Disciplinare la ripresa, vasto programma
Ci sono società in cui una semiquarantena è di rigore da sempre. Da noi lo sconfinamento reggerà solo se la disciplina è quella del senso comune. Spero che ce la si faccia, ma vedo tutto il grottesco della moltiplicazione di regole e avvisi
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Disciplinare la ripresa è un compito pubblico quasi impossibile, almeno nei paesi latini. Se è vietato fumare, se ce lo si vieta assolutamente, va bene, ci si adegua, magari con sforzo, ma se bisogna ridurre il numero delle sigarette è un casino, la volontà si intorcina nella dipendenza, nel gusto, nel desiderio libero di manifestarsi e deluso della benché minima insoddisfazione. La disciplina del tutto o niente, il ritorno hopperiano alla malinconia solitaria urbana, quella che Hughes chiamava la frontiera interiore di una certa umanità del Novecento, si è rivelato un carattere sottotraccia anche di noi i più futili, i più goderecci, i più sociali. Diverso è distanziarsi in una fila per i bus o per il ristorante o per l’ombrellone, e poi restare distanti in modo eloquente per il virus che contagia e affratella, diverso è dimostrare ogni giorno, con adesione graduale a regole difficili da interpretare, che in fondo salutarsi, toccarsi, avvicinarsi, parlarsi cordialmente, chiedere una informazione al conduttore, sbattere gli uni contro gli altri è qualcosa che si può surrogare con altro.
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- Giuliano Ferrara Fondatore
"Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.