I tifosi della Roma manifestano contro il nuovo stadio (Foto LaPresse)

Lo stadio della Roma divide la maggioranza grillina

Gianluca De Rosa

Oggi il consiglio straordinario: cinque esponenti del M5s sono scettici sul progetto. I rischi di una bocciatura

Roma. A spaventare e dividere il M5s capitolino in questi giorni non c’è solo Ama. Dopo la pubblicazione del parere del Politecnico di Torino sui flussi di traffico nell'area di Tor di Valle, torna in agenda lo stadio della Roma. Oggi l’Assemblea capitolina gli dedicherà un consiglio straordinario. E già le modalità di convocazione lasciano intravedere le tensioni che attraversano la maggioranza grillina, dove almeno cinque consiglieri già scettici sul progetto, sono ora in serio imbarazzo. Normalmente a chiedere i consigli straordinari sono le opposizioni, questa volta a farlo è stata la sindaca, quasi ad anticipare i mal di pancia dei suoi. Il voto sugli ordini del giorno, atti senza alcun valore esecutivo, con cui le opposizioni diranno no allo stadio sarà l’occasione per testare per la tenuta della maggioranza prima che, tra un mese, in Assemblea arrivi la variante urbanistica, ultimo passaggio fondamentale prima della firma della convenzione tra Campidoglio e proponenti che porterà all’inizio dei lavori.

 

#Lostadiosifa, aveva annunciato poche settimane fa Virginia Raggi, quando durante una surreale conferenza stampa “presentò” il parere del Politecnico di Torino. L’atto non c’era, ma lo slogan sì. E la ragione l’hanno compresa tutti dopo aver letto il parere pubblicato sul sito del comune nel tardo pomeriggio. Il Politecnico non ha posto veti al Campidoglio, ma ha sottolineato come la “catastrofica” situazione del traffico nel quadrante potrebbe essere superata solo se lo stadio sarà accompagnato da diverse opere, soprattutto da un super efficientamento del trasporto pubblico. E anche dal cambio di abitudini dei tifosi: almeno il 50 per cento dovrà arrivare in treno. Il documento ha scatenato non pochi mugugni anche tra le fila della maggioranza, già scossa dalle vicende di Ama che hanno portato alle dimissioni dell’“eroina” (copyright Beppe Grillo) Pinuccia Montanari.

 

In vista del voto sulla variante per i consiglieri M5s si preannuncia un doppio rischio legale. Da un lato martedì l'ex assessore all'Urbanistica Paolo Berdini li ha ammoniti: “Se passasse qualche scellerata approvazione del piano andrò dai magistrati perché sarebbe un falso, sfido la maggioranza a votare un atto del genere perché avranno conseguenze personali interminabili”. Dall’altro la variante è a questo punto un atto dovuto. Nel giugno del 2017 l’Aula ha approvato la delibera che riconosce l'interesse pubblico e così se oggi i consiglieri non votassero la variante subirebbero molto probabilmente le richieste di risarcimento da parte dei proponenti.

 

L’esito di questo voto – che comunque non arriverà prima di un mese – però non è assolutamente scontato. E a conferma di questo c'è il fatto che James Pallotta, patron della Roma, acquisterà i terreni su cui sorgerà (forse) lo stadio solo dopo che la variante urbanistica avrà superato la prova dell’Aula.

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