Foto Ansa

cattivi scienziati

Spauracchio No vax

Enrico Bucci

È quello dei vaccini a mRna, contro cui si agitano timori mai dimostrati dagli studi

Ogni tanto, mentre sono ospite alla radio, o sui social, oppure persino per mail, sono raggiunto dai commenti rabbiosi di qualche illustre sconosciuto che cita il fatto che la tecnologia dei vaccini a Rna sarebbe poco sicura o comunque di esito incerto sul lungo termine, perché vi potrebbero essere effetti che nessuno avrebbe ancora avuto il tempo di osservare. In realtà, affermare che i vaccini a mRna, presi così in generale, siano poco sicuri perché non si sarebbero testati gli effetti sul lungo periodo delle iniezioni di mRna dimostra solo l’ignoranza e l’arroganza di chi fa affermazioni senza avere le conoscenze necessarie. Nel 2008, furono già pubblicati i risultati di un trial di CureVac su un vaccino a mRna contro il cancro. Oltre 10 anni dopo, non sono riportati effetti collaterali degni di rilievo nei volontari che parteciparono: niente mutazioni, niente tossicità croniche, niente di niente.

 

Mi si obietterà che, in quel caso, si trattava di uno studio preliminare e molto piccolo, per di più condotto su soli 15 pazienti, oltretutto malati di cancro, per cui è improbabile che il tempo di osservazione sia stato molto lungo; ma quel trial è stato solo il primo di una lunga serie di studi, svolti ben prima dell’arrivo degli attuali vaccini a Rna contro Sars-CoV-2. Per esempio, senza considerare tutti gli altri studi sul cancro, ma riferendoci solo ai vaccini contro virus, già nel 2017 erano registrati almeno 10 studi clinici di fase 1 e fase 2 contro Hiv-1, la rabbia, Zika e l’influenza; di questi, la metà erano già conclusi. Anche in questo caso, nonostante la formulazione diversa dei vaccini, le popolazioni diverse di pazienti, le diverse sequenze di Rna utilizzate, negli anni successivi non si sono osservati effetti imprevisti di nessun tipo; non si è andati oltre, cioè, la “normale” tossicologia e reattogenicità che si osservano anche oggi con i vaccini a Rna contro Sars-CoV-2. Si tenga anche presente che, oltretutto, fra gli studi di fase 1 erano stati arruolati come di consueto anche molti volontari sani, dai quali ci si può aspettare che siano a molti anni di distanza ancora in vita; la pluriennale osservazione di questi soggetti non ha consentito di identificare nulla di rilevante, nulla di quanto cioè prospettato da coloro che prospettano una fondamentale incertezza della sicurezza della tecnologia a Rna.

 

Di fronte a dati come questi, che dovrebbero spiegare abbastanza bene come mai si è potuto procedere così speditamente, pur se in emergenza, nel caso dell’attuale pandemia, qualche irriducibile ancora obietta che il numero di tutti i pazienti considerati negli studi precedenti al Covid-19 è comunque piccolissimo, a confronto dell’estensione dell’attuale campagna vaccinale. Chi fa queste obiezioni non tiene presente un paio di concetti di base: uno statistico, e uno puramente logico. Dal punto di vista statistico, è sufficiente che la dimensione di un campione sia tale, da poter escludere eventi avversi che non siano rarissimi; per cui, se immaginiamo che tali eventi siano collegati all’uso della tecnologia a Rna, i dati che erano disponibili quando è iniziato lo sviluppo dei vaccini contro il Covid-19 erano più che sufficienti. Questo, ovviamente, non esclude affatto che si osservino eventi molto rari in una campagna vaccinale di massa, e qui arriviamo alla logica elementare. Per osservare questi eventi, proprio in ragione della loro rarità, nessuno studio di qualsivoglia dimensione – neppure della dimensione di decine di migliaia di individui, usata nello sviluppo clinico degli attuali vaccini – potrà mai essere sufficiente. Dunque, pretendere che un vaccino sia somministrato con la sicurezza che nemmeno eventi particolarissimi e rari possano occorrere, è contraddittorio logicamente, perché per scoprire quegli eventi occorre proprio la somministrazione su larga scala.

 

Credo che tutti dovremmo abituarci a pensare in termini di livello di sicurezza, solidità e certezza di una tecnologia, e mai di una paralizzante e irraggiungibile sicurezza assoluta. Se lo facessimo, potremmo porre sulla bilancia i dati tranquillizzanti di cui disponiamo per quanto riguarda la tecnologia dei vaccini a Rna, la mancanza di osservazione (nonostante studi decennali) degli effetti di cui sbraitano gli antivaccinisti per farci paura, gli effetti del virus e l’efficacia attuale dei vaccini (attuale perché varierà nel tempo, e dovremo adattare i vaccini), e poi fare una scelta serena e informata, senza consentire ai mestapopolo di influenzarci.

Di più su questi argomenti: