Una manifestazione No vax (foto LaPresse)

La Camera dei No Vax

Sette scienziati prendono posizione contro l’ennesimo spot in Parlamento contro i vaccini

Due anni fa, durante la “giornata per la ricerca”, il presidente della Repubblica ebbe a dire “Non possiamo accettare che nel XXI secolo acquistino credito credenze anti-scientifiche e che queste credenze ostacolino indispensabili azioni preventive (come le vaccinazioni) finalizzate a sradicare o a impedire il ritorno di malattie pericolose”.

 

Con che faccia, quindi, vedremo il 27 giugno prossimo in Parlamento la crema della politica No Vax accompagnarsi agli esperti e ai rappresentanti di Corvelva (Coordinamento Regionale Veneto per la Libertà delle Vaccinazioni), l’associazione che ha prodotto analisi sui vaccini demolite dalla comunità scientifica nonché una campagna di paura sui vaccini, salvo poi dichiarare che “non abbiamo sconsigliato i vaccini ai bambini” ora che una bambina lotta per la vita contro il tetano a Verona?

 

E come è possibile che si dia credito ad una “esperta” in chimica farmaceutica di Corvelva, la dottoressa Bolgan, che risulta aver prodotto quattro – solo quattro – pubblicazioni scientifiche (nessuna come ricercatore principale), di cui due contengono evidenti manipolazioni di immagine?

La Bolgan, quella che ha difeso analisi bacate e fondate su metodi che evidentemente non conosce, contro il parere di centinaia e centinaia di esperti, ma soprattutto contro il buon senso e in qualche caso l’aritmetica, dato che persino alcune somme risultavano sbagliate nei “dossier” prodotti da Corvelva?

E visti i soggetti invitati e i moderatori, come si può pensare che si tratti di un dibattito sereno o che abbia un qualche significato inerente alla “libertà di scelta terapeutica”?

 

Gli oppositori alla vaccinazione, anche mettendo tra loro i semplici oppositori dell’obbligo, non rappresentano più di una percentuale ridicola della popolazione, una percentuale che con le correnti leggi non avrebbe titolo nemmeno a essere rappresentata in Parlamento; eppure, si pretende di dar loro spazio, senza pensare al pericolo che una simile operazione li legittimi agli occhi dei cittadini ignari o dubbiosi, accrescendo il consenso di pericolose e scervellate teorie che attentano alla salute pubblica.

Davvero non vi è modo per non trasformare il Parlamento, casa dei cittadini italiani, nel postribolo della pseudoscienza No Vax?

Davvero non vi sono parlamentari e politici che vogliano levare la loro voce contro chi, profittando del suo ruolo istituzionale, crede che ogni opinione – ma specialmente quelle a cui è più affezionato – debba avere palcoscenico istituzionale in finti dibattiti fra cospirazionisti e pseudoscienziati?

Quanti bambini dovranno morire o soffrire gravemente per le cialtronate di quella piccolissima minoranza che nega la conoscenza acquisita con metodo scientifico in nome di un preconcetto emotivo artatamente suscitato da stregoni, avvocati, collettori di voti interessati a soffiare sulle paure dei genitori per il proprio interesse?

  

  

Possibile che il contrasto a simili fenomeni debba sempre ricadere sulle spalle dei ricercatori, dei medici e degli scienziati come Roberto Burioni, che giustamente si chiede “Quelli che con le loro bugie inducono i genitori a non vaccinare i figli, quelli che hanno sulla coscienza la bambina in fin di vita a causa del tetano vengono ospitati in Parlamento? Chi li ha invitati?”

Quel 90 per cento e oltre di italiani, che secondo l’ultimo sondaggio del Wellcome Trust crede alla scienza, non ha che un messaggio chiaro per politici, parlamentari, rappresentanti delle istituzioni, un messaggio che non può più essere ignorato: il dato scientifico non è oggetto di discussione politica.

 

Enrico Bucci, Temple University - USA

Piero Carninci, Centro di ricerca Riken - Giappone

Raffaele CalogeroUniversità di Torino

Pellegrino ConteUniversità di Palermo

Gilberto CorbelliniCNR

Pier Luigi Lopalco, Università di Pisa

Gerry Melino, Università di Tor Vergata

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