Pecunia e sharia

Redazione

Decathlon, l’ultima catena a flirtare con l’islam politico, ha deciso di lanciare la vendita degli hijab sportivi. E dopo le polemiche l'ha ritirato

[Articolo aggiornato alle 15:00 del 27 febbraio 2019] Il rivenditore di abbigliamento sportivo francese Decathlon ha deciso di ritirare la vendita degli hijab per le donne che fanno sport a seguito di una protesta pubblica.


   

Arriva anche l’hijab sportivo targato Decathlon. Il gruppo francese, come già aveva fatto la Nike, ha deciso di mettere in commercio la versione sportiva del velo islamico allacciato sotto la gola, indossato dalle donne musulmane e che in Francia suscita già polemiche. Nelle prossime settimane “questo accessorio originariamente sviluppato e commercializzato in Marocco su richiesta dei corridori locali, sarà reso disponibile in Francia e in tutti gli store Decathlon nel mondo che lo richiederanno”, ha riferito alla Afp Xavier Rivoire, capo della comunicazione di Decathlon United. Che ha aggiunto: “Siamo pienamente impegnati a rendere lo sport accessibile alle donne di tutto il mondo. Il nostro è quasi un impegno sociale e se permette ai podisti di correre ce lo assumiamo con serenità”.

 

Dalla Mattel era arrivata “la prima Barbie con l’hjiab”. Faceva parte della nuova serie “dedicata alle donne che infrangono barriere”. La rivista Playboy ha poi lanciato “la prima coniglietta col velo”. Marks & Spencer, la più nota catena di grandi magazzini d’Inghilterra, ha messo in vendita per le bambine di età inferiore anche ai tre anni l’hijab nella categoria “abbigliamento scolastico”, al costo di 6,86 euro. “M&S agevola il medievalismo”, attacca Maajid Nawaz, noto attivista internazionale contro l’integralismo islamico. “E’ loro diritto preferire il profitto ai valori. Ma è nostro diritto fare in modo che si vergognino della loro scelta”.

 

“Infrangere barriere” per una donna non significa emancipazione sociale, libertà dei costumi e di scelta, piuttosto che sottomissione e pudore? Qui è al lavoro un meccanismo ben oleato e potente. Un establishment conformista e “inclusivo” ha trasformato il velo islamico – uno strumento dibattuto e complicato, al limite fra scelta e sottomissione della donna – in una nuova frontiera della libertà. Gli islamisti hanno capito benissimo questa psicologia dominante tra le élite occidentali, terrorizzate di essere accusate di “islamofobia”.

Di più su questi argomenti: