Ulivi eradicati nell'ambito del piano Xylella (foto LaPresse)

Xylella e bufale pasteurizzate sul Fatto

Luciano Capone

I fatti sono duri, ma mai quanto la testa di Marco Travaglio

“I fatti hanno la testa dura”, diceva Lenin. Che però non aveva visto la testa di Marco Travaglio, talmente dura da disintegrare i fatti ogni volta che gli sbattono contro. Un caso emblematico è quello che riguarda la Xylella. I fatti, soprattutto ai lettori di questo giornale, sono noti: la Xylella fastidiosa è un batterio arrivato in Puglia, e precisamente in Salento, che provoca il disseccamento degli ulivi; a causa dell’inazione delle istituzioni bloccate da indagini della magistratura, attivisti-complottisti, pseudo-ambientalisti e sedicenti scienziati la malattia si sta espandendo sempre di più e minaccia di distruggere l’olivicoltura pugliese (che ha già subìto ingenti danni), italiana e potenzialmente di tutto il Mediterraneo; per arrestare l’avanzata dell’epidemia sono necessarie alcune misure di contenimento come le eradicazioni lungo una linea Maginot e uso di agrofarmaci per abbattere la popolazione dell’insetto-vettore che diffonde il batterio.

 

Così la pensano la Corte di giustizia europea, la Commissione europea, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa), l’Accademia dei Lincei, scienziati internazionali e i ricercatori italiani che hanno scoperto il batterio e la malattia degli ulivi e che per questo, invece di essere premiati, sono indagati come “untori” dalla magistratura (inchiesta della procura di Lecce che, dopo tre anni, ancora non è stata chiusa).

 

Travaglio invece con la sua testata – che, inspiegabilmente, si chiama “il Fatto quotidiano” – distrugge tutti questi fatti. Da anni. E senza alcuna forma di coerenza logica. Inizialmente sul Fatto si portavano le teorie del complotto. Prima si diceva che erano stati i ricercatori italiani a spargere la malattia; un’altra teoria diceva che a portare e diffondere il batterio in Italia sarebbe stato un gruppo di scienziati internazionali dopo un convegno a Bari; un’altra pista portava al Brasile, dove ci sarebbe stata una sperimentazione della Monsanto; sempre sul Fatto si parlava addirittura di “una guerra chimica o batteriologica” e del batterio usato come una “arma biologica”. Tutte queste fantasie senza prove a supporto comunque presuppongono che questa Xylella sia maledettamente pericolosa e che quindi vada fermata, con le drastiche misure previste dal governo e dall’Unione europea. E invece no! A un certo punto Travaglio, per prendere a testate il piano di contenimento, inizia a pubblicare articoli che affermano che il batterio è innocuo. L’ultimo – “La bufala Xylella: non è il batterio a uccidere gli ulivi” – è un concentrato di sciocchezze tanto divertente per chi lo legge quanto imbarazzante per chi l’ha pubblicato (ma questo non sembra essere un problema per il direttore).

 

Partiamo dall’autore, Pietro Perrino, un ex direttore di un istituto del Cnr ora in pensione che è una star del sottobosco pseudoscientifico del webattivismo: è un sostenitore del movimento Free Vax (guai a chiamarli antivaccinisti!), sostiene che non sono state le vaccinazioni a salvarci dalle malattie infettive e condivide allarmi sulle “scie chimiche”. Insomma, un soggetto con le carte in regola per il lavoro di demolizione dei fatti che serve a Travaglio. La tesi del signore è che gli ulivi muoiono a causa dell’“inquinamento” e che le misure anti Xylella fanno parte di un complotto. Ma una cospirazione che viene da lontano: “Da quando la teoria dei germi di Louis Pasteur, con l’aiuto delle case farmaceutiche di allora, prevalse sul pensiero dei suoi contemporanei”. Da quel momento “le multinazionali del farmaco avviarono quel grande business che le fece diventare così ricche da comprarsi le banche e i governi”. Insomma, da circa due secoli, anche banche e governi vengono pastorizzati come il latte. Poi Perrino aggiunge un’acrobazia sulle “frequenze vibrazionali distruttive prodotte dall’inquinamento” e fa pubblicità a un prodotto commerciale fatto di “cariche magnetiche idrocompresse computerizzate” e prematurate con scappellamento a destra.

 

L’articolo selezionato dal Fatto, secondo cui il mondo vive ancora oggi in un complotto ordito secoli fa da uno dei più grandi scienziati della storia e le case farmaceutiche, non è neppure originale: è già stato pubblicato giorni fa in una versione più ampia sul sito di un’associazione “Free Vax” di nome Corvelva: “Così Corvelva ha scoperto – c’è scritto nella premessa – che il problema della Xylella è assimilabile al problema dei vaccini” (forse perché Pasteur è anche l’autore delle prime vaccinazioni per diverse malattie, chissà).

 

In ogni caso nello stesso articolo sulla Xylella dello scienziato di Travaglio, commissionato dai Free Vax, si parla anche di un recente complotto politico: “I politici, servi di un sistema dominato dalle banche e basato sulle falsità, non potranno mai cambiare l’attuale sistema – scrive Perrino –. Una dimostrazione ce l’ha data, in questi giorni, il nostro presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha ostacolato la formazione di un governo, che, a suo dire, avrebbe ostacolato i mercati (le banche) e fatto aumentare lo spread”. E allora, si chiederebbe sempre Lenin, “che fare?” “E’ necessario raggiungere la soglia critica del cambiamento – scrive Perrino – un traguardo possibile solo se si passa da una visione cartesiana e meccanicistica a una olistica”. Così, grazie alla dura testata di Travaglio, dopo la Xylella e Pasteur abbiamo sistemato pure Cartesio.

 

 

 

CLICCA SULLA FOTO PER SCARICARE IL DOCUMENTO INTEGRALE SULLA XYLELLA DI PIETRO PERRINO

 

  • Luciano Capone
  • Cresciuto in Irpinia, a Savignano. Studi a Milano, Università Cattolica. Liberista per formazione, giornalista per deformazione. Al Foglio prima come lettore, poi collaboratore, infine redattore. Mi occupo principalmente di economia, ma anche di politica, inchieste, cultura, varie ed eventuali