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La scienza (forse) ha vinto la sua battaglia sulla Xylella. Ora tocca alla politica

L'Accademia dei Lincei esprime soddisfazione per le recenti posizioni del governo e indica i passi necessari per cercare di risolvere il problema passando dalle parole ai fatti

Quando nel 2016 pubblicò il suo “Rapporto sulla Xylella”, l'Accademia dei Lincei venne duramente attaccata. Molti politici, da chi governava (e governa ancora oggi) la regione Puglia a chi, oggi, siede nei banchi della maggioranza di governo, preferivano parlare di complotti e oscure manovre ordite dai soliti poteri forti piuttosto che credere alle evidenze scientifiche. E anche per questo nel rapporto, inizialmente, si criticava duramente l'operato della magistratura che era intervenuta in maniera decisa per ostacolare l'attività si scienziati e ricercatori (successivamente la posizione era stata ammorbidita  “per evitare conflitti istituzionali” e ritorsioni legali). 

 

Oggi, a distanza di quasi tre anni, molte cose sono successe. Numerosi documenti scientifici (dall'Efsa alla Fao fino ad articoli su riviste come Nature) hanno dimostrato l'assoluta inconsistenza del cosiddetto “complotto dei ricercatori”. Facendo capire che il quello della Xylella non era un problema di scienza ma, piuttosto, di coscienza. Coscienza che, a giudicare dal parere rilasciato dalla Commissione Lincea sui problemi della Ricerca, sta cambiando anche anche in chi, fino a qualche anno fa, sedeva con orgoglio dalla parte dei complottisti. 

  

LEGGI IL PARERE DELLA COMMISSIONE

  

“La Commissione Lincea – si legge nel parere – prende atto con soddisfazione delle posizioni recentemente espresse sull’evolversi della vicenda Xylella in Puglia dalle forze politiche parlamentari, così come si evincono dalla relazione finale sull’attività di indagine della commissione Agricoltura della Camera, e dal governo, come rappresentate dal ministro Centinaio nel suo decreto e recentemente anche dal ministro Lezzi”.

 

Ciò premesso la stessa Commissione auspica che, ora, si possa finalmente intervenire secondo quattro direttive: “La redazione di un preciso piano di impegno per gli stanziamenti disponibili, privilegiando le azioni di monitoraggio della batteriosi, la ricerca, la comunicazione e le misure di ristoro per gli agricoltori, i frantoiani e le aziende florovivaistiche danneggiate, evitando dispersioni in progetti di dubbia efficacia o solo marginalmente collegati alla epidemia di Xylella; si agisca prontamente, ai fini delle misure di contenimento, eventualmente anche in deroga a misure di carattere ambientale, paesaggistico e storico che siano confliggenti con la necessità di preservare nel suo complesso ambiente, territorio ed economia olivicoli; poiché le misure di diserbo, meccanico e chimico, e le misure fitosanitarie avverse al vettore sono di importanza fondamentale nel prevenire l’ulteriore avanzamento della malattia, non si frapponga ostacolo alla loro attuazione e si proceda ad uno stringente monitoraggio della loro esecuzione, contrariamente a quanto sta correntemente avvenendo in molta parte del territorio interessato e proprio là dove la loro solerte applicazione sarebbe della massima importanza; si dia impulso alla sperimentazione in tema di cultivar resistenti, ai fini di ottenere dati certi circa la possibilità di reinnesto della chioma in piante monumentali suscettibili al batterio e/o infette e al recupero produttivo con nuove varietà che ben si adattino al paesaggio e all’economia della Regione Puglia”.

 

La Commissione “si propone di seguire l’attuazione di ciascuno di questi punti e ritiene necessario, per dovere istituzionale, dare comunicazione con i mezzi più idonei dell’attuazione delle migliori indicazioni disponibili su base scientifica e delle nuove evidenze che dovessero emergere dai numerosi studi in corso a livello nazionale e internazionale”. La speranza è che adesso nessuno ritorni a parlare dei complotti.

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