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editoriali

Trieste: la pandemia dei non vaccinati

Redazione

Libertà dal virus, non dalle regole. Il Friuli Venezia Giulia e le conseguenze dei no green pass 

Nelle ultime settimane Trieste è balzata agli onori della cronaca non solo per esser diventata l’epicentro delle proteste contro il green pass ma anche per essere la provincia con la più alta incidenza di nuovi casi di Covid. Nel periodo 27 ottobre - 2 novembre si è infatti arrivati a 376 nuovi casi per 100 mila abitanti. La media italiana è di 52 casi per 100 mila abitanti. La situazione è quindi oggettivamente preoccupante. Una delle concause è certamente legata alle proteste che hanno generato uno dei focolai più grandi. Nel giro di poche ore, il numero dei positivi tra chi ha preso parte alle manifestazioni è salito da 93 a oltre 150 casi, di cui 5 si trovano al momento ricoverati in ospedale. Il vicepresidente del Friuli Venezia Giulia con delega alla Salute, Riccardo Riccardi, ha spiegato che “69 casi, quasi la metà dei contagi complessivi, sono di tipo ‘secondario’; ciò significa che una persona che si è positivizzata alle manifestazioni a sua volta ha trasmesso il virus a chi invece non era presente ai cortei. Altre tre persone invece sono state contagiate da un caso secondario”.

Già nei giorni scorsi il presidente di regione, Massimiliano Fedriga, facendo il punto sull’aumento dei contagi aveva tuonato contro le proteste: “Bisogna partecipare alla campagna vaccinale e fermare chi diffonde menzogne sui social o nelle piazze. La gente non si cura perché qualche pagliaccio va a raccontare menzogne e a spaventare cittadini. Il vaccino funziona e ha pochissimi effetti collaterali”. Alla luce di questi numeri il sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza, ha adottato un’ordinanza con la quale sono state vietate le proteste in piazza Unità d’Italia fino al prossimo 31 dicembre. Non sono mancate le consuete polemiche sulla “compressione” delle libertà. Di certo appellarsi alla “libertà” per la chiusura di una singola piazza di fronte a questa crescita di contagi e ospedalizzazioni sembra solo l’ennesima dimostrazione di come a volte sia meglio tacere e sembrare sciocchi che aprir bocca e togliere ogni dubbio.

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