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Dieci anni in copertina sul New Yorker

Valeria Sforzini

I fatti, i personaggi, le storie del decennio che si è appena concluso così come sono stati raccontati dalle copertine del celebre settimanale

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Negli anni le sue copertine sono diventate veri e propri oggetti da collezione. Attraverso di loro il New Yorker ha raccontato i fatti, i personaggi, le storie del momento. Quella che segue è una selezione di alcuni degli avvenimenti del decennio che si è appena concluso così come sono stati rappresentati dagli illustratori del celebre settimanale americano. 

“Ring Out the Old, Ring In the New”, Ivan Brunetti. 4 gennaio 2010

È la prima copertina del nuovo decennio realizzata da Ivan Brunetti. Il titolo è una frase di un poema di Lord Alfred Tennyson (“Ring Out, Wild Bells”) una frase idiomatica per celebrare la fine di un anno e inaugurare l'inizio del nuovo.

“Discovering America”, Chris Ware, 11 ottobre 2010

Una famiglia  disperata alle prese con conti e bollette per arrivare a fine mese. Nel 2010 non era un'immagine rara. A due anni di distanza dalla crisi dei mutui sub-prime e dal fallimento di Lehman Brothers del 2008, l'economia non sembrava in grado di ripartire. 

“Hope Is The Thing with Feathers”, Barry Blitt, 14 marzo 2011

La giornata della collera del 17 febbraio 2011, indetta sull’onda della (fu) primavera araba, si trasforma in una protesta contro il regime di Muammar Gheddafi. Bengasi diventa la capitale del dissenso. Al Consiglio di sicurezza dell’Onu del 17 marzo, viene votata la risoluzione 1973 per l’intervento umanitario “a protezione dei civili”, con alcune astensioni significative (Germania, Cina, Russia, Brasile e India). L’America entra in guerra, anche se, dopo due giorni, dice di non volere il comando della missione e non appena può annuncia che la prima fase dell’operazione “è verso la sua conclusione”.

“Rubbed Out”, Gürbüz Doğan Ekşioğlu, 16 maggio 2011

Nella notte tra il 1 e il 2 maggio Osama bin Laden viene ucciso da un commando di Navy Seal ad Abbottabad, in Pakistan.

“Reflections”, Ana Juan, 12 settembre 2011

Sono trascorsi dieci anni dall'attentato a Ground Zero dell'11 settembre 2001.

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“The Book of Life”, Barry Blitt, 17 ottobre 2011

Il 5 ottobre del 2011 muore Steve Jobs. Sulla copertina del New Yorker del 17 ottobre San Pietro accoglie in fondatore di Apple ai cancelli del paradiso, ma prima controlla sul suo iPad che sia nella lista.

“In Good Health”, Bob Staake, 9 luglio 2012

A giugno del 2012 la Corte Suprema degli Stati Uniti dichiara costituzionale l'Obamacare, la riforma sanitaria varata dall’amministrazione Obama nel 2010.

“Bad Chemistry”, Barry Blitt, 30 settembre 2013

Pochi giorni prima di questa copertina (dove Bashar el Assad viene ritratto come un protagonista della serie tv Breaking Bad) l'amministrazione americana ha trovato un accordo con i russi per la risoluzione sulle armi chimiche siriane.

“Madiba”, Kadir Nelson, 16 dicembre 2013

Il 5 dicembre 2013 muore a Johannesburg Nelson Mandela. Il New Yorker lo ricorda con questa copertina.

"Shadow Over Boston", Eric Drooker, 29 aprile 2013

Due bombe esplodono contemporaneamente vicino alla linea del traguardo della maratona di Boston. È il 15 aprile 2013 e muoiono tre persone, tra cui un bambino di otto anni.

“Snow Angel”, Barry Blitt, 23-30 dicembre 2013

Il 23 marzo del 2013 Papa Francesco viene eletto Pontefice. A dicembre il Time lo nomina persona dell’anno e il New Yorker lo ritrae così.

“Free Delivery”, Bruce McCall, 2 giugno 2014

Oggi le strade non sembrerebbero più le stesse senza i cosiddetti rider. Nel 2014 Bruce McCall spiega così la sua illustrazione per il New Yorker: “Volevo mostrare quali sono gli eroi; sono intrepidi, pedalano a qualsiasi ora della notte per offrire cibo ai newyorkesi”.

“Solidarité”, Ana Juan, 19 gennaio 2015

Il 7 gennaio 2015, tre uomini armati di kalashnikov irrompono nella redazione del giornale satirico Charlie Hebdo. Dodici i morti, tra cui il direttore della testata, Stéphane Charbonnier (Charb), e i vignettisti Jean Cabut (Cabu) e Georges Wolinski. L'attentato viene rivendicato da al Qaida nello Yemen.

“Paris, November 2015”, Charles Berberian, 30 novembre 2015

Il cielo rosso sopra Parigi e un gruppo di persone raccolte in un bistrot. È la descrizione di una normalità difficile da riacquistare per la capitale francese dopo gli attentati che, 13 novembre, hanno provocato 129 morti e 300 feriti (89 solo nel locale Bataclan). “È orribile quando la guerra bussa alla tua porta - dice l'artista parigino Charles Berberian raccontando l'idea che loi ha portato a realizzare questa copertina - È qui che vivo: è il mio quartiere”.

