foto LaPresse

Il terrore colpisce al cuore dell'Europa

Giuliano Ferrara
Parigi sotto attacco: 4 attentati, 150 morti, ostaggi uccisi. Hollande chiude le frontiere. Misure di sicurezze in Italia. Cronaca da un bus parigino - di Giuliano Ferrara

Parigi. Ero sul bus 47. Lo hanno fermato allo Chatelet, all’inizio di Boulevard Sébastopol, direzione saint Denis, stade de France, Bataclan eccetera. Luci rotanti delle auto di polizia, centinaia di uomini armati a presidio del territorio, ma tutto in uno strano silenzio d’incomprensione e di disinformazione. Io ero diretto all’Ambassade d’Auvergne, un ristorante magnifico in rue du Grenier Saint Lazare, con il conte Matzneff e Marina Valensise. Sceso, ho proseguito a piedi. Chiedevo informazioni, il boulevard era completamente vuoto all’ora di punta, a parte i militari e i passanti ignari, erano le 7 e cinquanta di sera. Erano cominciati gli attacchi ma nessuno lo sapeva. Raggiungo il ristorante e ordino e chiacchiero (sausisse e aligot, una delizia, vino del Roussillon, molto migliorato). Alla fine non ci fanno uscire: porte sprangate. Poi le aprono e ci ridicono la versione che correva ma senza particolari: fusillades. A noi sembra un incubo, di quelli insopportabili anche dopo un buon rosso e una cena da sballo. Ecco. A quel punto stavano evacuando Hollande dallo stadio, chiudevano la folla di Francia Germania (2 a 0) nello stadio, al Batclan si procedeva con la presa d’ostaggi, altri ristoranti dell’area erano stati presi di mira: i morti si contano a decine.

 

Da web e tv apprendo la tragedia una volta tornato a casa nella rive gauche, risparmiata dalla guerriglia. Notre Dame de Paris era illuminata e bella, la Senna scorreva, le esplosioni dello stadio sono state l’unica informazione di stato via televisione. Le catene inglesi di Sky e quella israeliana geniale, i24, trasmettevano tutto, ma fino a tardi tg1 tg2 2 tg3 muti. Un senso di controllo forte della situazione, con presidenti e ministri rinchiusi a place Beauveau, sede dell’Interno. Ma una volta a casa ho gettato l’occhio su Libération, il quotidiano della gauche del giorno stesso o di quello prima: chiedevano con severità al ministro dell’Interno se non esagerava con le sue preoccupazioni securitarie. Ho pensato che a questo punto forse la Le Pen può veramente vincere le elezioni, e Houellebecq il Nobel per la letteratura. Non credo che Sarkozy faccia barrage, l’avevo visto nel pomeriggio ai funerali di Glucksmann, dove Cohn-Bendit lo aveva preso per i fondelli, sono cose che la gente normale non capisce più. In strada un ordinario panico disinformato, l’unico citoyen compos sui che ho incontrato mi aveva dato le prime notizie. Il primo che scrive Parigi brucia lo prendo a calci. Ma certo la notte scottava prima della ribattuta del Foglio. E anche dopo.

Di più su questi argomenti:
  • Giuliano Ferrara Fondatore
  • "Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.