutto di cosa ci stupiamo, a forza di delegittimare i politici, di raccontare che sono dei ladri e che il presidente della Repubblica è un “massone”, abbiamo prodotto la splendida democrazia diretta del M5s. Perché non pensare di esportare questo modello di successo anche al calcio. Magari facendo scegliere direttamente ai tifosi, attraverso un referendum sul web, a chi assegnare lo scudetto.