“New Toys”, Anita Kunz, 18 gennaio 2016

La Corea del nord di Kim Jong un spaventa il mondo. Il 6 gennaio 2016, il regime annuncia di aver effettuato “con successo” un test nucleare con una bomba all'idrogeno.

“Purple Rain”, by Bob Staake, 2 maggio 2016

Una pioggia viola, la “Purple rain” cantata da Prince colora la cover dedicata all’artista statunitense, considerato dalla rivista Rolling Stones tra i migliori quaranta di sempre, morto il 21 aprile del 2016. Le cause del decesso sono attribuite all’assunzione di pillole di Fentanyl in quantità eccessive. 

"Silly Walk Off a Cliff”, Barry Blitt, 4 luglio 2016

Un tipico business man britannico che decide, in piena autonomia, di buttarsi da una scogliera. Così il disegnatore Barry Blitt rappresenta il voto del 23 giugno 2016 con cui la maggioranza degli inglesi disse sì alla Brexit

“Anything but That”, Barry Blitt, 14 novembre 2016

Donald Trump è il quarantacinquesimo presidente degli Stati Uniti d’America, il nuovo inquilino della Casa Bianca dopo Barack Obama.

“Eustace Vladimirovich Tilley,” Barry Blitt, 6 marzo 2017

Una copertina dedicata a Vladimir Putin, ai suoi piani per il futuro, alle “intrusioni” russe nelle elezioni presidenziali degli Stati Uniti. Sulla prima pagina del New Yorker compare il cirillico.

“October 1, 2017: One Day in a Nation of Guns”, David Plunkert, 16 ottobre 2017

Un proiettile per ogni vittima della strage di Las Vegas, avvenuta il primo ottobre del 2017 durante un concerto al quale partecipavano 22 mila persone. Sono cinquantanove in tutto i morti in quell’occasione, compreso il killer, e oltre cinquecento i feriti. L’ennesima sparatoria di massa avvenuta negli Stati Uniti.

“In Creative Battle”, Mark Ulriksen, 15 gennaio 2018

Il 15 gennaio 1929 è il giorno della nascita di Martin Luther King. Mark Ulriksen lo ritrae insieme ad Al Woods e Colin Kaepernick, due giocatori di colore di football. Il secondo, da circa due anni, ha iniziato a inginocchiarsi durante l'inno nazionale americano. Un gesto di protesta, ha spiegato, contro Donald Trump e “un paese che opprime i neri e le minoranze etniche”. Un gesto che molti giocatori afroamericani hanno iniziato a replicare.

“Golden Opportunity”, Chris Ware, 5 marzo 2018

L’onda del #MeToo è partita da qui, dall’inchiesta del giornalista Ronan Farrow sul produttore cinematografico Harvey Weinstein pubblicata proprio sul New Yorker. Da allora sono diventate sempre di più le modelle, attrici o aspiranti tali che hanno denunciato sul web le molestie subite sul lavoro, mentre erano alla ricerca della loro occasione d’oro per arrivare al successo. Lo scandalo ha investito centinaia di professionisti del mondo dello spettacolo, da fotografi a impresari di Hollywood.

“The Queen of Soul” (After Charles White's “Folksinger”), Kadir Nelson, 27 agosto 2018

La copertina dedicata ad Aretha Franklin, la regina del soul morta il 16 agosto 2018, all’età di 76 anni, nella sua casa a Detroit.

“Welcome to Congress”, Barry Blit, 19 novembre 2018

Da Alexandria Ocasio-Cortez, la più giovane parlamentare della storia americana, a Ilhan Omar e Rashida Tlaib, le prime due parlamentari musulmane, le elezioni di Midterm segnano una svolta. Sono 28 le donne elette al Congresso degli Stati Uniti, in maggioranza democratiche. Tra queste c’è anche la prima donna di colore eletta in Massachusetts, Ayanna Pressley, e le prime due parlamentari ispaniche a rappresentare il Texas: Sylvia Garcia e Veronica Escobar.

“Walled In”, John Cuneo, 28 gennaio 2019

Un Donald Trump così impaziente di costruire il muro al confine con il Messico da iniziare a sovrapporre mattoni sulla sua scrivania nello studio ovale. La copertina dello scorso 28 gennaio è stata disegnata subito dopo che il presidente americano aveva accetta di sospendere lo shutdown del governo per tre settimane, fino al 15 febbraio, senza ottenere dai democratici i 5,7 miliardi di dollari che voleva per costruire un muro.

"Crazy Time", Mark Ulriksen, 25 marzo 2019

Doveva essere il 29 marzo 2019, ma poi è iniziata la girandola dei rinvii. E il processo della Brexit, ora, dovrebbe compiersi entro la fine di gennaio 2020. Il New Yorker lo scorso 25 marzo aveva comunque realizzato questa copertina con il Big Ben trasformato in un orologio a cucù per segnare l'ora della separazione tra Regno Unito e Unione europea.

"Our Lady", Bob Staake, 29 aprile 2019

Quello appena passato è stato il primo Natale senza messa a Notre Dame negli ultimi 216 anni. Lo scorso 15 aprile la cattedrale di Parigi è stata devastata da un incendio che ha distrutto il tetto e ha fatto crollare una guglia. Secondo il rettore della cattedrale, monsieur Patrick Chauvet, Notre Dame non è ancora fuori pericolo. Il restauro non potrà iniziare prima del 2021.

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