Una manifestazione "no green pass" a Bolzano (foto Ansa) 

editoriali

Liberi sì, ma di andare in zona rossa

Redazione

I No vax in Alto Adige ce l’hanno fatta: più morti e 20 comuni chiusi

Più è alta la copertura vaccinale e più si evita un alto numero di ospedalizzazioni. A conferma di questa tesi vediamo cosa sta accadendo in Italia nelle ultime settimane. Le prime regioni che potrebbero passare in zona gialla sono la provincia autonoma di Bolzano e il Friuli Venezia Giulia. Bolzano è la zona d’Italia con la più bassa copertura vaccinale, raggiungendo solo il 68,28 per cento della popolazione ad aver completato il ciclo primario. L’incidenza in alcuni comuni ha già raggiunto livelli paragonabili a quelli dell’Austria e la situazione è talmente delicata che il governatore, Arno Kompatscher, ha dovuto varare una maxi-stretta con 20 comuni entrati in zona rossa. Per quanto riguarda il Friuli Venezia Giulia, qui si paga non solo una tasso di vaccinazione di livello medio-basso (75,53 per cento), ma anche l’incidenza altissima nella zona di Trieste. L’essere un territorio di confine con quelle nazioni dell’est Europa che, a causa delle scarse coperture vaccinali, sono state colpite maggiormente dalla quarta ondata, insieme alle settimane di manifestazioni e sit-in in piazza per protestare contro il green pass, hanno portato la regione a rischio zona gialla.

Tutto questo non fa che confermare quanto messo nero su bianco dall’Istituto superiore di sanità nel rapporto dello scorso 17 novembre. Prendendo a termine di paragone la categoria più fragile, quella degli over 80, un No vax ha quasi 5 volte in più la possibilità di infettarsi rispetto a una persona vaccinata entro i primi 6 mesi dalla fine del ciclo vaccinale, più di 7 volte quella di finire in ospedale o in terapia intensiva e più di 9 volte quella di perdere la vita. Ma anche nelle altre classi di età, per i No vax il rischio di infettarsi, essere ricoverati in ospedale e morire è sempre più alto. Con un numero elevato di antivaccinisti si va incontro a un sovraccarico negli ospedali, si riduce lo spazio di cura per altre patologie e si rischiano quelle restrizioni che, a oggi, riguarderebbero tutti. Alla faccia della libera scelta individuale!

Di più su questi argomenti: