La giungla che ricresce. L'intervento di Robert Kagan

Robert Kagan

Abbiamo conosciuto l’epoca più prospera della storia, dice lo storico. Ora per non perderla bisogna ribellarsi ai bisogni della natura umana

L’ordine liberal democratico guidato dagli Stati Uniti è in pericolo, dice Robert Kagan. Traduciamo l’intervento del politologo al Forum organizzato a Bruxelles in aprile dal German Marshall Fund.

 


 

L’ultima volta che sono stato qui credo che le relazioni transatlantiche fossero noiose. E’ bello rivedervi, amici. Ora, ho promesso a Karen e agli altri organizzatori che avrei terminato il mio discorso con una nota positiva ed edificante e lo farò. Ma prima, un attimo prima di salire sull’aereo che mi avrebbe portato qui, avevo appena consegnato un manoscritto sull’Ordine mondiale liberale al mio editore. Il titolo del manoscritto è “The jungle grows back” (ndt. La giungla sta ricrescendo). Con ciò, quello che voglio dire e quello di cui intendo parlare oggi con voi è che l’ordine mondiale liberale in cui viviamo dal 1945 e al quale hanno preso parte la maggior parte delle nazioni che sono attorno a questa stanza, non sta tanto bene. E’ un’aberrazione storica. Se pensate alle molte qualità, alle qualità cardine di questo ordine e le comparate al resto della storia, certo la storia di cui abbiamo testimonianza e immagino anche andando oltre, ci accorgiamo che ognuno di questi elementi è unico.

Quindi, per esempio, una cosa che tutti sappiamo, la diffusione della democrazia è avvenuta in epoca democratica. Oggi ci sono più di cento democrazie e da quando l’ordine ha avuto inizio il numero delle democrazie è cresciuto. Andando indietro nella storia, ovviamente, quasi non ci sono democrazie. E quando ne incontriamo una sembra quasi trattarsi di un incidente. Quindi in questo senso il nostro è un periodo completamente diverso rispetto a tutti quelli che abbiamo visto finora. Anche in termini di prosperità, il tipo di crescita che abbiamo visto dal 1945 ha registrato un incremento del pil del quattro per cento annuo. Insomma, sapete, la crescita del pil globale nel corso della storia è stata all’incirca pari allo zero. La maggior parte delle persone ha vissuto in condizioni di estrema povertà, hanno conosciuto la dittatura. Infine, la maggior parte della gente ha vissuto in epoche durante le quali le grandi potenze, gli imperi erano in costante condizione di guerra. Nel corso della storia, la guerra è stata la costante, non la pace. E in questo periodo abbiamo certamente avuto delle guerre, ma nessun grande conflitto di potere o guerra tra le grandi potenze come quelli che nel corso della storia hanno causato così tanta distruzione, soprattutto nella prima metà del Ventesimo secolo.

 

Quindi, tutte queste cose e altre rendono l’ordine liberale non solo unico, ma come ho detto, un’aberrazione. Non è la norma. Eppure, a causa degli incredibili successi di questo periodo, molto è stato mascherato dalla Guerra fredda, che nella mia opinione storicamente è una sorta di attrazione secondaria allo sviluppo di questo ordine liberale, se si pensa in termini di importanza storica. Ma l’ordine ha avuto talmente tanto successo, e noi siamo figli dell’Illuminismo a tal punto che siamo giunti al punto di credere che tutte queste cose non fossero un’aberrazione, ma piuttosto una nuova norma. La conseguenza del progresso umano. L’inevitabile evoluzione del genere umano verso un migliore comportamento. Se leggete oggi persone come Steven Pinker, è proprio come … ecco siamo migliori. Siamo persone migliori ora che in passato. E penso che abbiamo perso di vista quanto è costato questo ordine internazionale e quale atto di sfida alla storia e persino alla natura umana per molti abbia rappresentato questo ordine.

 

Ci piace pensare e ci siamo convinti, e questo era il tema della fine della storia, che sapete, non è stato soltanto Frank Fujiyama a pensarlo, che gli esseri umani aspirino naturalmente al riconoscimento e al rispetto dei loro diritti e delle loro libertà. E che alla fine se queste cose continueranno a succedere, quella democrazia è il punto finale della storia umana. Penso che oggi possiamo vedere ciò che avremmo dovuto sapere fin dall'inizio: che si tratta di una descrizione incompleta dell'esistenza umana. La natura umana ha molte aspirazioni, molte paure, molti lati oscuri. E in vari momenti, gli esseri umani dimostrano una certa inclinazione verso i tempi di insicurezza, non soltanto fisica, ma anche culturale, gli esseri umani sono almeno altrettanto inclini a voler cercare una leadership forte. Per escludere l’altro, per tornare alla tribù, alla famiglia, al nazionalismo. Gli esseri umani hanno bisogni spirituali, che come sappiamo, pur con tutte le grandi cose che fanno liberalismo e democrazia, non rispondono a molte delle domande e dei bisogni degli esseri umani. E quindi abbiamo veramente a che fare con una lotta costante all’interno dell’anima umana tra questi impulsi contrastanti. Come questa lotta si risolve, dipende dal tipo di situazione globale, dalla situazione nazionale all’interno della quale le persone operano.

