Morte di un colonnello

Gheddafi finisce sotto i droni di Obama (e i libici fanno il resto)

Daniele Raineri

Al momento finale, sembra che tutto l'apparato di sorveglianza straniero intento a dare la caccia a Gheddafi si sia volatilizzato e abbiano fatto tutto gli insorti libici da soli.

Leggi L'uomo che ha annunciato la morte di Gheddafi (cominciamo male) di The Tank - Leggi Le reazioni del mondo alla morte del colonnello Gheddafi - Leggi tutti gli articoli del Foglio sulla guerra in Libia

    Il Cairo, dal nostro inviato. Al momento finale, sembra che tutto l'apparato di sorveglianza straniero intento a dare la caccia a Gheddafi si sia volatilizzato e abbiano fatto tutto gli insorti libici da soli. Le squadre della Cia spedite dalla Casa Bianca nel teatro di operazioni da sei mesi, lo Special Air Service britannico mandato dal premier David Cameron, il Commandement des opérations spéciales francese inviato in Libia dal neopapà Nicolas Sarkozy e i commando del Qatar – che già espugnarono il compound di Gheddafi a Bab al Aziziyah, nel cuore di Tripoli – fatti arrivare dallo sceicco corpulento Hamad bin Khalifa al Thani: tutti apparentemente inoperosi, anche se ieri mattina la caduta di Sirte, citta costiera che ha dato i natali al rais e ultimo baluardo dei suuoi fedelissimi, e come tale anche potenziale ultimo nascondiglio, era questione di poche ore. Manca pure dal quadro – ma è un'assenza più normale– la squadra di mercenari sudafricani assoldati dal leader in fuga che il 29 agosto ha scortato la moglie e tre figli al sicuro in Algeria.

    Ci sono rapporti diversi sulla morte di Gheddafi, e i frammenti di video non aiutano. L'Associated Press, che ha citato combattenti libici, ha detto subito che un bombardamento Nato ha colpito un convoglio in fuga da Sirte che trasportava anche il rais. Fonti d'intelligence insistono con il Foglio: il convoglio è stato colpito da un drone, poi Gheddafi ferito è stato catturato dagli insorti e finito sul posto. Da Tripoli il colonnello libico Ahmed Banitells ha detto ad al Jazeera che l'ex leader ferito ha tentato di resistere, “per questo hanno gli hanno sparato”.

    Un combattente libico con ancora in mano la pistola personale del rais, placcata d'oro, ha raccontato alla Bbc di aver scovato Gheddafi dentro uno scolo di fogna, che gridava “non sparate” e di averlo ucciso. Mohamed Benrasali, del Comitato di stabilizzazione di Tripoli, ha detto al New York Times che Gheddafi è stato catturato vivo in macchina mentre lasciava Sirte ma è morto quasi subito per le ferite alla testa. E pensare che in un primo momento il Consiglio nazionale di transizione ne ha annunciato la cattura: “Avrà un processo giusto”.

    Una fotografia da vicino della testa del rais mostra una foro circolare, come di una pistolettata alla tempia, circostanza che è stata confermata all'Associated Press da uno dei dottori che era sull'ambulanza verso la città di Misurata, dove è stato portato il corpo. La ferita è incompatibile con il breve filmato che vede il rais appoggiato ancora vivo a un pick up, si tratta di una ferita da morte immediata, come in un'esecuzione a sangue freddo. Amnesty ha chiesto un'indagine sulla morte.

    Le testimonianze di un bombardamento
    non son state confermate né dalla Nato né dal Consiglio nazionale fino a sera, quando il ministro della Difesa francese, Gerard Longuet, ha detto che è stato un caccia francese a sparare sul convoglio che a Sirte trasportava Muammar Gheddafi. Ma nulla più. Sembra conveniente lasciare che la chiusura della caccia a Gheddafi appaia una grande storia di ribelli libici e di catarsi nazionale, piuttosto che l'ennesimo colpo della Nato, ancora ufficilamente impegnata, secondo la risoluzione delle Nazioni Unite 1.973, soltanto a “proteggere i civili”. Yochi Dreadzen, corrispondente di guerra per il National Journal, conferma da sue fonti, “occidentali, ufficiali della Nato”, che un bombardamento ha bloccato il convoglio e poi sono arrivati gli insorti. Poco a che vedere con il testo della risoluzione. Del resto, è significativo che  il ritmo della guerra dei droni ordinata dall'Amministrazione Obama sulla Libia non è diminuito dopo la conquista di Tripoli, quando ormai la stragrande maggioranza del paese era pacificata, ma è anzi aumentato. I bombardamenti di droni sono stati 92 nei primi quattro mesi fino alla fine di agosto. Poi, nei due mesi successivi alla caduta di Tripoli, durante la latitanza di Gheddafi, fino a ieri, sono stati 53. In totale 145. Per fare un confronto: nello stesso periodo i droni hanno colpito nel Pakistan infestato dai terroristi e sconvolto dalla vicina guerra in Afghanistan “soltanto” 57 volte. Nell'intero 2010, il totale dei bombardamenti di droni in Pakistan è stato 117. Senza contare le missioni di sorveglianza, come per esempio può essere seguire un convoglio misterioso in fuga dall'ultimo rifugio assediato dei fedeli di Gheddafi. Reuters nota che sul posto non c'è il cratere di una bomba, quindi chi ha colpito lo ha fatto con un'arma leggera.

    E' verosimile che la Casa Bianca abbia voluto anche ieri arrivare al capitolo finale della guerra così come l'ha guidata, “dal sedile posteriore”, con la politica del “leading from behind”. Per questo si è accollata materialmente il peso maggiore delle operazioni militari ma figura soltanto come attore marginale, e ha lasciato a Sarkozy e a Cameron il giro trionfale a Tripoli il 15 settembre scorso.

    In due tentativi di fuga diversi
    sono stati uccisi anche i figli Saif al Islam e Motassim. Ieri per le strade di Tunisi, dove domenica si vota per la prima volta dalal caduta delr egime, la gente festeggiava per empatia in strada, con caroselli di auto e bandiere. E oggi in Siria la protesta – galvanizzata dalle notizie arrivate dalla Libia, è stata battezzata “Venerdì del dopo Gheddafi viene Assad”.

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    • Daniele Raineri
    • Di Genova. Nella redazione del Foglio mi occupo soprattutto delle notizie dall'estero. Sono stato corrispondente dal Cairo e da New York. Ho lavorato in Iraq, Siria e altri paesi. Ho studiato arabo in Yemen. Sono stato giornalista embedded con i soldati americani, con l'esercito iracheno, con i paracadutisti italiani e con i ribelli siriani durante la rivoluzione. Segui la pagina Facebook (https://www.facebook.com/news.danieleraineri/)