Foto via Facebook / RDA Roberto D'Antonio

La riapertura (lontana) vista dal parrucchiere più famoso di Roma

Gianluca Roselli

Roberto D’Antonio, che taglia i capelli a Salvini (ma pure a Mara Carfagna), racconta un mestiere colpito dal virus

Roma. “Nooooo. Il primo di giugno noooo….!! Non è possibile?? E ora come faccio? Mi devi fare la tinta tu…”. Questo è stato l’urlo tutto al femminile (con tanto di richiesta rivolta al partner) che si è alzato in molte dimore romane, e italiane, quando, domenica scorsa, il premier Giuseppe Conte ha annunciato la riapertura di parrucchieri ed estetiste il primo di giugno. Che, tra l’altro, è pure un lunedì, quindi saranno chiusi, così come il giorno successivo, Festa della Repubblica, così si andrà direttamente a mercoledì 3. “Pure io mi aspettavo una riapertura più vicina, magari a metà maggio, ma non ne faccio un dramma. Capisco la prudenza di Conte, non lo invidio, non me la prendo con nessuno, tanto meno col governo, che si è trovato ad affrontare una situazione incredibile. Era più facile prevedere una guerra che questa epidemia…”, dice Roberto D’Antonio.

 

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Roberto è il parrucchiere più famoso di Roma. Nel suo negozio, a via dei Prefetti, è un susseguirsi di vippame vario. Tra le sue clienti ci sono Claudia Gerini, Valeria Golino, Alba Rorwacher, Sabrina Ferilli, Lilli Gruber, Annalisa Chirico, Mara Venier, Valeria Bruni Tedeschi, Isabella Ferrari. E poi Maria Elena Boschi, Renata Polverini, Mara Carfagna, Marianna Madia. Attrici, spettacolo e politica. Ma pure qualche maschietto. E’ stato lui a convincere Fiorello a tagliarsi il codino. Nel mentre, una dieta gli ha fatto perdere un centinaio di chili. E poi Roberto Benigni, Renato Zero, Paolo Sorrentino, Michele Santoro. Di recente anche Matteo Salvini. La svolta arrivò, nella seconda metà dei Novanta, con l’allora first lady Franca Ciampi, a Santa Severa. Poi è stata un’escalation verso il successo. “Ma da me vengono moltissime persone normali, non celebri”, dice, nella chiacchierata da casa sua, dove sta rintanato dal 6 marzo. “Sono terrorizzato da questo virus, ho chiuso prima di tutti, non volevo mettere a repentaglio me stesso, i miei ragazzi, le mie clienti. Ora, però, c’è tanta voglia di riaprire, mi bruciano le mani…”.

  

“Allarme parrucchieri, uno si quattro rischia di chiudere”, titolava ieri il Corriere della Sera. Dei 130 mila saloni di bellezza in Italia, il 90 per cento è composto da piccole unità, con una media di due dipendenti. Altri 40 giorni di chiusura rischiano di essere fatali per il 25 per cento di loro. Il giro d’affari del settore è di 6 miliardi di euro l’anno e ogni giorno che passa con le serrande abbassate si perdono 27 milioni. “Il governo deve darci una mano, così come l’Europa e le banche: chi deve pagare i dipendenti e l’affitto di un locale, anche riaprendo si troverà in difficoltà, occorre una fiscalità dilazionata nel tempo e liquidità dal mondo bancario a tasso zero”, osserva Roberto D’Antonio. Che, da par suo, si sta organizzando con divisori in plexiglass, mascherine, speciali coperture per gli occhi, guanti, sanificazione di macchinari e ambienti. “Il mio spazio è grande, quindi ce la caveremo, ma per chi ha un piccolo negozio sarà molto più difficile… Io terrò aperto dalle 9 di mattina alle 10 di sera, con due turni di lavoro tra i miei dipendenti”. La paura di perdere clienti è il tormento maggiore. “Le persone saranno più povere? Avranno ancora la possibilità di spendere per la cura si se stesse?”, si chiede.

  

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‍♀️Utili consigli su come prendersi cura dei capelli da casa. #rdaconsiglia

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Nel frattempo, in queste lunghe giornate di quarantena, è stato molto al telefono con le sue clienti più fedeli. “All’inizio erano nel pallone, tra ricrescite e teste impazzite. Allora ho iniziato a mettere dei tutorial sul mio profilo Instagram. Per le more è più facile rispetto alle bionde. Le giovani possono anche azzardare a tagliare da sole. Alle signore, invece, ho consigliato di non farlo e avere ancora un po’ di pazienza…”, racconta. “So che qualche mio collega manda dei kit a casa. Poi ci sono quelli che vanno a domicilio. Lo trovo assai scorretto, oltre a essere vietato e pericoloso…”. I suoi tutorial, su Instagram, sono per tutti: come fare la tinta in casa, consigli per la piega mossa, la piega liscia, come lavare i capelli correttamente, come fonarli.

  

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Dica la verità, senza il parrucchiere di fiducia molte donne si sentono perse. “Sì, ma poi magari stiamo mezz’ora al telefono a parlare delle nostre vite, si sa che nel mio mestiere bisogna essere un po’ confessori. Con le mie clienti c’è una vicinanza intellettuale e psicologica. E nel mio salone si chiacchiera, si fa socialità. Quanto mi mancheranno i baci e gli abbracci!”.

  

Torniamo alla conferenza stampa di Conte. Tutta l’Italia se lo chiede: il premier si tinge? “Guardi, a vederlo così, in tv, non mi pare. Se invece è così, lo fa molto bene, in modo naturale. E non ci sarebbe proprio nulla di male”.

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