 

Allo stesso modo ci siamo convinti, specialmente in Europa, che la competizione geopolitica era qualcosa che apparteneva al passato, e che adesso tutto è geo-economico, che adesso tutto passa dalle istituzioni internazionali e dalla cooperazione. Mi dispiace che la natura del sistema internazionale in tempi normali sia quella di una costante competizione geopolitica.

 

Quindi abbiamo preso come nuova norma ciò che era davvero un insieme di circostanze molto strano e insolito che – e voglio sottolineare questo – abbiamo creato affinché questo ordine potesse aver luogo. E ora mi scuso in anticipo, sto per dire cose positive sul conto degli Stati Uniti. Custodisci il piano A come ha detto Churchill. Gli Stati Uniti hanno avuto dopo la Seconda guerra mondiale un ruolo centrale nel creare questo ordine, nel preparare la fondazione di questo ordine. Lo hanno fatto collaborando con gli altri. Era di vitale importanza che altri popoli partecipassero. Ma è stata l’abilità degli Stati Uniti, dopo la Seconda guerra mondiale, a mettere fine a due grandi cicli di conflitti nelle due zone più critiche del mondo: Europa e Asia orientale. Sin dalla fine del XIX secolo e dall’unificazione della Germania, l’Europa era stata tormentata da un ciclo quasi senza fine di conflitti. E allo stesso modo, da quando la rivoluzione Meiji e la trasformazione del Giappone in grande potenza hanno generato conflitti continui. E ciò che gli Stati Uniti sono stati in gradi di realizzare… in realtà hanno potuto realizzarlo perché erano gli unici in grado.

 

La loro posizione geografica, la loro ricchezza, il non doversi preoccupare degli attacchi dei vicini gli hanno permesso di dispiegare in modo permanente una gran numero delle sue truppe all’estero. E così mettere fine a questi conflitti. A mio avviso è stato questo a creare le condizioni del momento che stiamo vivendo. Non è stato fatto dagli Stati Uniti, loro hanno creato le opportunità necessarie affinché ciò si realizzasse. Il fatto che il Giappone e la Germania siano stati fermati… in sostanza hanno abbandonato le tradizionali ambizioni geopolitiche e hanno incanalato le loro energie nella crescita economica e nel successo economico, nel migliorare il proprio popolo. Giacché l’opzione militare che aveva condotto loro e tutti gli altri ad avere così tanti guai gli era stata negata, da questa privazione nascevano nuove possibilità per tutti… avevano permesso a tutti, compresi tedeschi e giapponesi e i loro vicini di concentrarsi su attività non tradizionali, quali la semplice crescita economica, senza doversi preoccupare delle lotte militari che li avevano tormentati costantemente in passato. E questo è stato un fattore critico nel rendere possibile tutto questo, nel rendere possibile questo straordinario ordine. Ma sfortunatamente, almeno dalla parte americana, ci si sta allontanando sempre di più da quello che fu l’obiettivo della politica estera degli Stati Uniti.

 

So che siamo ossessionati da Trump, io sono certamente ossessionato da Trump, ma questo problema non coinvolge solo Trump. Il ruolo… questo credo che debba essere sottolineato. Il ruolo che gli Stati Uniti hanno assunto dopo la Seconda guerra mondiale era differente dal ruolo che qualsiasi altra nazione nella storia avesse mai assunto. In parte basato sull’interesse personale, ma poi vorrei correggermi e dire sulla base di un interesse personale illuminato, gli Stati Uniti si sono assunti delle responsabilità globali. Non voglio esagerare con il magnificare l’America, tutti noi conosciamo gli errori che abbiamo fatto. Quello che abbiamo continuato a fare in quel periodo è stato assumerci la responsabilità internazionale del mantenimento della pace e della sicurezza e del sostegno di questo ordine. Era un peso grande e insolito da sopportare. E penso, sfortunatamente, nonostante l’impeto originario non avesse nulla a che fare con la Guerra fredda, è stato prima dell’epoca sovietica che gli Stati Uniti si sono assunti questo compito, con l’intenzione di prevenire ciò che era accaduto in passato. Tuttavia, le persone lo hanno associato alla Guerra fredda e quando la Guerra fredda è finita gli americani hanno deciso sempre di più... o si sono chiesti perché dovessero continuare a sostenere questo peso insolito e anormale. Sapete, Jean Kirkpatrick, alla fine della Guerra fredda disse che era giunto il momento per gli Stati Uniti di comportarsi come nazione normale. Le nazioni normali non hanno responsabilità globali. Hanno una definizione molto più ristretta dei loro interessi. E direi che, a partire dalla fine della Guerra fredda è possibile assistere a una crescente mancanza di entusiasmo nello svolgere questo ruolo in ogni Amministrazione. Ogni Amministrazione aveva il compito di assicurare agli americani che non si sarebbe occupata di politica estera, che avrebbe pensato alla politica interna. E poi, certo, Iraq e Afghanistan sono stati i catalizzatori di una specie di rovesciamento di consenso, di quello che era stato il consenso. E penso che il presidente Obama è stato il primo presidente post-consenso. Giustamente credeva di essere stato eletto per scaricare questa responsabilità... questa responsabilità il più possibile.

 

Il fatto che Donald Trump sia stato eletto, per quanto assurdo possa sembrare, dimostra quanto poco importi agli americani di continuare a svolgere quel ruolo. Hanno ritenuto convincenti i suoi messaggi che l’ordine liberale non era più interesse dell’America. Se si guarda alle elezioni del 2016, c’era solo un candidato che sosteneva ancora il vecchio ruolo e ha perso. Se lei avesse vinto non so se avrebbe rivoltato l’opinione pubblica americana. Questo è un problema con il quale abbiamo a che fare da secoli. Credo che almeno in parte sia responsabile di molte delle cose che sono andate storte in alcune zone del mondo. Ritengo che nella misura in cui gli Stati Uniti si presentano sempre di meno come tutori affidabili di questo ordine, altre nazioni sono costrette a proteggersi a guardare sempre di più a loro stesse. Nessuno è in grado di intervenire e di accollarsi il ruolo dell’America. Nessuno ha il potere, la posizione e la capacità di farlo. Quello che loro stanno facendo e che continueranno a fare è tornare alla normalità.

 

Devo dire che, se guardo all’Europa di oggi, ciò che vedo è il ritorno della storia e della natura umana. Ho dato agli Stati Uniti un’enorme quantità di responsabilità per non aver frenato la crisi siriana, che poi ha scatenato un massiccio flusso migratorio che ha avuto un impatto così forte sulle istituzioni democratiche europee. Penso che sarebbe sciocco pensare che ciò che sta accadendo in Europa non sarebbe mai successo prima. In un certo senso, forse era inevitabile, proprio come è inevitabile l’aumento della crescente competitività in Russia e in Cina, proprio come, se si guarda alla vasta portata della storia, la Brexit era inevitabile.

 

Cosa potrebbe essere meno sorprendente della Gran Bretagna che vuole prendere le distanze dal continente? Siamo di fronte al riaffermarsi della storia e della natura. Lasciatemi concludere con questo appunto. Possiamo fare qualcosa al riguardo. Dopo la Seconda guerra mondiale abbiamo effettivamente respinto la storia e la natura umana per sette decadi, e nonostante quello che tutti pensano, siamo ancora in grado di farlo. Le istituzioni che abbiamo creato dopo la Seconda guerra mondiale sono molto forti e durature. E’ molto difficile per la Cina, non importa quanto sia ricca, o la Russia, che non è così ricca, annullare il nostro sistema, almeno che non siamo noi a permetterlo. Abbiamo la capacità di respingere. Abbiamo solo bisogno di capire che dobbiamo iniziare a respingere. Mi sembra che per farlo abbiamo due modi. O per quanto assurdo, siamo deterministicamente ottimisti e crediamo che le cose stiano andando nella giusta direzione e allora tutto ciò che dobbiamo fare è sederci e guardare. Questo in sostanza era il messaggio della fine della storia. O decidiamo che il declino è iniziato e non c’è nulla da fare se non goderci la discesa. La verità è – ed è dimostrato da quello che è successo dopo la Seconda guerra mondiale in cui il mondo si trovava in una situazione infinitamente più terribile di adesso – che le persone possono reagire.

 

Abbiamo tutti il nostro lavoro da fare. Noi negli Stati Uniti dobbiamo tornare a cercare di convincere il popolo americano e fargli capire a quale costo tutto questo sta accadendo, e Trump in tal senso potrebbe essere d’aiuto. A suo modo potrebbe farlo capire agli americani. In Europa, arrabbiatevi per favore il più possibile con l’Amministrazione Trump, contro tutte le cose stupide che sta facendo che minano il patto dell'ordine liberale, specialmente con il commercio. Ma l’Europa deve soprattutto tenere a se stessa e non solo per aumentare la sua forza, ma per tornare indietro e recuperare i suoi valori democratici qui sul continente europeo. Ritengo che siamo stati troppo permissivi verso i paesi che sono scivolati via dalla democrazia, paesi che sono nella Nato e nell’Ue. Hanno il permesso di alzarsi e di dichiarare il loro illiberismo. Credo che sia giunto il momento per l’Europa di iniziare a prendere più sul serio tali questioni , oltre a occuparsi del resto della panoplia. Grazie.

 


 

Robert Kagan è uno storico e politologo americano. Nasce come sostenitore del Partito repubblicano dal quale si è dissociato nel 2016 quando, in occasione delle presidenziali, ha deciso di sostenere Hillary Clinton. Iniziò la sua carriera scrivendo i discorsi per George P. Shultz, segretario di stato con Ronald Reagan.

 


 

traduzione di Micol Flammini

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