Perché Israele finirà per pagare il conto della primavera araba Una nuova guerra con Hamas e forse con l’Egitto. La fine della calma sul fronte siriano. Un’egemonia iraniana dilagante. Questa è soltanto una parte di ciò che Israele si aspetta dalle rivolte che stanno cambiando il volto del medio oriente. Gerusalemme osserva con senso d’impotenza e frustrazione gli stravolgimenti politici delle ultime settimane: impotenza perché Israele sa di non poter influenzare l’esito degli scontri interni al mondo arabo. Leggi Per capire la paura di Israele basta contare i missili puntati di Giulio Meotti - Leggi La scelta di Israele di Daniele Raineri - Leggi Le tre regole di Yossi Klein Halevi per sopravvivere alle rivolte Ariel David 04 APR 2011
Le tre regole di Yossi Klein Halevi per sopravvivere alle rivolte Negli ultimi mesi di rivolte, rivoluzioni e scontri in medio oriente il silenzio della politica israeliana si è fatto sentire. Per Yossi Klein Halevi, senior fellow allo Shalem Center di Gerusalemme e commentatore ospitato su molti media internazionali, il silenzio è però la migliore politica che Gerusalemme possa adottare, in un momento in cui “il mondo arabo sta affrontando i fallimenti della sua struttura morale”. Parlando con il Foglio, Halevi traccia tre punti cardine che il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, dovrebbe perseguire per destreggiarsi tra vecchi dittatori, piazze in rivolta e un panorama politico in mutamento. Alberto Mucci 04 APR 2011
Per capire la paura di Israele basta contare i missili puntati E’ impossibile prevedere che cosa cambierà per Israele, strozzato in mezzo allo straordinario movimento rivoluzionario che investe il medio oriente. Un buon metro di giudizio è sempre stato contare il numero di missili puntati verso lo stato ebraico. Il potere di morte nella regione è salito drammaticamente. Da Gaza è stato appena lanciato un missile iraniano a dieci chilometri da Tel Aviv. Non arrivavano così vicino dal 1991, quando a lanciarli era Saddam Hussein. Leggi La scelta di Israele - Leggi Le tre regole di Yossi Klein Halevi per sopravvivere alle rivolte 04 APR 2011
Se la guerra arriva a Gerusalemme Hamas ha cominciato una nuova campagna militare contro Israele. Ieri pomeriggio, un ordigno è esploso nel centro di Gerusalemme uccidendo una persona e ferendone almeno trenta, ma già nel corso della mattina due missili Grad lanciati dalla Striscia di Gaza avevano centrato Beersheva, nella parte meridionale del paese. “Questa è una risposta naturale ai crimini di Israele”, ha detto un portavoce di Hamas, il movimento islamista che controlla la Striscia. Luigi De Biase 23 MAR 2011
Così la primavera araba spinge Hamas a rispolverare la violenza Ottimismo della volontà e allo stesso tempo pessimismo della ragione: è questo lo stato d’animo più diffuso nella leadership israeliana che guarda alle rivolte nel mondo arabo, stando alle parole di Yossi Kuperwasser, direttore generale del ministero per gli Affari strategici. L’ex generale, in una conversazione con il Foglio, legge anche i recenti attacchi a Israele dalla Striscia di Gaza come un episodio legato alle rivolte arabe. Marco Valerio Lo Prete 23 MAR 2011
Un morto per un attentato a Gerusalemme Una donna è morta a seguito di una forte esplosione avvenuta nei pressi della stazione centrale degli autobus a Gerusalemme. L'attentato ha causato anche cinquanta feriti (di cui almeno tre in condizioni gravissime). Lo scoppio, in un autobus, è stato provocato da un ordigno deposto vicino a una fermata. Lo ha affermato la radio militare. l primo ministro israeliano, in seguito all'attentato, ha sospeso la partenza per il suo viaggio in Russia. Leggi COSÌ LA PRIMAVERA ARABA SPINGE HAMAS A RISPOLVERARE LA VIOLENZA - Leggi Bomba a Gerusalemme dal blog Zakor Redazione 23 MAR 2011
Gli inglesi si fanno prendere in giro, ma Cameron è l’unico con un’idea Forse un giorno ci spiegheranno che cosa avesse in mente il governo di Londra quando ha deciso di mandare a Bengasi una missione segreta per prendere contatti con i ribelli – talmente segreta che neanche i ribelli ne erano a conoscenza. Un team composto da otto persone, un diplomatico, un funzionario dell’MI6 e sei uomini del Sas (corpo d’élite britannico nato – ironia della sorte – proprio nell’Africa del nord ed emulato in tutto il mondo) è arrivato a Bengasi in elicottero. 12 MAR 2011
Perché la morte di Erbakan rinfocolerà gli islamisti turchi Centomila persone hanno occupato ieri le strade di Istanbul per i funerali di Necmettin Erbakan, l’ideologo dell’islamismo turco morto domenica a 84 anni. La folla ha scortato la salma per le strade del quartiere Fatih, uno dei distretti più conservatori della città, e ha scandido a lungo le parole “Allah Akhbar”, Allah è grande. La fine di Erbakan lascia gli islamisti senza un padre, ma può rilanciare le loro istanze sulla scena politica della Turchia. Luigi De Biase 02 MAR 2011