Porci con le app. Nuovo lessico sentimentale

Valeria Montebello

 Come orientarsi in quella specie di film horror che può scorrere tra l’inizio e una fine di una frequentazione nel 2024

Cosa succede, nel 2024, dall’inizio alla fine di una frequentazione?


Sempre se, fra un breadcrumbing e un orbiting, si possa decretare un inizio e una fine di una frequentazione. Succede un film horror. Se poi hai a che fare con una persona che ha un’età leggermente diversa dalla tua diventa un horror distopico ambientato su Marte nel 3409. Ogni mese escono termini che compongono un dizionario della decadenza e servono gli anticorpi per difendersi da accuse tipo: “Sei un soy boy”. 


Per orientarsi in questa giungla o almeno essere in grado di avere una conversazione senza sentirsi analfabeti, bisogna conoscere il nuovo lessico sentimentale. Un lessico sentimentale che segna le tappe di una tipica frequentazione nel 2024. 


THIRST TRAP – E’ la prima tappa, quello che posti se vuoi attirare l’attenzione. Prima lanciavi sguardi sbronzi in un locale, oggi posti una trappola per la sete, una foto in bikini appollaiata su un masso. Magari rimedi del buon sexting. Magari un invito a cena nel 2028. Il 99 per cento delle volte che si posta una trappola sui social lo si fa per disagio esistenziale. Ti prende un raptus e con il pollice opponibile premi Condividi. Spesso, subito dopo, ci vergogniamo di quello che abbiamo postato, di aver mostrato a tutti il nostro disagio sotto la forma di culo. E appena riceviamo quello che stavamo cercando rimuoviamo la Story. Nonostante il tempo e la fatica per produrne una decente. Ci vuole almeno un’ora per sembrare mediocre. Da un’ora a cinque, dipende dal livello di disturbo ossessivo compulsivo che hai. Mentre cerchi di trasformarti in una modella di Victoria’s Secret stai anche morendo dentro. Insieme convivono pensieri come: questa lampada potrebbe illuminare meglio il mio fianco sinistro + la mia vita fa schifo voglio dormire per il resto del mese. Le thirst trap sono un antidepressivo naturale, scatenano le endorfine e gasano i neurotrasmettitori. Ma l’effetto dura pochissimo. Dopo un po’ riconosci che sei solo una raccolta di atomi ordinati arbitrariamente e torni a essere depressa. Non si capisce bene come mai questo tipo di foto, tutte uguali, tette, culi addominali, senza nemmeno le facce, continuino a mietere tante vittime, ci sarà qualcosa di primordiale che riesce a fargli prendere like. Fatto sta che queste immagini soddisfano sia lo sguardo maschile che quello femminile, fungendo da Polase che disseta i seguaci più disidratati. E a loro volta, i follower, rispondono commentando con varie manifestazioni di disperazione: “Scopiamo”, “Sposami”, fino all’implorante “Siediti sul mio viso.” 


RED FLAG - Su “Siediti sul mio viso” potrebbero sorgere delle domande. Potrebbe essere una red flag? Un cartellino rosso? Ci sono molte sfumature per definire le persone che non vanno bene per te. Molte sfumature di colori. Per risolvere il caos degli appuntamenti moderni, i single con una mentalità tassonomica hanno iniziato ad applicare un sistema di codifica a colori ai potenziali partner. Sei onesto? Usi il filo interdentale? Bene, sei una green flag, una bandiera verde, possiamo uscire di nuovo. Poi ci sono le bandiere beige che non sono un problema ma nemmeno un vantaggio, quelle cose che quando succedono ti fanno pensare “Eh?” per qualche secondo prima di proseguire il discorso. Immergere gli Oreo nell’acqua invece che nel latte, per esempio, è una bandiera beige. E, infine ci sono le più temute: le red flag, campanelli d’allarme decisi da pseudo-coach su TikTok. Infradito, pizza all’ananas, non mi fa uscire con le amiche, tratta male i camerieri, gli piacciono i film di Christofer Nolan. A ognuno la sua. 
Ovviamente tutte le red flag saranno ignorate. 


