Guarda il video della Abc dentro il bunker

La fine di Bin Laden

Il discorso di Barack Obama è arrivato con un'ora di ritardo rispetto a quanto annunciato dal consigliere Dan Pfeiffer via Twitter, perché il presidente stava dando gli ultimi colpi di spazzola a un discorso troppo delicato per farsi prendere dalla fretta. Nel frattempo i suoi uomini telefonavano ai membri del Congresso per annunciare una buona novella che è arrivata ai media con qualche minuto d'anticipo sulle parole ufficiali: ieri, domenica 1 maggio 2011, Osama Bin Laden è stato ucciso in Pakistan.

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    Il discorso di Barack Obama è arrivato con un'ora di ritardo rispetto a quanto annunciato dal consigliere Dan Pfeiffer via Twitter, perché il presidente stava dando gli ultimi colpi di spazzola a un discorso troppo delicato per farsi prendere dalla fretta. Nel frattempo i suoi uomini telefonavano ai membri del Congresso per annunciare una buona novella che è arrivata ai media con qualche minuto d'anticipo sulle parole ufficiali: ieri, domenica 1 maggio 2011, Osama Bin Laden è stato ucciso in Pakistan.

    Nella giornata di domenica, dopo l'ennesimo briefing degli uomini di intelligence, Obama ha dato l'ordine di procedere. Una squadra del Seal Team Six, il gruppo più segreto e preparato delle forze speciali americane, ha passato il confine pachistano a bordo di quattro  elicotteri provenienti dall'Afghanistan. Sono scesi a terra in una tenuta cinta da mura e senza finestre di Abbottabad, a 115 chilometri da Islamabad, dove l'intelligence americana ha avuto il sentore che fosse il rifugio di Bin Laden già "ad agosto", come ha detto il presidente. Un drone forniva il fuoco di copertura. I soldati sono entrati, c'è stato uno scontro a fuoco durato quaranta minuti in cui sono rimasti uccisi due corrieri, un figlio di Bin Laden e una donna non ancora identificata. La storia dello sceicco del terrore è finita con una pallottola in testa. Gli uomini si sono portati via il corpo – lo mostreranno al mondo per dimostrare che è lui, dicono – e il dna è stato confrontato con successo con quello di una sorella di Bin Laden. Poi la tenuta è stata fatta saltare.

    La cosa difficile per il presidente non era tanto evocare le "tremila vittime", le "sedie vuote", il "buco enorme" lasciato nei cuori americani dal più orribile degli attacchi; la sola voce che Bin Laden fosse stato ammazzato ha portato migliaia di persone davanti alla Casa Bianca, e poi a Ground Zero e via in tutto il paese a sventolare bandiere americane gridando "Usa! Usa!" come in una grande festa di liberazione. La delicatezza delle parole di Obama sta nelle possibili reazioni che il suo discorso può suscitare. Ci voleva cautela e Obama ce l'ha messa, ringraziando all'infinito il Pakistan per la collaborazione, citando la sua conversazione con il presidente Zardari, gli sforzi comuni, la guerra contro il terrorismo ma non contro l'islam e tutto il resto, ma nella potenziale minaccia all'instabile equilibrio delle alleanze sta tutta la criticità politica per il presidente.

    Il video dell'Abc girato dentro il bunker dove è stato ucciso Bin Laden


    Il briefing degli ufficiali della Casa Bianca
    dopo l'annuncio ufficiale ha iniziato a illuminare i motivi per cui Obama è stato così attento nel lucidare pubblicamente l'immagine opaca di Islamabad. Il Pakistan – così come tutti gli altri alleati – non era stato informato dell'operazione: gli americani hanno agito soli, informando i loschissimi servizi pachistani quando i Seals erano già atterrati altrove con il corpo di Bin Laden. Il contesto dell'operazione, poi, non depone a favore della tesi dell'ignoranza di Islamabad. Il villaggio dove nel 2005 è stato costruita la "fortezza" dove hanno stanato Bin Laden è una specie di "West Point" pachistana: ci sono accademie militari e diverse scuole per l'addestramento, nonché un posto di polizia a 600 metri dal rifugio dello sceicco suadita. Una fortezza con mura altre quattro metri, senza finestre, con gente che andava e veniva  di continuo e dove invece di raccogliere la spazzatura come tutti gli altri, lì veniva data alle fiamme. Abitudini che non dovrebbero passare inosservate in un paese piccolo dove la gente mormora.

    Il dipartimento di stato ha diramato un avviso a tutti gli americani che sono o hanno in programma di visitare paesi dove potrebbero essere oggetto di vendette o violenze. Ma per ora gli americani pensano soltanto ai grandi festeggiamenti per il capitolo conclusivo della narrativa di Bin Laden, sperando che la sua eliminazione trascini con sé automaticamente la fine di tutto quello che l'ideologia mortifera di al Qaida ha generato in questi quasi dieci anni che separano l'America dall'11 settembre. Questo è il momento in cui tutta l'America ripete con il presidente Obama che "giustizia è stata fatta".

    Leggi Il racconto del Foglio prima e dopo l'11 settembre

    Le immagini dei festeggiamenti alla Casa Bianca 


    Le immagini dei festeggiamenti a Ground Zero

    Le celebrazioni anche a Boston