EMOJI PESCA - Una volta scavallati i campanelli rossi arriverà una pesca sul tuo iPhone. E tu potrai rispondere con goccioline oppure con blocca questo contatto. 
AAA Attenzione a mandare emoji pesca in una chat di lavoro perché significa culo. 


SQUIRT - “Ma tu squirti?”. Questa è una delle domande che potrebbero farti davanti a un Negroni fra un che lavoro fai e un sei figlia unica. Magari al primo incontro dal vivo, dopo aver fatto sexting per tre settimane. Prima il tabù da sfatare era il sesso anale, ora è lo squirt, ovvero donne che si trasformano in fontane umane. C’è una differenza però. Tempo fa non ti avrebbero mai chiesto al primo appuntamento se abitualmente pratichi sesso anale, era una cosa da introdurre con scaltrezza, nel tempo. Lo squirt, invece, è trattato come un argomento di conversazione come un altro perché è un tema relativamente nuovo e non legato a preconcetti secolari. Qualche anno fa non ne parlava nessuno, era un superpotere nascosto. Poi hanno iniziato a fare studi scientifici per scoprire di cosa sia composta questa sostanza misteriosa. Hanno iniziato a farli dopo che è diventato un desiderio. O meglio, dopo che il porno lo ha fatto diventare un desiderio. Il porno ha dato lavoro anche a gruppi di ricercatori. Gruppi di ricercatori, proprio ora, si stanno chiedendo se urina e squirt siano la stessa cosa. Non si trovano cure e soluzioni per problemi femminili debilitanti come la cistite o la vulvodinia ma si fanno studi per capire cosa sarà mai lo squirt. Per gli appassionati: pare che lo squirt sia urina al 98 per cento, quindi non è un orgasmo moltiplicato per 100. L’eiaculazione femminile reale è più moderata come tutte le cose salutari e può anche passare inosservata. Ah, per la scienza: il 95 per cento degli uomini etero ha affermato di raggiungere l’orgasmo abitualmente o sempre, seguito dall’89 per cento degli uomini gay, dall’88 degli uomini bisex, dall’86 delle donne lesbiche, dal 66 delle donne bisex e dal 45 per cento delle donne etero. Le ultime. Prima di iscriversi a seminari di squirting per far uscire fontane di champagne dalla propria vagina, forse il primo passo sarebbe, banalmente, venire. 


NEGGING - Dopo lo squirt mancato ci vuole un complimento. Ma non un complimento come tanti. Uno ambiguo. Tipo: “Che belle labbra che hai, ma sono finte?” Oppure. “Beh interessante, fai cross fit, ecco perché sei così in forma, ma lo sanno tutti che il cross fit non è un vero sport”. Nel 2024 devi fare l’analisi logica pure dei complimenti che ricevi perché potresti trovarti davanti uno che nasconde insulti dentro i complimenti come in un ovetto Kinder avvelenato. 


SOY BOY - Questo invece è un complimento che potrebbero fare a voi ragazzi inclini a ordinare al bar un caffè soia macchiato al matcha. Chi compie scelte di questo tipo è un ragazzo di soia. E’ un insulto figlio della mascolinità tossica per definire uomini poco virili? Sì. E’ un insulto che serve a scoraggiare scelte parecchio discutibili? Anche. 


PHUBBING - Dopo i complimenti inizia a ignorarti. Sì, ti fa phubbing mentre siete a cena fuori. La scena è: siete seduti al ristorante, lo stesso ristorante doveva ti aveva chiesto, al lume di candela, se squirtavi. E ora guarda il suo iPhone, non riesce a staccare gli occhi dalle notifiche del Gruppo FantaTennis. Siamo arrivati alla fine. Sta per finire tutto. Apocalisse. 


MICROCHEATING - Succede subito dopo l’apocalisse. Il micro-tradimento. Prima esisteva un solo tradimento, quello base, fisico, con varie gradazioni: bacio con lingua, senza lingua, palpata a mano piena. Oggi esistono milioni di micro-tradimenti diversi. E non c’è ancora nessuna regola stabilita. Sono aumentate le cose da tenere nascoste, quindi è aumentato il campo di indagine. E le tracce non si cercano più in casa, nei letti, nelle tasche, ma su almeno tre dispositivi mobili con dentro foto, video e chat che spariscono. C’è chi aspetta che il partner dorma per usare il suo dito e sbloccare il telefono con l’impronta digitale, chi clona il suo WhatsApp sul proprio pc per leggere tutte le conversazioni in diretta. Controllare il telefono del partner è ancora un tabù. Contemplare di volerlo fare ti marchia come collaborazionista amica delle guardie. Dire che l’hai fatto mentre lui si radeva i peli delle orecchie ti configura come pazza livello platinum. Quindi la prima risposta che danno tutti è: mai fatto. Invece lo hai fatto. Almeno una volta. E hai trovato qualcosa. Per forza. Una volta trovate le prove si può rimanere spiazzati dall’intangibilità dell’atto perché siamo ancora rimbambiti dal dualismo reale/virtuale. Pensiamo che quello che succede dal vivo sia più potente o moralmente rilevante di quello che succede online. Quindi ti viene da chiederti: quanti micro-tradimenti ci vogliono per configurare un tradimento intero? Quattro? Nove? I like sono come degli sguardi per strada. Nessuno lascerebbe per due, tre, venti sguardi. Il sexting è un’altra storia. Ora che i pixel possono procurarti più piacere di un corpo in 3d non ha senso pensare che un sexting possa valere meno di una notte di sesso in hotel. Reale e virtuale hanno lo stesso peso, a parte la possibilità di contrarre malattie veneree. E micro-tradimento è solo un termine che definisce l’allargamento delle possibilità di essere infedele a causa di nuovi mezzi a disposizione. Non c’è niente di micro. A questo punto, visto che sarai scoperto, se proprio devi tradire evita la scatola nera e torna all’analogico. Almeno ti sarai fatto cacciare di casa per un tradimento di carne e sudore. Non per un nudo scattato di fretta, e pure male. 


ORBITING - Si pensava non ci fosse niente peggio del GHOSTING, di qualcuno che dopo aver avuto una mezza storia sparisce nel nulla bloccandoti ovunque. Con il ghosting, che è stato bollato come tossicità massima, almeno c’era una fine netta e potevi odiare chi te l’aveva fatto subire. Invece l’orbiting pare faccia sperimentare a una schiera di facce indignate su TikTok una frustrazione crescente. Perché ti orbita intorno nonostante sia finita. Tipiche mosse da orbiter? Livello base: rispondere a tutte le story che pubblichi dove ti si vede un lembo di pelle con l’emoji degli occhi a cuore. O, peggio, un meme. Livello gold: mettere like a post che hai pubblicato nove anni fa per farti capire che è davvero interessato (o uno stalker) se ha scrollato con l’indice fino a farsi venire i calli per omaggiare la te del paleolitico. Platinum: ogni sei mesi riemerge dalle sabbie mobili di Instagram per farti sapere che è ancora vivo e chiedere come va perché ti pensava / ti sognava / ti pensava e sognava insieme, sicuro perché si è appena lasciato e non è ancora riuscito a mettere su un nuovo harem digitale. Ma si possono fare tutte le cose messe insieme, perché sceglierne una. Posso ghostarti per un mese, poi riapparire come orbitatore. Divertente, no? Non puoi nemmeno arrabbiarti perché ha solo messo like, ha solo mandato un fuocherello, ha solo flirtato sotto le sette battute. Sì, perché l’orbiter non supera mai un tot di caratteri quando ti scrive, è maestro di haiku. 

   

Se questa storia non vi ha fatto passare la voglia di flirtare, mandare pesche o postare foto sui massi, siete pronti per il prossimo haiku: “Vieni, andiamo // a cena // il menu è pieno di piatti // ma tu sei l’unico che voglio mangiare”.